Corridoio 1: l’esito solo il 19 ottobre - QdS

Corridoio 1: l’esito solo il 19 ottobre

Rosario Battiato

Corridoio 1: l’esito solo il 19 ottobre

martedì 27 Settembre 2011

Da Bruxelles tengono con il fiato sospeso la Sicilia, intanto sono al lavoro deputati regionali e nazionali. Secondo i documenti Ue, Palermo sarebbe fuori dai nodi primari del sistema europeo dei trasporti

BRUXELLES – Proprio oggi a Roma, i presidenti delle Regioni Sicilia e Calabria, Raffaele Lombardo e Giuseppe Scopelliti, incontreranno il Ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, per la riunione che definirà la posizione ufficiale del governo italiano sulla rimodulazione della rete trans europea dei trasporti, Tet-T. La pietanza principale della giornata riguarda l’eventuale taglio del corridoio uno Berlino-Palermo che, all’altezza di Napoli, dovrebbe deviare verso Bari, in una ipotesi che fa parte del tracciato del nuovo corridoio cinque, Helsinki-La Valletta. Ma prima della decisione finale bisogna ancora sparare le ultime cartucce in mano al governo nazionale e regionale, anche in virtù dei milioni di euro già investiti e di quelli previsti.
Tutto resta ancora in ballo. Le uniche certezze riguardano la chiusura delle consultazioni bilaterali tra la Commissione europea e il governo italiano, prevista a Bruxelles per il pomeriggio del 30 settembre, e l’ufficializzazione del programma, come ha confermato il commissario europeo dei trasporti, Siim Kallas, incalzato dalla stampa, in calendario per il 19 ottobre.
Gli unici dati “pubblici” sulla rimodulazione della rete Ten-T sono contenuti nella relazione sulla bozza di bilancio pluriennale al 2020 – C0M (2011) 500, dove, da pagina 54, per dieci pagine, è illustrato il progetto di revisione della rete trans europea dei trasporti Ten-T. Secondo il documento il vecchio corridoio Berlino-Palermo sarà sostituito dalla direttrice Helsiki-La Valletta, che da Napoli corre verso Bari tagliando fuori dalle rotte europee buona parte della Campania, l’intera Basilicata, insieme a Calabria e Sicilia. Portandosi dietro anche il Ponte sullo Stretto, che senza il corridoio verrebbe completamente ridimensionato.
 
Dopo l’appello di Lombardo, e l’azione congiunta di deputati regionali e nazionali, nonché del ministro Matteoli, anche gli eurodeputati nazionali sono pronti a mettersi di traverso. Nell’incontro dello scorso 20 settembre, a Bruxelles, le regioni Sicilia e Calabria, il Ministero delle infrastrutture, il gruppo delle Ferrovie e la società Ponte sullo Stretto hanno presentato un “addendum” tecnico alla proposta di tracciato del nuovo corridoio cinque, chiedendo l’integrazione nel suo percorso verso Malta, della tratta Napoli-Salerno-Gioia Tauro-Reggio Calabria-Messina-Catania-Palermo. Nei giorni scorsi il Commissario ai trasporti Siim Kallas ha definito “speculazioni” le richieste di chiarimento avanzate da più parti, in Italia e a Bruxelles, ribadendo che la decisione della Commissione sarà presa solo il 19 ottobre.
La rivisitazione è arrivata, con la Decisione 661 della Commissione, adottata il 7 luglio 2010, che fissa le linee guida della nuova progettazione.  In particolare, l’articolo 2, mette a fuoco gli obiettivi del nuovo piano: coprire l’intero territorio degli stati membri, così da facilitare l’accesso, collegare le isole, le zone lontane e periferiche alle regioni centrali, e interconnettere — senza strozzature — le regioni e le maggiori realtà metropolitane dell’Unione.
La scelta dell’Ue sembrerebbe dettata dall’assenza di una serie di infrastrutture essenziali: Catania è l’unico scalo meridionale nel Core Network, cioè nel circuito principale, mentre tra i porti non figura Palermo. Il capoluogo regionale resta inoltre fuori dal quadro dei criteri tecnici che identificano i “nodi” primari del sistema europeo dei trasporti: il suo porto e il suo aeroporto non superano le soglie di traffico. Palermo non è stata inoltre considerata neanche come area metropolitana, dal momento che non è contenuta nell’elenco stilato dall’articolo 22 del Decreto legislativo 267 del 2000. La Regione l’aveva già fatto nel 1986, anche perché l’area palermitana supera il milione di abitanti, quinta per numerosità in tutta Italia. Escluderla dallo scacchiere europeo sarebbe uno schiaffo anche all’intera Sicilia.
 


L’Ue resta dubbiosa sul futuro del Ponte sullo Stretto
 
BRUXELLES – Desiree Oen, consigliere del commissario europeo ai trasporti, durante l’incontro del 20 settembre ha ascoltato con grande attenzione i dati forniti dalla società Stretto di Messina. “Le notizie che riguardano la realizzazione del ponte – ha detto – sono confuse e contraddittorie. Un chiarimento sulla reale situazione delle procedure è molto importante. Perché incide sui dati che sono alla base della metodologia che è stata rigidamente seguita nella programmazione”.
Herald Rujters, direttore delle reti trans europee e degli investimenti strategici, ha annotato con cura le notizie sullo stato di avanzamento del progetto del ponte, sui costi e sulle fonti di finanziamento, sui tempi di realizzazione e la prospettiva di apertura al traffico.
Il progetto esecutivo del ponte è stato completato nel dicembre 2010. La legge istitutiva della società Stretto di Messina ha previsto una valutazione tecnica preventiva del progetto, affidata a un comitato scientifico “interno”, che ha completato il suo lavoro nel mese di giugno 2011, quando è stato aggiornato anche lo studio di impatto ambientale. Il piano finanziario definitivo è in fase di elaborazione e sarà pronto entro febbraio 2012, data prevista per la delibera CIPE.

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