Dimensionamento scolastico, in Sicilia addio a 93 istituti - QdS

L’accelerata del Governo al taglio delle scuole, in Sicilia addio a 93 istituti: perché saranno cancellati

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L’accelerata del Governo al taglio delle scuole, in Sicilia addio a 93 istituti: perché saranno cancellati

Salvatore Rocca  |
lunedì 11 Dicembre 2023

La Sicilia è una delle maggiori Regioni del Sud a essere toccata dal programma di dimensionamento scolastico deciso dal Governo.

Sono quasi 700 le scuole (698 per l’esattezza) che verranno chiuse nell’arco di due anni sull’intero territorio nazionale, di cui 93 soltanto in Sicilia. Si tratta del progetto di dimensionamento scolastico che il Governo Meloni ha in mente di attuare a breve, secondo quanto previsto dall’articolo 99 della Legge di Bilancio 2023 approvata a dicembre 2022.

Dimensionamento scolastico, gli istituti tagliati

Il successivo decreto interministeriale del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) indica che, per restare in “vita”, una scuola dovrà disporre di almeno 900 alunni iscritti. Gli istituti sottodimensionati verranno estromessi dalla rete scolastica e accorpati ad altri. Ma non sarà un processo automatico.

In totale, dalle 8.007 istituzioni scolastiche autonome attuali si passerà alle 7.309 che avranno il “privilegio” di rimanere attive: si parla del 10% delle scuole italiane che verranno cancellate. Ma non finisce qui, poiché entro il 2032 gli istituti verranno ulteriormente ridotti a 6.885.

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Una manovra che ricorda, in piccolo, quella formulata tra il 2008 e il 2011 dal Governo Berlusconi VI, quando l’accoppiata Maria Stella Gelmini-Giulio Tremonti – rispettivamente ministri di Scuola ed Economia – portò alla riduzione di oltre 2mila scuole, al risparmio di 8 miliardi di euro e alla fuoriuscita di oltre 130mila lavoratori tra docenti e personale ATA.

Dimensionamento scolastico, risparmi per 88 milioni di euro

Il taglio degli istituti avverrà a partire dall’anno scolastico 2024/2025 e anche in questo caso le motivazioni, com’è facilmente intuibile, sono prettamente di carattere economico. Grazie al taglio delle reggenze dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga), le casse dello Stato risparmieranno fino a 88 milioni di euro.

Così come ribadito dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara (che preferisce non parlare di “tagli”), tale cifra dovrebbe essere reinvestita per l’ammodernamento di altre scuole e il sovvenzionamento del personale scolastico.

L’opposizione delle Regioni

La pandemia da Covid-19 aveva rallentato le intenzioni dimensionamento delle scuole. Con la fine dell’emergenza, però, il Governo ha voluto dare una brusca accelerata al processo, creando non pochi malumori. Nel corso di queste settimane sono stati numerose le Regioni italiane che hanno mosso una dura opposizione alla volontà di Roma. Emilia-Romagna, Puglia e Toscana hanno presentato un ricorso che, però, è stato respinto alla Corte Costituzionale con la sentenza del 22 novembre 2023.

Alla schiera dei “no” si è aggiunta anche la Campania, la quale il 28 novembre 2023 ha ottenuto un parere avverso dal Consiglio di Stato che ha confermato la chiusura delle scuole nel territorio.

Dimensionamento scolastico, le scuole cancellate in Sicilia

Per la Sicilia – tra le Regioni del Mezzogiorno maggiormente colpite dai tagli – il provvedimento rappresenta addirittura una beffa. Inizialmente, infatti, il decreto interministeriale prevedeva la chiusa di 92 scuole. Adesso, invece, verrà aggiunta un’ulteriore unità alla già lunga lista di istituti con meno di 900 studenti in organico che verranno tagliati nei prossimi mesi.

Nessuna provincia isolana verrà risparmiata dalla scure di Roma. Le maggiori autonomie scolastiche a rischio si concentrano nelle aree di Palermo e Catania, con 19 istituti scolastici in meno per entrambe le province. Sono 11 le scuole che spariranno a Messina, 10 a Siracusa, 9 ad Agrigento e Trapani, 7 a Caltanissetta, 6 a Ragusa e 5 a Enna.

La conferma è giunta dalla conferenza regionale di organizzazione della rete scolastica dello scorso 5 dicembre, nella sede dell’assessorato all’Istruzione. A scompare dalla rete siciliana, tra le tante, sarà anche la scuola “Giuseppe Di Matteo” di Castelvetrano, intitolata al bambino ucciso dalla mafia nel 1996.

In Sicilia dispersione scolastica record

Una situazione paradossale se si considera che proprio alla Sicilia appartiene il record negativo italiano di dispersione scolastica. Secondo l’Ufficio Scolastico Regionale, il 21,2% degli studenti siciliani decide di abbandonare le classi prima del conseguimento del titolo di studio secondario superiore.

Una media superiore a quella nazionale del 12,7%. La Sicilia si trova davanti anche ad altre Regioni del Sud particolarmente colpite dal fenomeno come la Campania (17,6%) e la Puglia (16,4%). A Catania, poi, secondo i dati Istat, si registrano punte del 25,2%, specialmente nei quartieri periferici della città.

Scuole lontane e classi-pollaio?

Ma a quali istituti verranno accorpati quelle scuole che cesseranno di esistere in Sicilia? Dove verranno collocati studenti e lavoratori, evitando che si vengano a costituire le cosiddette classi-pollaio in strutture non adatte? Il quesito rimane aperto e lascia spazio a scenari incerti.

Il decreto interministeriale non si applicherà in quelle realtà ubicate in territori montani, nei distretti più colpiti dal rischio illegalità e dalla dispersione scolastica, in cui le scuole e i loro presidi fungono a presidio di legalità.

Tuttavia, nel caso dell’Isola a pesare è anche la situazione delle infrastrutture di collegamento non sempre efficienti o prossime agli istituti anche in zone territorialmente differenti. Il futuro della scuola è tutto da scrivere.

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