L’Ars copre i partiti sui finanziamenti, in Sicilia la politica sfugge al controllo della Corte dei Conti - QdS

L’Ars copre i partiti sui finanziamenti, in Sicilia la politica sfugge al controllo della Corte dei Conti

Raffaella Pessina

L’Ars copre i partiti sui finanziamenti, in Sicilia la politica sfugge al controllo della Corte dei Conti

mercoledì 24 Luglio 2019

Oggi Conte riferisce al Senato sul caso Moscopoli ma sarà la Procura di Milano a chiarire i contorni dell’inchiesta sui presunti finanziamenti illeciti dalla Russia alla Lega Nord. E nell'Assemblea regionale siciliana torna d’attualità il dibattito sul finanziamento ai partiti. Josè Marano (M5s): “La Lega non nuova a finanziamenti occulti”. Barbagallo (Pd): “Sì alla tracciabilità”

“Fantasie”, come le definisce il leader del Carroccio Matteo Salvini, oppure un caso clamoroso di corruzione internazionale destinato a minare dalle fondamenta il partito con ripercussioni anche sulla tenuta del governo nazionale? Sarà la Procura di Milano a chiarire i contorni dell’inchiesta Metropol, già ribattezzata Moscopoli, sui presunti finanziamenti illeciti dalla Russia alla Lega. Intanto, però, torna inevitabilmente d’attualità il dibattito sul finanziamento ai partiti che di trasparente hanno molto poco.
In Sicilia, poi, una trasparenza ancor più discutibile a causa del mancato recepimento da parte del Parlamento siciliano degli artt. 12 e 14 della l. 515/93 che prevede la verifica da parte della Corte dei conti del rendiconto sulle spese elettorali.

La vicenda dei presunti fondi russi alla Lega riporta alla ribalta un tema scottante per i partiti, quello dei finanziamenti pubblici e privati. Questa storia che coinvolge la Lega è in continua evoluzione perché emergono indiscrezioni, notizie e intercettazioni telefoniche e che vedono coinvolte persone diverse.

In realtà, l’inchiesta sui presunti fondi illeciti è ancora in corso, non sono esclusi altri colpi di scena ma soprattutto il quadro accusatorio è ancora tutto da definire e da dimostrare.
Sarà compito della magistratura accertare i fatti e al di là della vicenda in sé, la nostra attenzione intende focalizzarsi sulla legge relativa ai finanziamenti ai partiti politici italiani, che nasce quasi 50 anni fa.

Il finanziamento pubblico ai partiti viene introdotto dalla legge del 2 maggio 1974 n. 195 (cosiddetta legge Piccoli). Proposta da Flaminio Piccoli (Dc), la norma viene approvata in soli 16 giorni con il consenso di tutti i partiti, ad eccezione del PLI. La legge n. 659 del 18 novembre 1981 introduce le prime modifiche: i finanziamenti pubblici vengono raddoppiati; partiti e politici (eletti, candidati o aventi cariche di partito) hanno il divieto di ricevere finanziamenti dalla pubblica amministrazione, da enti pubblici o a partecipazione pubblica; viene introdotta una nuova forma di pubblicità dei bilanci: i partiti devono depositare un rendiconto finanziario annuale su entrate e uscite, per quanto non siano soggetti a controlli effettivi. Il referendum abrogativo promosso dai Radicali Italiani dell’aprile 1993 vede il 90,3% dei voti espressi a favore dell’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti, nel clima di sfiducia che succede allo scandalo di Tangentopoli, ma non segue nulla di concreto.

La legge n. 157 del 3 giugno 1999, recante “Nuove norme in materia di rimborso delle spese elettorali e abrogazione delle disposizioni concernenti la contribuzione volontaria ai movimenti e partiti politici”, reintroduce un finanziamento pubblico completo per i partiti. Nel marzo 2012 il Greco (GRoups d’Etats contre la COrruptions/Group of States against Corruption), un organismo formatosi in seno al Consiglio d’Europa per aiutare gli Stati aderenti nella lotta contro la corruzione, ha redatto un “Rapporto di valutazione sulla trasparenza del finanziamento dei partiti politici” nel quale si sono sottolineate varie storture nel sistema italiano di finanziamento della politica.

Il Decreto Legge 28 dicembre 2013, n. 149 abolisce del tutto il finanziamento pubblico ai partiti, ma stabilisce anche delle regole per i privati che donano ai partiti. Ad ogni donazione, in denaro o beni/servizi, anche per interposta persona, è fissato un tetto massimo di euro 100.000/anno.

Ma se in Italia è difficile capire quali finanziamenti ricevono i partiti, ancora più difficile lo è in Sicilia dove non è stata recepita la normativa nazionale relativa ai controlli da parte della magistratura contabile sul rendiconto delle spese dei partiti politici (legge 515 del dicembre del 1993). In Sicilia, contrariamente a quanto avviene nelle regioni a statuto ordinario, la Corte d’Appello, pur avendo accesso alle dichiarazioni dei candidati, non verifica i rendiconti delle spese e non può irrogare sanzioni in caso di irregolarità.

