Comuni virtuosi, la Sicilia ora cerca di recuperare - QdS

Comuni virtuosi, la Sicilia ora cerca di recuperare

Lina Bruno

Comuni virtuosi, la Sicilia ora cerca di recuperare

mercoledì 03 Marzo 2021


L’Associazione che mette insieme i Municipi migliori d’Italia sembra pronta a fare breccia anche nell’Isola. Intervista alla presidente Carletti: “C’è un movimento di sindaci molto determinati sia sul fronte della sostenibilità ambientale che per quanto riguarda la crescita economica”

Ispirati, visionari. Sono così, secondo Elena Carletti, i sindaci siciliani che fanno parte dell’Associazione nazionale Comuni virtuosi, di cui è presidente da tre anni. Li ha conosciuti a Roma, durante gli incontri che venivano organizzati prima della pandemia, dove gli amministratori di ogni parte d’Italia potevano scambiare esperienze, idee, “contaminarsi” l’uno delle buone pratiche dell’altro.

Dell’Associazione fanno parte 127 sindaci e nove sono siciliani. Ancora pochi, ma sono numeri destinati a salire, come spiega Elena Carletti, perché sono sempre più numerose le richieste di adesione al sodalizio. In questa rete di Enti locali possono entrare soltanto quelle realtà che operano per una sostenibile gestione dei propri territori, diffondendo nuovi stili di vita, sperimentando buone pratiche attraverso l’attuazione di progetti economicamente vantaggiosi, legati all’efficienza e al risparmio energetico ma anche all’inclusione sociale e alla partecipazione attiva dei cittadini.

“L’associazione – spiega la presidente Carletti – fotografa un Paese diverso da quello che troppo spesso ci viene raccontato. Ci sono decine di Amministrazioni che riescono a perseguire obiettivi che chiamiamo virtuosi, ma che sono vere e proprie sfide. Anche in Sicilia c’è un movimento di sindaci molto determinati. Ci sono regioni ricchissime dal punto di vista delle risorse naturali e se queste incontrano la buona amministrazione i risultati sono straordinari, sia per la sostenibilità ambientale che per la crescita economica. Questo è quello che sta accadendo in Sicilia, ma anche in Puglia”.

Elena Carletti, sindaco di Novellara, in provincia di Reggio Emilia, si è ripromessa di fare un viaggio tra i Comuni virtuosi della sua associazione dove ci sono, sottolinea, potenzialità incredibili che stanno emergendo attraverso lo sviluppo di progetti innovativi. “C’è molta attenzione – racconta – verso l’economia circolare e lo smaltimento dei rifiuti. Ci sono esperienze di comunità energetiche in cui i cittadini diventano partner dell’Amministrazione comunale, quindi protagonisti di una trasformazione in campo energetico che può dare grandi vantaggi economici”.

Un progetto pilota di Comunità energetica rinnovabile si sta avviando, anche se con difficoltà, a Paternò, in provincia di Catania, e a Ragusa, Comuni che non figurano ancora nell’elenco dei virtuosi. Segno che comunque l’attenzione verso le energie alternative e la sostenibilità ambientale è più diffusa di quanto possa apparire.

Come evidenzia ancora la presidente, l’intenzione è quella di “strutturare i coordinamenti regionali, nati su sollecitazione proprio dei nostri associati siciliani. La rappresentanza ha un valore e sono i nostri sindaci che spesso ci indicano altri Comuni che stanno facendo esperienze virtuose”.

Secondo Fabio Venezia, sindaco di Troina, risultato il primo cittadino più virtuoso d’Italia in occasione dell’ultimo premio nazionale organizzato dall’Associazione, malgrado le tante difficoltà, molti Comuni siciliani stanno facendo un importante cambio culturale. “Molti Enti locali – spiega – hanno problemi di natura finanziaria e quando si opera in dissesto o predissesto non è semplice gestire l’ordinario, figuriamoci portare avanti iniziative di qualità più alta. Nonostante però le difficoltà di amministrare in Sicilia, tra crisi demografica, mancanza di opportunità per i giovani, grandi sacche di disagio sociale, c’è una qualità nell’azione amministrativa di un numero non certamente alto di Enti locali, ma buono. Ci sono dei luoghi comuni sulla lentezza dell’apparato burocratico, l’inefficienza della programmazione dei Fondi europei, sull’incapacità a volte di gestire i servizi essenziali, però è stato dimostrato con i fatti che ci sono amministratori che si sono spesi per iniziative innovative”.

