Imprese Sicilia, Pino Pace: "Sono vive, ma servono interventi" - QdS

Sicilia, le imprese non sono morte. Unioncamere: “Dati buoni, ma servono interventi”

webms

Sicilia, le imprese non sono morte. Unioncamere: “Dati buoni, ma servono interventi”

webms |
domenica 31 Luglio 2022

I dati sul tasso di crescita delle imprese in Sicilia sono buoni, ma per il presidente di Unioncamere Sicilia, c'è bisogno di interventi strutturali per garantire la sopravvivenza delle attività.

In Sicilia le imprese sono “vive”, ma servono interventi per garantire che rimangano tali. Questa è l’opinione di Pino Pace, presidente regionale di Unioncamere.

Ecco il suo commento relativo alla situazione delle imprese in questa complicata estate, caratterizzata da nuove assunzioni da un lato e da crisi e rincari dall’altro.

Imprese e lavoro in Sicilia: i dati

Secondo il bollettino del sistema Excelsior di Unioncamere e Anpal, solo a luglio 2022 si prevedono 30.400 nuovi contratti in Sicilia su un totale di oltre 500mila in Italia. Il 22,6% delle entrate riguarda l’industria e il 77%, invece, i servizi. Niente sorprese, specialmente se si considera l’impatto del turismo sull’economia siciliana durante la stagione estiva.

I contratti stagionali sono moltissimi, soprattutto nelle strutture ricettive e nell’ambito della ristorazione. Quest’anno, nonostante la crisi tra guerra e inflazione “galoppante”, in Sicilia le imprese appaiono “vive” e pronte a farsi valere in un contesto difficile.

Lo confermano i dati di Unioncamere Sicilia sul tasso di crescita delle imprese locali nel II trimestre del 2022: sull’isola si registra un aumento del +0,58%, al di sopra della media nazionale (+0.54%) e dell’area Sud-Isole (+0.55%). Con questi numeri abbastanza rassicuranti, la Sicilia si colloca all’ottavo posto tra le Regioni italiani per imprese registrate dopo Sardegna, Lazio, Puglia, Valle d’Aosta, Trentino, Lombardia ed Emilia Romagna.

Pino Pace: “Turismo vola, ma servono interventi”

I dati sembrano positivi, ma quanto potranno ancora reggere le imprese siciliane tra caro energia e inflazione?

A tal proposito, in un’intervista per QdS, il presidente di Unioncamere Sicilia Pino Pace spiega: “Nonostante i numeri siamo positivi, la situazione generale è molto condizionata dal combinato disposto, oggi sempre più preoccupante, pandemia-guerra in Ucraina. Abbiamo un turismo che in Sicilia sta volando. Ad oggi possiamo affermare senza tema di smentita che le sensazioni e i dati che registrano i nostri operatori turistici sono molto confortanti. Sembra davvero l’anno della ripresa, ma bisogna fare i conti con l’emergenza Covid e con la situazione legata agli aerei, che in parte ha penalizzato”.

Soprattutto di fronte al caro carburanti e ai rincari delle materie prime, le imprese in Sicilia hanno dovuto imparare a sopravvivere. Una realtà non semplice e per Pace si necessita di un intervento dalle autorità regionali e nazionali: “La svolta sul fronte della guerra ce l’aspettiamo tutti perché le nostre imprese non potranno reggere a lungo questa situazione con i prezzi dell’energia, dei carburanti ormai alle stelle e l’inflazione che galoppa. Abbiamo passato mesi d’infermo per il Covid e adesso ci ritroviamo in una fase davvero molto preoccupante. Nessuno ha il cappello magico, ma se non interviene il governo nazionale con provvedimenti ad hoc temo che sarà difficile per tantissime imprese che si sono salvate già per miracolo dalla tempesta pandemica”.

Bonus a pioggia, soluzione “tampone”?

A sostegno delle imprese sono stati erogati diversi bonus negli scorsi mesi. Tuttavia, sembra che questi fondi servano solo da “tampone” e che in realtà serva una vera rivoluzione per le imprese in Sicilia. Rivoluzione possibile solo con soluzioni strutturali definitive.

Quali soluzioni, però? A tal proposito, il presidente di Unioncamere Sicilia commenta: “Credo che bisognerebbe fare una moratoria per le cartelle esattoriali e una fase di moratoria anche per il pagamento di tasse e contributi. Va ridotto anche il costo del lavoro, che in Italia è eccessivo e non consente alle imprese di poter incidere sull’occupazione. E poi ritorno anche sul costo carburante. In Italia, infatti, con le accise questo arriva a un prezzo impraticabile”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017