Una cosa è certa, tutto avviene in real time, non solo nel mondo digitale ma anche nel vecchio mondo analogico, quello degli scaffali e delle pompe di benzina
File di automezzi militari ad est e file di tir commerciali ad ovest. Questa è in sintesi la fotografia del mondo globale.
Le differenze sono evidenti negli occhi di un bambino ucraino ed in quelli di un bimbo siciliano. Ma una cosa è certa, tutto avviene in real time, non solo nel mondo digitale ma anche nel vecchio mondo analogico, quello degli scaffali e delle pompe di benzina.
Il mondo non solo non ha più barriere, nel bene e nel male, ma tutto scorre molto velocemente. Da quando un fantomatico pipistrello mutante ha aperto il vaso di pandora del Covid 19 nel mercato di Wuhan, a quando è arrivato da noi, è stato un attimo.
I fattori
Non ci sono più mezzi per isolarsi dai problemi incidentali o da quelli causati da scelte volontarie altrui. Questo limita fortemente il libero arbitrio degli individui e delle comunità. Inevitabilmente, nonostante le scelte di contratto sociale, scelte di formazione o di percorsi di vita siamo fragili di fronte agli effetti di una globalizzazione, che accelera esponenzialmente, spinta da due fattori determinanti.
L’enorme crescita demografica, non abbastanza percepita dall’opinione pubblica mondiale, e la guerra competitiva sul controllo di alcune materie prime strategiche.
Dagli idrocarburi al gas, dal silicio ai metalli rari, dal 5G alle rotte di comunicazione, è un continuo inseguimento al rialzo dell’asticella, con un susseguirsi di emergenze, conflitti commerciali, e guerre di posizione. In cui le comunità diventano a volte ostaggio delle persone fisiche che determinano gli scenari, siano esse a capo di nazioni o di potenti multinazionali.
E l’ONU?
Quando nacque l’ONU, sulla spinta di due guerre mondiali, eravamo in un mondo relativamente semplice, con continenti abbastanza frazionati e distanti. Oggi il mondo è estremamente complesso ed interconnesso e ogni azione sviluppa una reazione immediata e soprattutto velocissima. E ci sentiamo senza difese, senza poter chiudere la porta di casa lasciando il maltempo fuori di essa. Non ci sono più cuscinetti a sfera fra l’esistenza di un militare russo ed i problemi di un camionista di Pachino.
Il mondo è a casa nostra, e questa ci sembra troppo piccola per poterlo contenere.
Così è se vi pare.