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Coronavirus, inchiesta camici, indagato il leghista Fontana

redazione web

Coronavirus, inchiesta camici, indagato il leghista Fontana

sabato 25 Luglio 2020

Il presidente della Lombardia ha ricevuto un avviso di garanzia per la vicenda della fornitura alla Regione di settantacinquemila camici, del valore di mezzo milione di euro, dalla società del cognato dell'esponente del partito di Salvini. Anche la moglie di Fontana ha una quota nell'azienda

Tanto tuonò che piovve: il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, della Lega Nord, è indagato nell’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Milano sulla fornitura di settantacinquemila camici del valore di mezzo milione di euro affidata da Aria, la centrale acquisti della Regione, alla Dama, la società del cognato di Fontana, Andrea Dini.

Nell’inchiesta risultano già indagati con l’accusa di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente Dini e il direttore generale uscente di Aria Filippo Bongiovanni, sentito in Procura.

Fin dalle prime fasi delle indagini gli inquirenti hanno cercato di chiarire se il governatore lombardo avesse avuto o meno un ruolo attivo nel trasformare la fornitura da vendita in donazione alla luce del conflitto di interessi.

Vengono escluse invece, per il momento, eventuali responsabilità della moglie di Fontana, Roberta Dini, che detiene il 10% delle quote di Dama.

“Il ruolo di Fontana non esiste. Lui nel negozio giuridico non ha messo becco perché non ne era a conoscenza, l’ha saputo solo a cose fatte”, ha detto Jacopo Pensa, avvocato difensore di Fontana.

Pensa ha affermato che il governatore lombardo, una volta resosi conto del conflitto d’interessi venutosi a creare, “si è posto il problema dell’opportunità della cosa e quindi ha fermato il pagamento” da Aria a Dama, con il contratto di vendita trasformato in donazione.

Dunque “casomai il suo è stato un intervento virtuoso, non malizioso”.

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