Amministrative: Di Maio a Caltanissetta attacca la Regione - QdS

Amministrative: Di Maio a Caltanissetta attacca la Regione

redazione

Amministrative: Di Maio a Caltanissetta attacca la Regione

sabato 27 Aprile 2019

L'avvicinamento del centrodestra alla Lega spinge il leader grillino contro il governo regionale che "vince e se ne fotte e pensa ai cazzi suoi". L'assessore Razza, "Dia invece risposte ai Siciliani sul lavoro"

“E’ bellissimo essere qui con voi”.
Con queste parole il leader grillino Luigi Di Maio, nella Caltanissetta del capogruppo all’Ars Giancarlo Cancelleri, ha aperto il comizio per lanciare il candidato sindaco pentastellato Roberto Gambino.

Poi è partito con un attacco totale alla Regione Siciliana governata dal centrodestra, probabilmente alimentato dalle manovre di avvicinamento tra quest’ultimo e la Lega: “Quando un governo regionale come questo arriva a non recepire la legge anticorruzione o a perdere settanta milioni per non tagliare i vitalizi allora penso si sia superato qualsiasi limite”.

Questi del centrodestra, ha detto, “vincono e se ne fottono” perché “dopo avere vinto non fanno nulla più. Evitate di eleggere questa destra, gente che ha venduto qualsiasi ideale per la poltrona in cui sono seduti: ormai mezza giunta è indagata” e “banditi politici hanno massacrato la regione”.

Poi un attacco frontale al presidente dell’Ars Gianfranco Micciché “unico regista di questo centrodestra in Sicilia”, invitato a tagliare i vitalizi e a poi chiedere il reddito di cittadinanza.

Di Maio non ha mancato di elogiare l’operato del governo pentaleghista sottolineando che “deve andar avanti” per evitare “il ritorno del Pd” e perché “ci sono ancora un mare di cose da fare”.

Ha poi parlato di corruzione ed è stato costretto ad ammettere che “Anche da noi si sbaglia, ma quando qualcuno sbaglia, lo buttiamo fuori in trenta secondi”.

“Io – ha sottolineato, con un chiaro riferimento al sottosegretario leghista Siri – pretendo lo stesso dalle altre forze politiche soprattutto se stanno al governo. Se qualcuno viene coinvolto in inchieste, specialmente di mafia e corruzione, lo si manda in panchina. Poi eventualmente lo si richiama”.

“Quando si litiga – ha chiosato – non è importante la lite in sé, ma il perché si litiga. E il difendere le istituzioni dalle inchieste di mafia e corruzione è un buon motivo” ha detto, scordando che la lite riguarda anche la sindaco di Roma Virginia Raggi.

A rispondere al vicepremier grillino è stato l’assessore alla Salute Ruggero Razza: “piuttosto che spargere il solito veleno – ha detto -, il ministro Di Maio, che sente la sconfitta alle amministrative e non perde il vizio di insultare, dia una risposta ai tanti siciliani che la attendono: gli sportellisti, le aree di crisi industriale a partire da Termini Imerese, i disoccupati e i giovani”.

“Ci siamo stancati – ha aggiunto – di gente incapace che utilizza i ruoli pubblici per fare sterile propaganda. Come la peggiore casta si presentano in giro per le piazze che li hanno giudicati, ma qui trovano ormai cittadini consapevoli che vedono con quale approssimazione conducono l’azione di governo nei ministeri a loro guida”.

“Faccia come Toninelli – ha concluso – e si colleghi da remoto con il cellulare al prossimo consiglio dei ministri: scoprirà che dalle province alle città in dissesto, il governo Conte-Di Maio è una iattura per il popolo siciliano”.

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