“Il nostro scopo – aggiunge la presidente Carletti – è raccontare quella parte di Paese che forniesce esempi straordinari. Penso a sindaci che sono riusciti a bloccare progetti di urbanizzazione selvaggia o a quelli che si sono spesi per iniziative di sostenibilità sociale. Ci sono progetti che cerchiamo di diffondere anche altrove, come quello del ‘Bosco del tempo’ che è stato inaugurato lo scorso anno in provincia di Parma e che parla della necessità di riforestare le nostre città. Stiamo anche sviluppando l’iniziativa chiamata ‘Bosco della memoria’ per ricordare le vittime del Covid a Bergamo e tra un mese andremo a posare il primo albero con una raccolta fondi che sta andando molto bene”.

L’Associazione Comuni virtuosi organizza anche momenti di formazione con una Scuola di “Altra amministrazione” e tante iniziative culturali con rappresentazioni teatrali, docufilm e mostre fotografiche. C’è poi il Festival della lentezza, una vetrina dove esporre prodotti sostenibili e “mettere insieme e fare conoscere un bel pezzo di Italia”.

scorpo-giansiracusa

Sebastiano Scorpo e Michelangelo Giansiracusa

Le parole dei coordinatori regionali Giansiracusa e Scorpo

Obiettivo doppia cifra entro la fine di quest’anno

“C’è un percorso nei processi di innovazione e sostenibilità ambientale, ormai irreversibile anche in Sicilia”. Per Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla (Sr) e coordinatore regionale insieme a Sebastiano Scorpo, primo cittadino di Solarino (Sr), dell’Associazione nazionale Comuni virtuosi, su certi temi anche nella nostra Isola c’è una netta inversione di tendenza.

“Molte cose – spiega Giansiracusa – sono diverse rispetto al passato. Alcuni territori sono più avanti, per altri ci vorrà più tempo ma il cambiamento è comunque iniziato. Nel mio comune quando mi sono insediato la differenziata non si faceva, adesso differenziamo tutto: andiamo verso l’80 % e chi verrà dopo di me non potrà che fare meglio, magari puntando sulla riduzione della produzione del rifiuto, cosa impensabile dieci anni fa”.

Il cambiamento sembra partire dalle piccole comunità, perché le aree metropolitane e i comuni capoluogo ancora faticano. “Da due anni e mezzo – afferma Giansiracusa – sono anche capo di gabinetto nel Comune di Siracusa, circa 130 mila abitanti, e abbiamo fatto un lavoro pazzesco. Cominciamo a vedere adesso qualche risultato, con quasi il 50% di differenziata, ma partivamo dal 7%. Il prossimo sindaco inizierà da questi risultati”.

Ma non è solo questione di rifiuti e differenziata, perché come sottolineato ancora dal sindaco di Ferla, “il Comune virtuoso è quello che imposta tutta una dinamica di politiche amministrative legate alla razionalizzazione e a principi etici”.

Sebastiano Scorpo evidenzia poi l’impegno di tanti colleghi contro la cementificazione e per le energie alternative, insieme ai buoni esempi prodotti: dal mercato a chilometro zero che valorizza il contadino e i prodotti tipici del territorio, alla casa dell’acqua, che riduce plastica e inquinamento.

In ogni caso, i parametri di valutazione sono abbastanza alti e non sembra facile entrare nell’Associazione. “Forse – dice Giansiracusa – siamo rimasti in una dimensione di nicchia, ma lo scouting fatto con grande attenzione ha garantito la qualità. La pandemia ha frenato le attività del coordinamento, nato un anno fa, ma da qui alla fine dell’anno vogliamo non dico raddoppiare i Comuni siciliani presenti in Associazione, ma almeno raggiungere un numero a due cifre. Con il rinnovo delle cariche ci saranno anche energie nuove che possono dare nuovi input”.

