Corruzione nella squadra mobile di Palermo, il pusher intercettato

Corruzione nella squadra mobile di Palermo, il pusher intercettato “Se parlassi io, si porterebbero tutti”

Filippo Calascibetta

Corruzione nella squadra mobile di Palermo, il pusher intercettato “Se parlassi io, si porterebbero tutti”

Redazione  |
mercoledì 04 Ottobre 2023

La corruzione nella squadra mobile di Palermo, le intercettazioni verso il pusher: "le sequestrava 'ste cose!!!", "Invece, me li dava a me"

A Palermo due poliziotti sono stati arrestati con accuse per corruzione. Si tratta di un sovrintendente capo della squadra mobile del capoluogo siciliano e un vice sovrintendente. Oltre a loro due è stato arrestato anche uno spacciatore.

Uno dei due uomini della Polizia di Stato in servizio nel capoluogo siciliano avrebbe avuto un ruolo fondamentale nelle attività illecite, ossia il sovrintendente capo, F.S., il quale avrebbe fornito delle informazioni al pusher, I.C., in merito ad alcune operazioni.

Inoltre, quando effettuava i sequestri di droga pare che ne prelevava una parte, consegnandola nuovamente allo spacciatore e venderla. Il ricavato sarebbe stato suddiviso fra F.S. e alti componenti della squadra mobile di Palermo. Questo emerge dalle prime indagini che hanno portato la Procura a richiedere le misure cautelari.

Corruzione a Palermo: le intercettazioni del pusher

I.C. è stato intercettato durante le indagini condotte dalla Procura di Palermo e ha detto: “Se parlassi io, mezza squadra mobile, si porterebbero tutti” – riporta Il Fatto Quotidiano – e ancora “Quanti piccioli gli ho fatto vuscare”.

In quel momento il pusher parlava con la madre al telefono, ovviamente non era consapevole delle intercettazioni messe in atto dagli inquirenti. Nel mezzo di una di queste conversazioni telefoniche si lamentava di una “inefficienza” del sovrintendente capo e spiegava che rapporti aveva con l’uomo.

Il giudice per le indagini preliminari scrive nella sua relazione e mette in evidenza un “chiaro riferimento” per il “versamento di corrispettivi pecuniari” a F.S. e altri agenti di polizia non ancora individuati. Le cifre sarebbero connesse alla vendita della droga prima sequestrata, fatta sparire e reinserita nel mercato illegale.

Tutto sarebbe confermato dall’ennesima intercettazione di I.C., che si ricorda è identificato come lo spacciatore, arrestato insieme ai due poliziotti: “le sequestrava ‘ste cose!!!”, “e la doveva andare a buttare… Invece, me li dava a me”. “Mi dava 20 mila euro” dunque quest’ultima affermazione mostrerebbe anche l’enorme giro d’affari.

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