Bambini desaparecidos in Sicilia - QdS

Bambini desaparecidos in Sicilia

Liliana Rosano

Bambini desaparecidos in Sicilia

mercoledì 11 Gennaio 2012

il 50% dei bambini migranti scappa dalle strutture di accoglienza

Bambini scomparsi, difficili da rintracciare e da identificare. Sfuggono al controllo della burocrazia perché spesso non viene chiesto nessun documento di identità e per questo è più facile che diventino prede di pedofilia, accattonaggio, rapimento. Un fenomeno che cresce, le cui dimensioni sono spesso sconosciute o sottovalutate e i cui dati sono piuttosto allarmanti e preoccupanti. A fare luce sul fenomeno è la Direzione CentraleAnticrimine della Polizia di Stato, che in un Rapporto ha pubblicato i dati dei bambini scomparsi nelle regioni italiane e quindi anche in Sicilia.Dall’analisi è emerso che durante il primo trimestre 2011, ex aequo con la Lombardia, la Sicilia ha il maggior numero di bambini e adolescenti scomparsi. In tutto sono 38, 11 italiani (3 dei quali hanno meno di dieci anni, altri 3 ne hanno meno di quattordici, 5 non più di diciassette) e ben 27 stranieri, tre di età inferiore ai quattordici anni, tutti gli altri di età compresa tra i quindici e i diciassette. Nel 2007 la situazione era ben diversa. In Sicilia i minori scomparsi risultavano 6, a fronte dei 49 del Veneto, su un totale nazionale di 198.Nel 2008 i numeri di questa triste classifica aumentano: in Lombardia sono 82 i minori italiani e stranieri scomparsi, in Veneto 65 ed in Sicilia 55, 39 dei quali stranieri. Nel 2009, mentre in Sicilia si scende a 39, in Lombardia il numero dei minori scomparsi sale a 101, in Veneto a 70. Nel 2010 69 bambini e adolescenti risultano scomparsi in Sicilia, 67 in Veneto, 99 in Lombardia.
 
Globalmente in Italia 198 sono i bambini e gli adolescenti scomparsi nel 2007, 456 nel 2008, 545 nel 2009, 693 nel 2010, 283 nel primo trimestre 2011. Il fenomeno è quindi in espansione, stando al numero delle denunce che pare aumentare di anno in anno. Gli allontanamenti volontari dall’abitazione familiare riguardano soprattutto bambini e adolescenti italiani o comunque appartenenti a famiglie stabilmente residenti in Italia, le “fughe” dalle comunità invece soprattutto i bambini delle famiglie nomadi che, non riuscendo ad adattarsi scappano dall’istituto per tornare presso le famiglie di origine. Secondo quanto dichiarato sul sito della polizia di stato “Nei casi di bambini molto piccoli, sono addirittura le famiglie stesse che li “rapiscono” per riportarli al precedente stile di vita, ovvero all’attività di accattonaggio o al compimento di piccoli furti e borseggi”. Di tutte le segnalazioni che annualmente si ricevono, solo un 20%circa, a distanza di un anno, rimangono “attuali”.
 
Le ricerche vengono avviate, dopo la denuncia dei familiari o della comunità cui è affidato il minore, con l’inserimento del nominativo nel “CED-Interforze”, in modo tale che la notizia della scomparsa possa essere nota, in tempo reale, a tutte le Forze di Polizia e a tutti i Paesi che aderiscono all’accordo di Schengen. Quando si ritiene che il minore scomparso possa trovarsi in altri Paesi del mondo, scattano le richieste di informazioni all’Interpol. A rendere più difficile la ricerca dei bambini scomparsi è la mancanza di controlli nei confronti di minori che viaggiano. Come sappiamo,in Italia, ogni bambino alla nascita, viene identificato con la tessera sanitaria e con il codice fiscale. Ad oggi tale documentazione avviene attraverso un unica scheda magnetica, l’idea è quella di inserire all’ interno della tessera sanitaria, anche i dati relativi al DNA del bambino, nome, cognome e fotografie dei genitori. Tale documento permetterebbe di identificare il bambino in tutte quelle strutture di transito, quali, aeroporti, stazioni ferroviarie, zone di imbarco navi, ospedali, alberghi, scuole. Tutte queste strutture, avranno un lettore di questa tessera magnetica.
Però da alcune testimonianze, pare che manchino i controlli di identificazione dei bambini nei porti,aeroporti italiani. Questa negligenza non è altro che un incentivo al traffico dei bambini e all’espatrio dei minori. Servono codici di condotta, un concetto di identità per l’identificazione di minori, con documentazione probatoria. In media il 50% dei minori sbarcati da a Lampedusa e poi collocati nelle strutture regionali scappa dalle comunità di accoglienza. E’ l’allarme lanciato da Save the children che monitora il flusso dei minori che arriva massiccio nell’Isola siciliana. A Catania esiste il centro “Santa Maria del Lume” che si occupa dell’accoglienza di questi bambini. L’Istituto, giuridicamente è un Ipab (Istituto di Pubblica Assistenza e Beneficenza) della Regione Siciliana, ma da alcuni anni accoglie prevalentemente i migranti minorenni. I dati, affermano che negli ultimi mesi sono arrivati circa 150 bambini migranti ma che oltre l’80% dei minori assegnati a questa struttura ha fatto perdere le tracce. I bambini scappano da Catania ma anche da tutte le 52 comunità della Sicilia. Ogni anno in Sicilia, con la ripresa massiccia degli sbarchi in Sicilia il numero dei minori clandestini cresce di giorno in giorno. Solo nei primi mesi del 2011 a Lampedusa sono approdati oltre 1.500 minori non accompagnati, 400 dei quali ancora in attesa sull’isola perché non si sa dove collocarli. Questo arrivo massiccio non solo rende difficile la gestione dell’accoglienza ma soprattutto non facilita il processo di integrazione. Ma dove vanno i minori che scappano? Molti salgono sui treni del Nord e lasciano l’Isola. Altri sono vittime facili di rapimento che spesso i trasforma in sfruttamento o prostituzione.

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