Mafia, sequestro di beni al "padrino" di Valguarnera, nell'Ennese - QdS

Mafia, sequestro di beni al “padrino” di Valguarnera, nell’Ennese

redazione web

Mafia, sequestro di beni al “padrino” di Valguarnera, nell’Ennese

venerdì 24 Luglio 2020

Il patrimonio di Angelo Francese, 82 anni, emigrato negli Usa e che avrebbe favorito "Piddu" Madonia e Bernardo Provenzano, valutato intorno a seicentomila euro. Sequestrati sette terreni e cinque immobili, tra i quali una lussuosa villa

Un patrimonio di oltre seicentomila euro è stato sequestrato dalla Guardia di finanza ad Angelo Francese, di 82 anni, imprenditore originario di Valguarnera Caropepe (Enna), ora emigrato negli Stati Uniti, coinvolto in numerose operazioni contro la criminalità organizzata ennese.

Indicato a Valguarnera come “il padrino,” avrebbe, secondo la Finanza, destinato proventi di dubbia provenienza nell’acquisizione di beni immobili intestati a familiari estranei al contesto criminale al solo scopo di schermare la titolarità effettiva del patrimonio.

Tra le operazioni nelle quali è stato coinvolto quelle denominate “Corral” e “Valle del Dittaino”, per aver favorito, tra l’altro, la latitanza di esponenti di spicco di cosa nostra di Giuseppe Madonia detto “Piddu” – capo della famiglia mafiosa di Caltanissetta – e Bernardo Provenzano, così come sostenuto da alcuni collaboratori di giustizia.

I militari hanno eseguito un decreto del Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione.

Le accuse di mafia da cui, per varie vicissitudini, in passato l’uomo è uscito indenne sono state ritenute sufficienti dai giudici della prevenzione per ravvisare la pericolosità sociale dell’anziano imprenditore, qualificata dall’appartenenza all’associazione mafiosa operante nel territorio di Valguarnera Caropepe e sottoposto nel 2003 alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza.

Sono stati sequestrati cinque immobili e sette terreni tra Enna e Valguarnera, tra cui una lussuosa villa indicata da più collaboratori di giustizia come luogo di incontro di latitanti di elevato spessore criminale.

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