Lavoratori sportivi, più tutele da riforma - QdS

Lavoratori sportivi, più tutele da riforma

Chiara Borzi

Lavoratori sportivi, più tutele da riforma

giovedì 13 Luglio 2023

In vigore dall’1 luglio (Legge 86/2019): nuove regole nel settore amatoriale e professionale. Nidil Cgil: “Bene novità su redditi e previdenza ma l’impatto si vedrà strada facendo”

ROMA – La Riforma dello Sport, promulgata nel 2021 in conformità all’articolo 5 della legge 86/2019, è entrata in vigore l’1 luglio di quest’anno. Il percorso verso la sua implementazione è stato travagliato, con numerose modifiche e integrazioni apportate, per ultimo, attraverso il decreto legge 75/2023. L’obiettivo principale della riforma è garantire la parità di trattamento e la non discriminazione nel lavoro sportivo, sia nel settore amatoriale che professionale, e assicurare la stabilità e la sostenibilità economica dell’intero sistema.

La riforma riguarda principalmente al settore dilettantistico dello sport, che comprende oltre 350 discipline diverse. Per la prima volta, il legislatore regolamenta i rapporti dei lavoratori sportivi, inclusi atleti, allenatori, istruttori, volontari, introducendo tutele previdenziali e assicurative. I compensi dei lavoratori sportivi nel settore dilettantistico sono considerati redditi da lavoro e sono soggetti a tassazione fino a un importo annuo complessivo di 15.000 euro.

La riforma prevede anche importanti cambiamenti nel trattamento previdenziale dei lavoratori sportivi. I lavoratori subordinati saranno iscritti al Fondo Pensione dei Lavoratori Sportivi, e anche i lavoratori autonomi operanti nel settore professionistico saranno iscritti a questo fondo. Sono state apportate modifiche alle aliquote contributive, inclusi i contributi per indennità come Naspi, Cuaf, Malattia e Maternità.

L’applicazione della riforma potrebbe incontrare difficoltà a causa della disomogeneità e difficoltà di monitoraggio della platea dei lavoratori sportivi. Il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro ha pubblicato un documento intitolato “Primi problemi applicativi della riforma del lavoro sportivo”, che analizza le diverse situazioni giuridico-lavorative e evidenzia “le sfide” che potrebbero sorgere nell’applicazione della riforma.

L’impatto della riforma sulle associazioni sportive dilettantistiche resta oggetto di dibattito, perché l’iscrizione al registro unico potrebbe presentare delle difficoltà, soprattutto a causa dell’assenza di una struttura telematica dedicata alla registrazione dei lavoratori. È il sindacato Nidil Cgil, attraverso la segretaria nazionale Roberta Turi, ad evidenziare questo particolare aspetto. La Nidli Cgil ha accolto favorevolmente la riforma, ma auspica ulteriori correttivi per affrontare le questioni specifiche relative alle ore di lavoro, alla contribuzione e all’aspetto fiscale. Turi ha sollecitato la richiesta di un tavolo istituzionale di discussione con tutti gli attori interessati dalla riforma, per sviluppare una contrattazione che tenga conto delle specificità e delle peculiarità del settore sportivo, garantendo al contempo diritti e sostenibilità. Il fatto di ridurre il carattere contributivo all’interno della gestione separata Inps, dal 33 al 25 per cento e addirittura portarlo al 50 per cento in meno al 2027, non può considerata la strada giusta per dare tutele ai lavoratori del mondo dello sport.

La Riforma dello Sport rappresenta un cambiamento significativo per il mondo sportivo italiano e il suo impatto sarà valutato nel corso del tempo. Come spiegato dalla segretaria Turi sarà cruciale monitorare da vicino l’applicazione della riforma e affrontare le sfide che si presenteranno lungo il cammino, al fine di garantire un equilibrio tra diritti dei lavoratori e sostenibilità del settore sportivo.

Anche la Sicilia è naturalmente coinvolta dalle novità introdotte dalla riforma

L’Isola ha il più basso tasso di densità di lavoratori sportivi, 11,1 operatori per società contro gli oltre 17 della Toscana, il rapporto “Osservatorio valore sport 2023” realizzato da The European House – Ambrosetti ha evidenziato anche la difficoltà dell’intero Mezzogiorno negli investimenti delle imprese nel settore sport. Se la media a Nord è di 121 mila euro, a Sud e nelle Isole la somma si riduce a 46 mila euro di media. Segue che la percentuale di sostenibilità economica fatta registrare nel Mezzogiorno è di appena il 19 per cento, mentre nel Centro Italia supera il 21 per cento. “La Riforma dello sport rappresenta un’occasione importante e la attendevamo. Non sappiamo quanti lavoratori siciliani saranno coinvolti dalle nuove regole, non sono censiti, – ha spiegato il segretario regionale Nidil Cgil Andrea Gattuso – tuttavia è necessario risolvere i problemi legati agli aspetti di carattere contributivo, al monte ore e alla nuova previdenza”.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017