Augusta, ambientalisti contro il “nuovo cemento” - QdS

Augusta, ambientalisti contro il “nuovo cemento”

Luigi Solarino

Augusta, ambientalisti contro il “nuovo cemento”

martedì 03 Maggio 2022

Legambiente Augusta e Natura Sicula puntano i riflettori sulla realizzazione di un centro commerciale e un grande supermercato in due zone F che appaiono in contrasto con i vincoli urbanistici

AUGUSTA (SR) – “Le zone F d’interesse generale, nel territorio comunale di Augusta, vanno preservate da ulteriori cementificazioni per strutture commerciali che sono incompatibili con la destinazione pubblicistica di queste aree e con la necessità di perseguire senza indugio l’obiettivo europeo di consumo di suolo a saldo zero”.

È quanto scrivono le associazioni Legambiente Augusta e Natura Sicula nelle osservazioni fatte pervenire all’Amministrazione comunale megarese su altre due iniziative private in zona F attualmente all’esame degli uffici comunali. Si tratta, nello specifico, del progetto di un centro commerciale in contrada Scardina (Megara Village) e quello di un grande supermercato, con annesse opere di urbanizzazione, nell’area immediatamente a sud del cimitero comunale.

Per queste stesse ragioni, le due associazioni, qualche settimana addietro, si sono opposte alla cessione dell’area pubblica adiacente al Palajonio ad una nota catena americana di fastfood.

“Bisogna evitare – affermano Legambiente e Natura Sicula – che lo scopo ed il senso originale delle zone F, concepite dagli urbanisti e certificate dal legislatore quali aree per le attrezzature sociali, ricreative e verdi, vengano di fatto stravolti ed esse siano sottratte alla fruizione pubblica e collettiva”.

Mancano ad oggi le necessarie valutazioni ambientali

“Entrambi i progetti edilizi e commerciali privati appaiono in contrasto con i vincoli urbanistici di zona F, essendo tali manufatti del tutto estranei alla nozione di “impianti e attrezzature di interesse generale – proseguono – . Per queste iniziative imprenditoriali, inoltre, mancano ad oggi le necessarie valutazioni ambientali nonché gli studi di impatto prescritti dalla legge e propedeutici al rilascio di qualunque autorizzazione edilizia e commerciale. Com’è noto il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana (C.G.A.R.S.), con sentenza n. 409 del 30/03/2022, ha annullato il diniego del Comune di Augusta alla realizzazione del centro commerciale in contrada Scardina, con conseguente obbligo per l’Ente di riesaminare l’istanza presentata dalla società proponente”.

Pianificare le zone F secondo i giusti criteri

“Alla luce di tale sentenza, che rischia di aprire la strada al proliferare di istanze per progetti commerciali a macchia di leopardo, – Legambiente Augusta e Natura Sicula invitano l’amministrazione e il consiglio comunale – all’urgente elaborazione del Piano Urbanistico Commerciale onde pianificare il settore secondo i giusti criteri e per non esporre l’Ente a dannose controversie”.

“Allo stesso modo, – aggiungono – appare opportuno lavorare ad un piano particolareggiato delle zone F, al fine di pianificarvi le opere pubbliche di reale interesse generale, e in primo luogo le aree attrezzate a parco e per le attività ludiche e sportive all’aperto di cui il territorio rimane sprovvisto. Parimenti è di fondamentale importanza procedere alla redazione e all’approvazione del Piano urbanistico generale comunale (PUG), il cui obbligo è previsto dall’art. 25 della Legge regionale n. 19 del 13/8/2020, anche per gestire le previsioni di interventi di trasformazione del territorio e coordinarle “con le esigenze di salvaguardia delle risorse naturali, paesaggistico-ambientali, agro–silvo-pastorali e storico-culturali disponibili”.

“Non è più procastinabile – concludono le due associazioni – l’avvio di una nuova stagione di pianificazione urbanistica del territorio, che coinvolga istituzioni comunali, associazioni e cittadini per ri-disegnare insieme una moderna città ecosostenibile che tuteli e valorizzi i suoi beni culturali e ambientali e persegua attivamente l’obiettivo di azzeramento del consumo di suolo che l’Unione Europea impone di raggiungere entro il 2050”.

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