I grillini non partecipano al voto di fiducia alla Camera. Il testo ora al Senato. Superbonus, Reddito cittadinanza: tutte le misure “indigeste”
ROMA – Resta in bilico la posizione del Movimento Cinquestelle sulle iniziative del governo nazionale e ancora non si capisce se i pentastellati resteranno o meno dentro la maggioranza. Di fatto i grillini non hanno partecipato al voto per la approvazione alla Camera del decreto legge Aiuti, che è stato comunque approvato con 266 voti a favore e che ora passerà al vaglio del Senato. Dei 104 deputati iscritti al gruppo del Movimento 5 stelle alla Camera, solo 1 è rimasto in aula durante la votazione del dl aiuti. Altri 85 hanno rispettato gli ordini di scuderia, non partecipando al voto. I rimanenti 18 deputati risultavano in missione. Il capogruppo del M5s Davide Crippa ha motivato la scelta: “Il nostro sostegno al governo è stato esplicitato con il voto di fiducia e la scelta di oggi è dettata da questioni puntuali, di metodo e merito, in coerenza con quanto già fatto in Consiglio dei ministri”.
Non l’ha presa bene il Pd
Crippa ha detto che pur rilevando l’utilità di parte delle misure, vi è l’assenza di tempi congrui per l’esame del decreto e ha puntato il dito contro le misure indigeste o i mancati interventi (Superbonus, le cessioni dei bonus edilizi, prezzi energia). Non l’ha presa bene il Pd che ha condannato la “grave scelta politica”.
“Indebolire o mettere a rischio il governo in queste settimane è da scellerati – ha detto il senatore Pd Andrea Marcucci -. Considerazione che vale per Conte ma anche per Salvini e per chiunque altro metta in discussione l’esecutivo Draghi”.
Vincenza Labriola, deputata di Forza Italia parla di azioni da scuola dell’infanzia: “I 5 stelle – ha detto – vanno a rotoli e stanno implodendo nella loro arroganza, convinti come sono di avere la verità in tasca. Della loro uscita dall’Aula non si spaventa nessuno, ma Conte ricordi che la politica di lotta e di potere non fa bene all’Italia”.
Iolanda Di Stasio e Primo Di Nicola, capigruppo alla Camera e al Senato di Insieme per il Futuro si dicono meravigliati dal comportamento dei pentastellati: “Davanti a provvedimenti che contrastano un’emergenza nazionale servirebbe compattezza da parte di tutte le forze politiche, ma c’è chi ancora una volta pensa solo ai sondaggi e si nasconde dietro a egoismi di partito. Così si porta il Paese a sbattere”.
Duro il commento di Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia che critica il comportamento del Movimento 5 Stelle che dà fiducia ad un governo di cui poi non condivide quello che fa. “Al Senato vedremo – conclude Lollobrigida – perché lì il regolamento non permette di votare la fiducia, ma non il voto finale al provvedimento”.
Vediamo cosa non hanno voluto votare i grillini
Il decreto aiuti prevede tra gli interventi principali il bonus di 200 euro, che sarà erogato a luglio a poco più della metà della popolazione per alleggerire l’impatto dei rincari delle bollette energetiche su famiglie e imprese. Arriverà direttamente nelle buste paga di luglio a 13,7 milioni di lavoratori dipendenti e a 13,7 milioni di pensionati. Gli altri dovranno fare domanda all’Inps. Il beneficio si può ottenere fino a un tetto massimo di reddito lordo annuo di 35mila euro. Sul superbonus 110% il Governo non ha concesso una nuova proroga. Per andare incontro alle richieste della maggioranza ha però consentito che le cessioni, per le quali rimane il limite massimo di quattro, possano allargare il proprio raggio d’azione. La quarta potrà essere effettuata dalle banche a qualsiasi partita Iva diversa dal consumatore finale. Quindi, a chiunque eserciti attività d’impresa, commerciale, artigianale o professionale. La norma è retroattiva. Il decreto da 7 miliardi per contenere gli aumenti delle bollette di luce e gas nel terzo trimestre è rientrato come emendamento. Viene poi ampliato il golden power anche agli impianti geotermici e ulteriormente semplificata l’installazione di panelli solari a terra. Contro il caro gasolio vengono stanziati 23 milioni per il credito d’imposta per la pesca fino al 31 dicembre 2022. Dopo il voto finale di fiducia dell’aula di Montecitorio, il provvedimento è atteso all’esame del Senato. La conversione in legge dovrà avvenire entro venerdì 15 luglio.
“La mancata partecipazione al voto sul dl aiuti in Aula alla camera? “Era una decisione già chiara, c’è una questione di merito per noi importante, che avevamo anticipato. Una questione di coerenza e di linearità, quindi nulla di nuovo”. Così il leader del M5S Giuseppe Conte, arrivando alla sede del Movimento in via campo Marzio. L’ex premier ha dribblato le domande sulla linea che il Movimento terrà al Senato e sulla richiesta di una verifica di governo avanzata a Draghi da Silvio Berlusconi.