Il futuro dei chip è sotto il Vulcano. Oltre 200 milioni per l’Etna Valley - QdS

Il futuro dei chip è sotto il Vulcano. Oltre 200 milioni per l’Etna Valley

redazione

Il futuro dei chip è sotto il Vulcano. Oltre 200 milioni per l’Etna Valley

Mauro Seminara  |
sabato 13 Aprile 2024

Progetto europeo per realizzare a Catania un’infrastruttura di microelettronica avanzata. La gran parte delle risorse andrà al Cnr-Imm che realizzerà la linea pilota

Catania si conferma polo attrattivo per la tecnologia, tanto da meritare il soprannome di Etna Valley, con chiaro riferimento alla più nota americana Silicon Valley. Quale area qualificata ed affidabile per la ricerca e la produzione dell’alta tecnologia, l’Etna Valley ospiterà una infrastruttura di microelettronica avanzata per la realizzazione di prototipi necessari allo sviluppo di applicazioni innovative nel campo della mobilità elettrica e delle telecomunicazioni.

Un investimento da 212 milioni di euro per un progetto pilota strategico su scala europea. Si tratta del campo dei semiconduttori e dei microchip. Lo stesso che nei primi mesi del 2022 l’allora presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Draghi aveva esortato a sviluppare in virtù dei grandi movimenti geopolitici globali.

Il progetto rientra infatti tra quelli approvati dal Governing Board del programma Chips Joint Undertaking ed ha l’obiettivo di rafforzare la leadership tecnologica europea nel settore dei semiconduttori. Il costo complessivo del progetto è di 360 milioni di euro, ripartiti per il 50% su fondi comunitari e per il 50% su fondi messi a disposizione dagli Stati partecipanti alla proposta. L’Italia è lo Stato che riceverà la maggiore quota di finanziamento con i 212 milioni di euro destinati all’infrastruttura di Catania, di cui 106 milioni di euro provenienti dalla Comunità europea, 53 milioni di euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca e una quota equivalente dal Ministero delle imprese e del Made in Italy. Di questi, circa 190 milioni di euro sono destinati al Cnr per la linea pilota che verrà realizzata attraverso le competenze dell’Istituto di microelettronica e microsistemi (Cnr-Imm).

Il progetto coordinato dal Cnr

“Sono molto orgogliosa per questo progetto, che sarà coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche, e prevede la realizzazione di un’infrastruttura abilitante per il settore industriale della microelettronica, con particolare focalizzazione sull’area catanese, reso possibile grazie all’investimento continuo del Cnr sul settore della microelettronica e microsistemi, che ha permesso di avere la massa critica per poter costruire questa significativa opportunità per lo sviluppo economico e tecnologico del nostro Paese, destinato a giocare un ruolo da protagonista in questo scenario”, ha affermato la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza.

Per il sindaco di Catania Enrico Trantino, “il via libera degli organismi comunitari delle prime quattro linee pilota promosse in ambito Chips Act, tra cui quella di Catania, conferma il distretto industriale etneo tra le aree industriali capofila nella Nazione italiana e nel continente europeo nei progetti di innovazione e alta tecnologia”.

“Un altro obiettivo raggiunto – ha aggiunto Trantino – per cui esprimiamo gratitudine al premier Meloni e al ministro Urso che ancora una volta confermano lo straordinario interesse per lo sviluppo di attività produttive ad alto contenuto tecnologico per la Sicilia e Catania, proiettati nella più avanzata frontiera della ricerca scientifica, in un’ottica di partenariato istituzionale di cui andiamo orgogliosi”. Il progetto, presentato dal Cnr, rientra come detto nel programma internazionale istituito con il Chips Act, il pacchetto legislativo approvato lo scorso settembre dalla Commissione Europea con l’obiettivo di incentivare e sostenere la produzione di semiconduttori a livello europeo.

In Italia verranno potenziati anche centri come “Beyond Nano”, infrastruttura avviata nel 2020 in collaborazione tra Cnr, Mur, Regione siciliana e STMicroelectronics. A essa si aggiungono infrastrutture presenti in Finlandia, Polonia, Svezia, Austria, Francia e Germania, coinvolgendo Università e Centri di ricerca di tali Paesi, e riunendo comunità scientifica e comunità industriale nello sviluppo di prodotti e processi avanzati, in accordo alle roadmap delle diverse tecnologie microelettroniche. Partner italiani del progetto con il Cnr sono Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Centro Italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore Chips-it, Consorzio Nazionale Interuniversitario per la Nanoelettronica Iunet.

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