La Cassazione salva Umberto Bossi, prescrizione - QdS

La Cassazione salva Umberto Bossi, prescrizione

redazione

La Cassazione salva Umberto Bossi, prescrizione

mercoledì 07 Agosto 2019

Ma il partito che gridava "Roma ladrona" dovrà restituire i 49 milioni (quasi cento miliardi, in lire) sottratti agli italiani. A rate e per ottant'anni. Renzi, "soldi usati per diffondere fake news sul web"

Dopo cinque ore di camera di Consiglio, ieri sera la Corte di Cassazione ha deciso: reati prescritti per il senatur Umberto Bossi, capo assoluto della Lega Nord prima di passare il testimone a Matteo Salvini, e l’ex tesoriere Francesco Belsito nel procedimento sulla truffa per i rimborsi elettorali della Lega.

Ma se la Cassazione ha graziato Bossi, l’evidenza che la truffa agli italiani da parte della Lega Nord c’è stata è nella conferma della confisca dei 49 milioni di euro sottratti.

Confisca confermata e definitiva, dunque, pur se, anche in questo caso, il partito di Salvini potrà restituire l’enorme somma di denaro – quasi cento miliardi delle vecchie lire – in “comode rate” spalmate addirittura per ottant’anni.

La Cassazione ha inoltre annullato senza rinvio le condanne e le confische personali per il Senatur e l’ex tesoriere del partito che gridava “Roma ladrona”.

Belsito resta però responsabile di appropriazione indebita e per lui ci sarà
la rideterminazione della pena in Appello.
Secondo l’accusa il partito aveva ottenuto rimborsi elettorali ai danni del
Parlamento, tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e il
bilancio.

Salvini, ancora una volta, sulla vicenda ha fatto finta di niente, come se il partito che guida attualmente non avesse beneficiato dell’enorme somma di danaro utile a pagare, per esempio, le campagne elettorali.

Il capo della Lega Nord, vicepremier e ministro dell’interno ha commentato la sentenza dichiarando “non mi cambia niente”.

In realtà anche se fu durante la segreteria del Senatur che i rendiconti falsi presentati dal partito di “Roma ladrona” alla Camera e al Senato fruttarono alla Lega Nord contributi elettorali per 49 milioni,
14 di questi furono incassati durante le gestioni di Roberto Maroni e Salvini.

L’attuale vicepremier, insomma, trovò quei soldi nelle casse del partito ma non li restituì e adesso sono in corso nuove indagini per scoprire dove siano finiti.

Secondo l’ex segretario del Pd Matteo Renzi, che lo ha dichiarato in un’intervista, i 49 milioni sarebbero stati usati in parte ha dichiarato “per creare la macchina della propaganda su Facebook, la cosiddetta Bestia” che ha prodotto in questi ultimi anni un numero incredibile di fake news.

La conferma starebbe nel fatto che, non appena il Parlamento europeo ha approvato nuove norme sul web che imputa anche alla piattaforma la responsabilità penale e civile di chi diffonde notizie false, Facebook ha subito chiuso una ventina di pagine italiane che avevano circa cinque milioni di “seguaci”.

Inutile dire che facevano riferimento alla Lega Nord – diffondendo notizie false sui migranti – e al Movimento cinque stelle.

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