Covid, medici famiglia "Memoria corta preoccupa, mascherina in tasca sempre" - QdS

Covid, medici famiglia “Memoria corta preoccupa, mascherina in tasca sempre”

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Covid, medici famiglia “Memoria corta preoccupa, mascherina in tasca sempre”

Redazione  |
giovedì 09 Febbraio 2023

"Sembra si abbia fretta di archiviare, insieme al virus, anche le precauzioni e il senso di responsabilità", spiega il presidente Fimmg

La scarsa memoria degli italiani per quello che abbiamo passato in pandemia ci preoccupa come medici”. A dirlo all’Adnkronos Salute Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).

Scotti (Fimmg): “Sembra si abbia fretta di archiviare anche le precauzioni”

“Nonostante l’azione di educazione sanitaria sulle misure anticontagio, fatta anche da noi, sembra si abbia fretta di archiviare, insieme al virus, anche le precauzioni e il senso di responsabilità che, invece, dovrebbero indurci a portare la mascherina sempre in tasca. E a non dimenticare mai di indossarla in caso di sintomi – spiega Scotti – . In questo momento, nei nostri studi, continuiamo a vedere infezioni respiratorie, ma il tasso di positività che riscontriamo è sicuramente più basso di quelli che abbiamo visto in passato”.

Adattamento del virus

“Sars-Cov-2 però non è sparito. Siamo solo arrivati a quello che avevamo previsto da tempo, ovvero un adattamento del virus. Fa però impressione – continua – che una condizione che ha talmente impattato sulle nostre vite in questi anni non trovi corrispondenza in una crescita del livello di responsabilità sociale, nella capacità di introiettare forme di tutela attraverso banali norme igieniche: lavarsi le mani, usare le mascherine al chiuso e soprattutto in presenza dei sintomi”.

I modelli di comportamento fossero stati acquisiti

Oggi, infatti, “torna ad essere importante l’ndicazione, superata in tempi di elevata circolazione virale, che la mascherina deve metterla soprattutto chi è ammalato, per evitare la diffusione. Se questi modelli di comportamento fossero stati acquisiti, se fossero divenuti una regola di responsabilità sociale, non avremmo avuto l’influenza intensa come quest’anno. La lezione e l’eredità della pandemia avrebbero dovuto stare proprio nel senso civico che porta a proteggere se stessi e gli altri dal contagio”, conclude.

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