Il corteggiamento è comportamento inutile - QdS

Il corteggiamento è comportamento inutile

Carlo Alberto Tregua

Il corteggiamento è comportamento inutile

giovedì 11 Ottobre 2012
Il ballo, nei secoli scorsi, era un’occasione nella quale l’uomo corteggiava la donna. La gavotta o il tango servivano per colloquiare, con le parole o con il non verbale, ma anche per mascherare le avances.
Il corteggiare indica usare cortesie, e più spesso mostrarsi generoso, spendendo largamente. Ma, nel senso comune, indica delle profferte da parte dell’uomo verso la donna.
Con il decreto legislativo luogotenenziale 23/45, le cittadine italiane ebbero la parità politica, essendo loro consentito il voto. Sono passati quasi settant’anni, e non sempre la parità fra uomo e donna è stata raggiunta, perché è difficile cancellare millenni in cui la donna è stata considerata un oggetto.
Ancora oggi, dopo la primavera tunisina, la cacciata di Ben Ali e la nuova costituzione, il movimento islamico tenta di reintrodurre la subordinazione della donna all’uomo.
Salvo che nel periodo nel quale dominavano le amazzoni, l’uomo ha sempre voluto avere la prevalenza di diritto, anche se non otteneva quella di fatto.

Ai nostri giorni, il corteggiamento permane in altre forme, ma è ugualmente usato dall’uomo e dalla donna. Anzi, fra i giovani ventenni, esso si è trasformato in richieste esplicite di fronte alle quali i ragazzi si sentono intimoriti. Non è un caso che l’uso del viagra si è diffuso fra di loro.
Vi sono donne a cui piace il corteggiamento, se è fatto in maniera sagace e discreto, ed altre che lo rifiutano. Ma, parimenti, vi sono uomini che lo gradiscono. In entrambi i casi conta l’eleganza, la cultura con cui esso è proposto ed il savoir faire.
In altri casi, il corteggiamento è un comportamento subdolo perché, attraverso meccanismi psicologici tendenti a captare la benevolenza, si vogliono raggiungere altri scopi. è difficile classificare in modo univoco un comportamento di tal fatta. Però, la sua analisi deve far capire tutto quello che c’è sotto.
Una cosa è essere gentili, cortesi, avere un’attenzione in quanto tali, altra cosa è utilizzare quanto scrivevamo per raggiungere lo scopo della conquista. Si tratta di una sottile linea di demarcazione che non sempre è evidente, ma che spesso fa confondere le idee perché non si sa bene cosa ci sia  di qua o di là di essa.

 
Personalmente, ritengo che nei rapporti umani e, segnatamente quelli tra uomo e donna, bisogna essere franchi e onesti. Se uno dei due, ha qualche attrazione, deve dichiarare la propria disponibilità e lasciare che l’altra parte, senta, o valuti e si mostri d’accordo,  oppure no.
In altre parole, due persone di sesso opposto o uguale, nel loro privato possono fare tutto quello che vogliono, senza limiti e confini, ad una condizione: che vi sia l’unanimità di consensi, che nessuno prevarichi l’altro (o l’altra), per cui, a posteriori, non vi possano essere lamentele di alcun genere.
Onestà e chiarezza consentono la trasparenza dei comportamenti ed evitano delusioni e pentimenti. Con quei valori si possono esplorare le vie dei rapporti di cui non si conosce mai in anticipo lo sbocco.
Due giovani eterosessuali, che si conoscono e si frequentano in tutti i sensi, devono stare attenti a pensare di decidere una unione stabile, perché, nel successivo decennio, ognuno di loro cresce in una direzione: se è la stessa, se si mantengono le affinità iniziali, il rapporto cresce bene, ma se le strade si divaricano, il rapporto va verso la sua conclusione.

Non è un caso che nei nostri giorni è aumentato cospicuamente il numero di convivenze rispetto ai matrimoni. I giovani hanno la saggezza di capire che è meglio provare a stare insieme con tutti i pregi e i difetti. Solo dopo, verificati questi dati, pensano a stabilizzarsi o a dividersi.
Dalla analisi che scriviamo si comprende come il corteggiamento sia un comportamento inutile e spesso dannoso. Se infatti nasconde un secondo fine, cioè il lato B, non è corretto, se invece è franco, di esso non v’è bisogno. Dirsi le cose senza preamboli è indispensabile per la serenità dei rapporti stessi.
Quanto scriviamo non sembri una questione di lana caprina. Esso deriva dall’osservazione della società a livello mondiale che fanno gli studiosi dei rapporti fra persone.
Ognuno ha il diritto di formarsi la propria opinione e quindi si può essere d’accordo o meno. Ma tutti dovremmo concordare che alla base dei rapporti vi debba essere il rispetto del prossimo, per evitare che la propria indispensabile libertà vìoli quella degli altri.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017