Lo scorso anno abbiamo intervistato Salvatore Siragusa del Movimento Cinquestelle che aveva dichiarato che il gruppo parlamentare si stava adoperando per la predisposizione di un ddl che permettesse il recepimento della direttiva nazionale, ma ad oggi non risulta approvato alcun disegno di legge in merito.

 

Russiagate. Oggi Conte riferirà al Senato

 

“Il Parlamento è sacro: è stato chiesto al presidente del Consiglio di riferire. Quando il Parlamento chiama il governo risponde”. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte oggi pomeriggio si presenterà in Aula al Senato per riferire sul caso Moscopoli.
“Oggi andrà in scena al Senato il Russiagate – afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini -, con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che parlerà in aula e il ministro dell’Interno che potrebbe replicargli o dai banchi del governo o da quelli della Lega. In entrambi i casi, si tratterebbe di una scena mai vista prima nel Parlamento italiano. Ma più che il Russiagate – che avrà comunque tempi lunghi – quello che preoccupa di più è il ‘rissagate’ in corso nella maggioranza, che ha trasformato il governo in un wrestling che sta paralizzando l’Italia e che se non finisce alla svelta provocherà danni irreparabili al Paese”.

 

Il deputato regionale del Partito democratico, Anthony Barbagallo
“Favorire ogni intervento a sostegno della tracciabilità”

 

Il deputato regionale del Partito democratico, Anthony Barbagallo, non ha dubbi: “Questa vicenda merita la massima attenzione”.
Onorevole Barbagallo, che idea si è fatto dell’inchiesta sui fondi russi alla Lega: “pura fantasia” come l’ha definita il leader leghista, Matteo Salvini, oppure una vicenda destinata a scuotere il partito e a mettere in discussione l’alleanza di governo?
“La magistratura farà il suo lavoro, ma c’è un aspetto politico che non può essere sottovalutato. Proprio per questo il Partito democratico ha chiesto al ministro Salvini ed al premier Conte di riferire in Parlamento. Da un lato, infatti, bisogna capire se e di che natura sono stati i rapporti tra la Lega di Salvini e la Russia, e se vi sia stato o meno un trasferimento di rubli. C’è però, come dicevo, un aspetto politico: ancora una volta emerge chiaramente come questo governo sia segnato da profonde lacerazioni interne. Sembra che, più che amministrare, pensino a litigare fra di loro pur di scavalcarsi a vicenda nei sondaggi. E intanto l’Italia va sempre più giù”.

Moscopoli riapre lo spinoso dibattuto sul finanziamento ai partiti: c’è bisogno di più trasparenza.
“Il nodo della trasparenza nella pubblica amministrazione e nella politica deve essere affrontato a 360 gradi. In tema di finanziamento ai partiti molto è stato fatto, ma qualunque intervento nella direzione della tracciabilità dei movimenti di denaro deve essere sostenuta. La politica deve essere al servizio dei cittadini ed ogni condotta pubblica deve poter essere controllabile”.

 

Alessandro Pagano (Lega)
“Metropol? una bufala”

 

Sulla vicenda relativa ai presunti fondi illeciti dalla Russia alla Lega, abbiamo interpellato il siciliano Alessandro Pagano, parlamentare leghista alla Camera dei deputati.
Pagano ha ritenuto opportuno non fare commenti e non ha voluto rilasciare dichiarazioni al Quotidiano di Sicilia, limitandosi a dire che “si tratta di bufale che di più non si può”.
Secondo Pagano, dunque, il Carroccio non appare per nulla impensierito dalla vicenda Moscopoli, considerata alla stregua di una “fake news”.

 

Josè Marano (M5s): “Lega non nuova a finanziamenti occulti”
Il caso che imbarazza anche il M5s Sicilia

Il caso Russia sta creando non pochi problemi ed imbarazzo anche all’alleato di governo della Lega, il Movimento Cinquestelle.
Il leader pentastellato, Luigi Di Maio, nei giorni scorsi aveva rivolto un appello a Salvini affinché venisse a riferire in Parlamento, così da fare chiarezza e trovarsi nelle condizioni di poter “difendere” al meglio l’alleato leghista.
Il caso Russia scuote anche il M5s siciliano: “La Lega non è nuova a finanziamenti occulti o spartizione di denaro” – spiega al Quotidiano di Sicilia la deputata regionale grillina José Marano.
“La magistratura – continua Marano – farà il suo corso e ci dirà dove sta la verità. Dal punto di vista politico, invece, ritengo che il suo leader Salvini debba presentarsi al più presto in Parlamento, per sgomberare il campo da ogni ombra che si possa venire a creare sul loro ruolo al governo”.

Onorevole, cosa pensa dell’anomalia tutta siciliana legata al mancato recepimento di parte della legge 515/93 sulla trasparenza dei partiti?
“Il Movimento 5 Stelle ha dimostrato come è possibile fare politica senza contributo pubblico, basta solo autoregolamentarsi. Tanto zelanti quando vi è da ridurre i vitalizi, non mi stupisce affatto che l’Ars non abbia recepito la normativa nazionale che sottopone i conti dei partiti al controllo della Corte dei Conti. Ovviamente ritorneremo all’attacco perché assicurare trasparenza è il primo passo per avvicinare i cittadini alle istituzioni”.

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