Diabete, malattia invisibile, si combatte con la prevenzione - QdS

Diabete, malattia invisibile, si combatte con la prevenzione

Margherita Montalto

Diabete, malattia invisibile, si combatte con la prevenzione

sabato 21 Gennaio 2012

La Sicilia tra le regioni a maggiore diffusione di questa patologia

CATANIA – Sono dati importanti che fanno pensare quelli che tengono conto delle persone affette da diabete. In Sicilia il 6% della popolazione, in una età compresa tra i 18 e i 69 anni, è affetta da diabete. Dopo Basilicata, Calabria e Campania, la Sicilia risulta tra le regioni a maggiore diffusione della malattia. Per il diabete quale percorso? Uno screening per il controllo della glicemia e dell’emoglobina glicata rappresenta uno dei parametri fondamentali per il controllo della patologia.
 
Il Manifesto dei diritti della persona con diabete, realizzato da Diabete Italia e dall’Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione individua dei punti essenziali.Infatti chi soffre di questa patologia non è sempre informata circa il percorso assistenziale e sugli obiettivi del trattamento farmacologico e nutrizionale a lungo termine, come definite dalle attuali linee guida terapeutiche. Spesso la mancanza di sintomi depista la persona con diabete e i familiari i quali cadono in errore pensando che la situazione sia “sotto controllo” e quindi spesso sospendono le adeguate terapie o le modificano in modo inadeguato senza supporto o magari indipendentemente dal consulto medico.
 
L’informazione sullo stile di vita sano, in linea con le proprie possibilità e i bisogni, aiuta ad avere una consapevolezza sulle cause di scompenso e sui fattori di rischio per lo sviluppo di complicanze. Occorre pertanto: educare la persona con diabete e i familiari affinché possano vivere in base alle proprie aspirazioni; aiutare le famiglie a gestire il diabete facendo formazione continua e fornendo informazioni, strumenti e servizi che tengano conto delle necessità delle singole persone; stimolare gli operatori sanitari (specialisti, medici curanti, infermieri, psicologi, nutrizionisti, podologi, ecc.) ad ascoltare attivamente e per un tempo congruo la persona con diabete e i familiari per conoscerne bisogni, aspirazioni e aspettative; indurre gli operatori sanitari a spiegare gli obiettivi terapeutici, verificandone sempre la comprensione, e sviluppare schemi di cura (personalizzati, condivisi, esplicitati in forma scritta e orale) che indichino il trattamento da seguire abitualmente e il comportamento da tenere in eventuali situazioni di urgenza.
 
Invitare tutti gli operatori socio-sanitari a prendersi cura degli aspetti psicologici e sociali della persona con diabete e dei suoi familiari. In ogni caso il confronto con il proprio medico può aiutare a prevenire. Oggi si contano 246 milioni di diabetici, ma potrebbero diventare 380 nel 2025”, ha spiegato Carlo Bruno Giorda, presidente AMD (AssociazioneMedici Diabetologi): “Si può intervenire, in particolare con prevenzione del diabete tipo 2, quello maggiormente legato ad alimentazione e abitudini. Per limitarne i danni e prevenirlo non serve diventare grissini, basta mangiare poco di tutto, tenere il peso sotto controllo e fare attività fisica” è il suggerimento di Giorda.

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