Il Censis ha realizzato un’indagine sui giovani 18/34enni con vocazione imprenditoriale. Il 40,6% delle imprese del Sud nate nell’ultimo trimestre è opera loro
PALERMO – Hanno tra i 18 e i 34 anni, usano la tecnologia con grande familiarità e dimestichezza, amano la sharing economy e il cibo biologico. Sono i Millenials, i ragazzi under 35 con una vocazione imprenditoriale. Anche al Sud. Secondo l’ultima ricerca realizzata dal Censis per il Padiglione Italia e intitolataVita da Millennials: web, new media, startup e molto altro.
Nuovi soggetti della ripresa italiana alla prova, il 40,6% delle imprese nel Mezzogiorno, nate nel trimestre è riconducibile a un giovane, con un tasso di crescita del 3,5% rispetto al trimestre precedente. In Italia, trecento imprese aperte ogni giorno sono di iniziativa dei Millenials.
Tra aprile e giugno scorsi, in tutto lo Stivale, sono state fondate quasi 32mila imprese da persone con meno di 35 anni, “con una crescita del 3,6% rispetto al trimestre precedente a fronte del +0,6% riferito al sistema d’impresa complessivo”, dice il Censis. E ai giovani si deve più della metà (il 54%) del saldo tra imprese nate e cessate nel periodo. Lo stock complessivo di imprese di giovani è oggi pari a 594.000, cioè costituiscono il 9,8% del tessuto imprenditoriale del Paese.
A dispetto della crisi e della precarietà, loro sfidano il mercato con la nuova forma imprenditoriale: le start up.
Ma chi sono i Millenials? Secondo il ritratto del Censis, sono 2,3 milioni i Millennials (i giovani di 18-34 anni) che svolgono un lavoro di livello più basso rispetto alla propria qualifica (sono il 46,7% di quelli che lavorano, rispetto al 21,3% dei Baby Boomers di 35-64 anni). Un milione di Millennials ha cambiato almeno due lavori nel corso dell’anno, 1,2 milioni dichiarano di aver lavorato in nero negli ultimi dodici mesi, 1,8 milioni hanno svolto lavoretti pur di guadagnare qualcosa, 1,7 milioni nell’ultimo anno hanno lavorato con contratti di durata inferiore a un mese, 4,4 milioni hanno fatto stage non retribuiti. Più di 3,8 milioni di Millennials lavorano oltre l’orario formale (il 17,1% in più rispetto ai Baby Boomers). Di questi, 1,1 milioni lo hanno fatto senza ricevere il pagamento degli straordinari (il 4% in più rispetto alla fascia di 35-64 anni) e 1,7 milioni con una copertura economica solo saltuaria.
A 1,1 milioni di Millennials capita di lavorare anche di notte, a quasi 3 milioni durante il weekend. Ancora: 1,8 milioni lavorano a distanza, da casa o comunque lontano dal posto di lavoro, 1,9 milioni sono pendolari e 2,5 milioni viaggiano spesso per lavoro in città diverse da quella in cui risiedono. La parola d’ordine è digital life: il 94% è utente di internet (contro il 70,9% riferito alla popolazione complessiva), l’87,3% è iscritto almeno a un social network (contro il 60,2% medio), l’84,7% utilizza lo smartphone sempre connesso in rete (contro il 52,8% medio).