Anno giudiziario amministrativo, Tar di Catania tra i più attivi

Anno giudiziario amministrativo, Tar di Catania tra i più attivi: “Stabilizzare i funzionari”

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Anno giudiziario amministrativo, Tar di Catania tra i più attivi: “Stabilizzare i funzionari”

Simone Olivelli  |
sabato 24 Febbraio 2024

Durante l'incontro è stato fatto il punto sugli ultimi dodici mesi

Più ricorsi ai tribunali amministrativi significano una maggiore fiducia nella giustizia e soprattutto un’economia che tende a risvegliarsi. È questa la chiave di lettura fornita dal presidente del Tar di Catania Pancrazio Savasta, nel giorno dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario. L’occasione è stata, come da tradizione, utile a fare il punto sugli ultimi dodici mesi che hanno visto gli uffici etnei aumentare la produttività rispetto al 2022, con un abbattimento degli arretrati ma anche una velocizzazione dei tempi di risposta.

Fatto quest’ultimo che, secondo Savasta, infonde nei cittadini il convincimento di poter fare affidamento alle aule giudiziarie per far valere le proprie ragioni in occasione di contenziosi con la pubblica amministrazione. “Il contenzioso – si legge nella relazione – è indice del movimento del mercato”. 

Tar di Catania, crescono i ricorsi negli appalti pubblici

La riflessione sulla correlazione tra il numero di ricorsi e la vitalità del mercato vale soprattutto nell’ambito dei settori pubblici. Ovvero una delle “aree più sensibili dell’economia”. Su questo fronte tra il 2022 e il 2023 il numero di ricorsi depositati in materia di appalti è passato da 146 a 171. Una crescita che si accompagna a una riduzione dei tempi in cui sono state prese le decisioni: “I tempi di risposta sono attestati in 28 giorni per la fase cautelare (contro il 29 del 2022) e 93 per quella definitiva di merito (contro i 120 del 2022)”, si legge nella relazione.

Dati che hanno spinto il presidente Savasta ad affermare che “i tempi di deposito, nella media nazionale, ancor più quest’anno smentiscono documentalmente le pur ricorrenti insinuazioni circa l’influenza negativa della giustizia amministrativa sul Pil, a causa dei ricorsi in tema di appalti pubblici”.

In tal senso, va sottolineato come i ricorsi ai tribunali amministrativi fanno spesso parte di una coda dell’iter di affidamento, sulla cui presunta lentezza si sono basate negli ultimi anni le decisioni del governo nazionale di intervenire per snellire le procedure: prima con i decreti Semplificazione, poi con il nuovo codice degli appalti.

Misure che hanno dato la possibilità alle pubbliche amministrazioni di avvalersi con più facilità e ricorrenza di percorsi alternativa alle gare aperte per arrivare all’individuazione delle imprese esecutrici dei lavori. 

Tar di Catania tra i tribunali più attivi

Appalti a parte, i dati raccolti in materia di contenzioso dicono che il tribunale amministrativo regionale etneo si colloca al quarto posto tra i Tar a livello nazionali, dopo quelli del Lazio, di Napoli e Milano, “uffici giudiziari – viene ricordato nella relazione – che hanno ben altre dimensioni”. A riguardo, il 2023 a Catania ha registrato l’apertura della quinta sezione del Tar, portando il numero di magistrati a 19, comunque ancora quattro in meno rispetto a quella che dovrebbe essere la pianta organica”.

Nel 2023 si è registrato un notevole aumento del contenzioso che si è attestato a ben 2467 ricorsi depositati, con un incremendo di 490, vale a dire il 24,78 per cento in più rispetto all’anno precedente”. 

L’operatività, come detto, passa anche dal tempo di deposito delle decisioni: tra il 2022 e il 2023, si è ridotto di 292 giorni, passando da un tempo di deposito medio di 822 giorni a 530, cioè meno di 18 mesi. “Presto non potremo più avvalerci delle udienze straordinarie – ha dichiarato il presidente del Tar Pancrazio Savasta al Quotidiano di Sicilia – perché il Pnrr prevede che si possano utilizzare soltanto in occasioni di ricorsi ultratriennali e, siccome puntiamo a fine anno a non averne più, dovremo contare soltanto sulle nostre forze. Per questo è oltremodo necessario poter disporre di tutte le unità di personale che ci spettano”.

Tar di Catania, questione dei contratti a tempo determinato

Il tema dell’organico tira in ballo anche la questione inerente i funzionari amministrativi che nell’ultimo periodo hanno lavorato al Tar di Catania, in quanto assunti a tempo determinato tramite i fondi del Pnrr. In ballo c’è la proroga degli incarichi e, più in generale, il quesito riguardante la loro stabilizzazione. “Sarebbe uno dei miei più grandi desideri – ha continuato Savasta, che nella relazione si ha dedicato ampio spazio a ringraziare l’impegno del personale di cui il tribunale si è fin qui avvalso –. Rispetto al resto d’Italia, ho deciso di strutturare l’ufficio del processo in maniera atipica, puntando in prima abbattuta su una regia centralizzata coordinata dal sottoscritto che ha contribuito ad abbassare i livelli di arretrato in tutte le sezioni. Superata questa fase, bisogna arrivare a un ufficio del processo che sia dotato degli assistenti del giudice. Parliamo – ha sottolineato il presidente – di funzionari bravissimi, che si sono contraddistinti per il proprio operato. Purtroppo la riconferma non dipende da noi: stiamo cercando in tutti i modi di sollecitare chi di dovere, intanto i nostri organi centrali e tramite loro il governo, per arrivare intanto alla proroga e poi per lavorare alla stabilizzazione. Se a livello governativo si capisse che non si deve solo intervenire nella fase emergenziale, ma bisogna operare affinché si normalizzino i risultati ottenuti – ha concluso Savasta – sicuramente si prenderebbe in considerazione la stabilizzazione di questi ragazzi”.

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