“Ci sono una serie di istruttorie aperte – aggiunge Scopro – su Comuni che hanno fatto richiesta e che devono essere esaminate. Allargare la rete significa aumentare la conoscenza e la circolazione delle buone pratiche”.

Possono essere grandi progetti, come lo è stato quello del compostaggio di comunità, ma anche piccole iniziative come quella di Aci Bonaccorsi con l’abbeveratoio per cani installato in una piazza. Fare il sindaco, è sempre più una sfida da vincere, per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini o anche solo per orgoglio personale. “Siamo noi – afferma il vice sindaco di Tusa (Me), Angelo Tudisca – che conosciamo le esigenze delle nostre comunità, che dobbiamo adattare provvedimenti nazionali o regionali ai bisogni reali. Con una parte dei ristori del Governo destinati ai bonus spesa, per esempio, abbiamo istituito l’assegno civico da erogare in cambio di servizi resi alla comunità, dalla cura del verde alla pulizia delle strade o all’interno del cimitero. Restituiamo così dignità alle persone in difficoltà che vogliono sentirsi utili, che cercano lavoro e non assistenza”.

Anche questo, in fin dei conti vuol dire diventare virtuosi e far crescere le comunità.

fabio venezia

La parola al primo cittadino Fabio Venezia, primo classificato nell’edizione 2020 del concorso nazionale “Il gioco dei sindaci”

Quella piccola grande rivoluzione di Troina avviata all’interno dell’apparato burocratico

Ispirati, visionari. Cos’è quella “dimensione immateriale dell’attività amministrativa” di cui ci racconta Fabio Venezia, sindaco troinese, se non l’idea di un amministratore “visionario” che non vuole solo asfaltare strade ma rendere cittadini migliori le persone che le percorrono.

Venezia si è aggiudicato l’ultimo premio nazionale “Il gioco del sindaco”, promosso proprio dall’associazione nazionale Comuni virtuosi, perché quella visione la sta traducendo in buone pratiche che gli hanno consentito di raggiungere il 75% di differenziata, frenare le costruzioni selvagge, mettere in sicurezza il territorio, valorizzare il centro storico, intervenire con ingenti finanziamenti per la riqualificazione urbana.

Sindaco da sette anni, Venezia ci spiega come ha “rivoluzionato” – lo dicono i numeri – questo borgo sui Nebrodi in provincia di Enna, di circa novemila abitanti. “Sono due – afferma – le direttrici seguite: la prima è che un Ente locale non può solo erogare servizi ma deve dare una spinta in più anche nelle dinamiche sociali, culturali ed economiche del territorio, deve essere il regista dei processi di sviluppo; la seconda è che accanto al ‘fare’ occorre soprattutto un impegno forte per la ‘dimensione immateriale dell’azione amministrativa’. A volte, su certi temi, dobbiamo cambiare la mentalità della comunità che amministriamo. Queste due cose insieme ci hanno fatto raggiungere risultati insperati fino a qualche anno fa”.

La rivoluzione è iniziata dentro l’apparato burocratico, con l’istituzione di due uffici, Europa e Progettazione. “Questo – aggiunge Venezia – ci ha consentito di realizzare progetti per circa novanta milioni di euro, partecipando a tutti i bandi, con un gruppo di lavoro che si occupa soltanto di questo. Abbiamo reperito in questi anni decine di milioni di euro di finanziamenti. Tutto questo ci ha permesso di migliorare la qualità della vita locale con interventi sull’impiantistica sportiva, sulle scuole, per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici ma anche di creare opportunità lavorative che hanno coinvolto maestranze, professionisti e fornitori”.

Alcune iniziative sono state prese come modello da altri Comuni italiani, come quelle per valorizzare il centro storico di Troina. “Abbiamo concesso – evidenzia il sindaco – contributi a fondo perduto a giovani coppie per l’acquisto della prima casa nel centro storico e in sette anni abbiamo permesso a 69 coppie di avere un’abitazione a prezzi accettabili, popolando quartieri antichi, mettendo in moto l’economia e consentendo a giovani privi di accesso al credito di fare un investimento senza dovere pagare né mutui né affitti”.

