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Donna uccisa a Palermo, marito finisce in cella, ecco le accuse

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Donna uccisa a Palermo, marito finisce in cella, ecco le accuse

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mercoledì 10 Febbraio 2021

Salvatore Baglione dice di aver agito in preda a un "raptus". Ma per il gip si tratta di un omicidio premeditato, l'assassino infatti si è procurato in anticipo l'arma del delitto.

Il gip di Palermo Ermelinda Marfia ha emesso un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Baglione, 37 anni, per l‘omicidio della moglie Piera Napoli, 32 anni, uccisa domenica scorsa nella casa della coppia. Un provvedimento che segue la convalida del fermo disposto dalla Procura dopo il delitto e la contestazione nei confronti dell’uomo dell’aggravante della premeditazione.

L’assassino: “Ho agito in preda a un raptus”

Baglione dunque risponde di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazioni, dei futili motivi e della crudeltà. Ha confessato il delitto ai carabinieri e poi anche davanti al pm – Federica Paiola che coordina le indagini – sostenendo di avere agito in preda “ad un raptus” scatenato dal fatto che la moglie gli aveva rivelato di non amarlo più. La vittima, uccisa nel bagno di casa con diverse coltellate mentre uno dei figli dormiva, gli avrebbe anche detto di avere una relazione con un altro da qualche mese.

Il gip: “Delitto premeditato”

Sulla premeditazione non sussiste alcun dubbio – si legge nel provvedimento del gip – stante le oggettive modalità della condotta in provvisoria contestazione e i contegni antecedenti”. L’arma del delitto, infatti, trovata nell’appartamento – un coltello da macellaio con una lama di 20 centimetri – sarebbe stata portata in casa da Baglione che l’aveva presa nella macelleria in cui lavora.

“Emerge l’indole violenta dell’uomo che si fonda non solo sul gravissimo fatto in oggetto ma anche sugli altri episodi di manifestazione dell’aggressività: invero – scrive il gip – la contraria versione sostenuta, di un raptus, mostra tutta la sua debolezza. a carico dell’indagato”. Peraltro, prosegue la ricostruzione del giudice: “Gli iniziali sospetti lo avevano già indotto all’aggressività, alle minacce di morte ai danni della moglie, a comportamenti ossessivi volti a controllare la donna sino a quando, la notte prima dell’omicidio, l’uomo aveva visto la moglie mandare dei messaggi. La conferma della relazione extraconiugale da parte della vittima, si ritiene, abbia determinato l’uomo a porre in essere una condotta già programmata”.

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