Borse di studio, soldi chiusi nel cassetto e audizione in V Commissione all’Ars - QdS

Borse di studio, soldi chiusi nel cassetto e audizione in V Commissione all’Ars

Michele Giuliano

Borse di studio, soldi chiusi nel cassetto e audizione in V Commissione all’Ars

martedì 22 Ottobre 2019

La Regione ha carenza di personale per il disbrigo pratiche, insorgono i parlamentari. 50 milioni di € per gli studenti svantaggiati bloccati dopo i passaggi burocratici dei Comuni

PALERMO – Il paradosso della Regione Siciliana: 50 milioni di euro per gli studenti siciliani svantaggiati ma volenterosi, borse di studio non erogate dal 2014 nonostante i fondi siano stati acquisiti dalla Regione, perché non ci sono dipendenti che possano occuparsi di portare a conclusione le pratiche.

Di questa situazione si è discusso, su richiesta di Marianna Caronia, deputata di Forza Italia, in V Commissione all’Ars, dove sono stati ascoltati i dirigenti dell’assessorato regionale. “Siamo rimasti esterrefatti – ha detto la Caronia – nell’apprendere che la Regione non ha personale per il disbrigo di queste pratiche. Si, proprio così, la mastodontica Regione Siciliana non ha qualche dipendente che possa materialmente preparare pochi atti formali, perché il grosso del lavoro lo fanno i Comuni che raccolgono tutte le istanze. I dirigenti regionali si sono letteralmente arrampicati sugli specchi per trovare giustificazioni all’ingiustificabile”.

Le borse di studio sono state istituite con la legge regionale 62 del 2000, che ha previsto che la Regione eroghi le borse a tutti gli studenti delle scuole primarie (ex elementari) e primarie di primo e secondo grado (ex scuole medie e superiori) ripartendo i fondi in base al numero di richiedenti ed alla rispettiva situazione economica in base all’Isee.

Un aiuto importante per molte famiglie che potrebbero usufruire di queste cifre per comprare materiale didattico che, soprattutto per le classi della scuola secondaria di primo grado può diventare gravoso per nuclei familiari già al limite economico.

Le borse di studio, in base all’indice Isee, vanno da poche decine di euro fino ad oltre 1.000 euro per singolo studente. Per Caronia, “una legge nata per sostenere gli studi per ragazzi e ragazze meritevoli e in condizioni economiche svantaggiate si è trasformata nell’ennesima beffa e presa in giro con la Regione che incassa i soldi dallo Stato e poi li tiene nei propri cassetti. Nel frattempo ci sono studenti che hanno pure finito il proprio percorso scolastico”.

Una situazione surreale, se si pensa che il grosso del lavoro lo fanno i Comuni e le istituzioni scolastiche. “Mi aspetto dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall’assessore Roberto Lagalla – ha concluso la parlamentare – che non tollerino ulteriormente questa situazione, imponendo ai propri dirigenti di procedere all’erogazione delle somme in tempi brevissimi”.

“Purtroppo, sin dal momento del suo insediamento – replica l’assessore Lagalla – questo governo ha dovuto far fronte a molti e gravi ritardi accumulati negli anni. Nel caso dell’erogazione delle borse di studio, lo scorso anno abbiamo proceduto al pagamento di arretrati risalenti addirittura al 2012-13 e 2013-14, rimasti fermi anche a causa del ritardo, da parte dei Comuni, nella trasmissione delle istanze all’amministrazione regionale.

In ogni caso, il differimento di almeno un anno non sarà mai ragionevolmente eliminabile proprio in ragione dei tempi tecnici di istruttoria delle pratiche da parte dei Comuni ai quali spetta l’assegnazione agli aventi diritto. Accolgo, comunque, la sollecitazione della deputata Caronia e confermo che gli uffici del Dipartimento dell’istruzione stanno lavorando, con tutte le risorse a disposizione e per quanto di competenza, per procedere all’erogazione delle borse di studio per gli anni 2014-2015, 2015-2016 e 2016-2017”.

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