I contributi per la ristrutturazione delle facciate il Comune di Troina li concede dal 2014, molto prima dell’iniziativa di Governo del Bonus 110%. “Abbiamo dato – afferma – risorse per interventi su 190 immobili che hanno creato un indotto economico di cinque milioni di euro, consentendo alle maestranze locali di resistere alla crisi del settore edilizio”.

Per la sostenibilità ambientale, le politiche adottate con la costituzione di un’azienda municipale hanno portato la differenziata dal 3% del 2014 al 75%. In cantiere c’è poi il progetto “Troina eternit free”: il Comune ogni anno garantirà risorse in bilancio per le spese di smaltimento dell’amianto degli immobili privati.

Attenzione dedicata anche alla cultura. “Sta funzionando – dice il sindaco – l’idea di costituire un Polo museale d’Arte contemporanea con più di duecento artisti da tutto il mondo che hanno donato le loro opere. Faremo un accordo con l’Inda per portare qui in estate le rappresentazioni classiche e stiamo lavorando con il Fai per la valorizzazione di un convento cinquecentesco. Tutte queste iniziative ci hanno permesso di aumentare le presenze turistiche da 5.800 del 2012 a 19.400 al 31 dicembre 2019”.

Il sindaco sottolinea poi che un altro modo per valorizzare il borgo è attraverso i saperi e in questo contesto sono stati avviati degli accordi per fare di Troina una sede universitaria. “Grazie a un’intesa con l’Oasi Maria Santissima e l’Università di Catania – spiega Venezia – si terrà qui un Corso di laurea in Terapia occupazionale con più di cento studenti che oltre a formarsi in un ambiente sano, con servizi a loro dedicati, creeranno un piccolo indotto economico, rivitalizzando il nostro borgo. Ci sono accordi in corso anche con il Dipartimento di Biometec per istituire la prima Scuola di eccellenza in Sicilia di gastronomia funzionale”.

L’amministratore mandriano che ha sfidato la mafia dei Nebrodi

Essere amministratori virtuosi significa anche impegnarsi per la legalità e la sicurezza. E anche su questa strada si è mosso con decisione il sindaco troinese Fabio Venezia. “Quando mi sono insediato – spiega – c’era una presenza molto forte della mafia rurale, che stava mettendo a dura prova il comparto agricolo. Si verificava un furto di bestiame o di mezzi agricoli ogni tre giorni, seguito da richieste estorsive per la restituzione. Così, con un gruppo di imprenditori agricoli e commercianti coraggiosi abbiamo costituito un’associazione antiracket”.

Ma il Comune di Troina è andato oltre, deliberando la concessione di un contributo a fondo perduto dell’80% per l’installazione di impianti di videosorveglianza nelle aziende e di localizzazione satellitare per i mezzi, destinati a chi denunciava questi atti criminali, firmando un protocollo di legalità. “L’adesione massiccia – racconta – ha quasi azzerato i furti. Ma la battagli più impegnativa è stata quella per recuperare dalla gestione mafiosa 4.200 ettari di terreni demaniali che erano finiti nelle mani di gruppi criminali riconducibili alla mafia dei pascoli”.

“Si è cercato di darli in gestione – spiega – ma in pochi se la sentivano. Per questo abbiamo fatto una scelta complicata ma vincente, costituendo un’azienda agricola pubblica, la più grande d’Italia per estensione. Con una campagna di raccolta fondi abbiamo acquistato 120 asini ragusani e la Regione ha messo a disposizione una ventina di cavalli Sanfratellani. Adesso produciamo cosmetici con il latte di asina e salumi d’eccellenza. Ho nominato tre amministratori e io stesso nel tempo libero faccio il mandriano. Abbiamo ripreso anche l’antico rito della transumanza, che è ormai un evento, aderendo alla rete riconosciuta dall’Unesco e stiamo lavorando a progetti di valorizzazione turistica dei nostri boschi demaniali”.

“A regime – conclude – i giovani occupati nell’azienda passeranno dai nove attuali a sessanta. Abbiamo ottenuto un finanziamento per sistemare la rete dei sentieri e dei rifugi e inizieranno a breve gli interventi per un resort con 24 posti”.

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