La credibilità della magistratura italiana è a zero, cosa serve per cambiarla? - QdS

La credibilità della magistratura italiana è a zero, cosa serve per cambiarla?

Paola Giordano

La credibilità della magistratura italiana è a zero, cosa serve per cambiarla?

Paola Giordano  |
sabato 02 Aprile 2022

C’è speranza di recuperarla o siamo di fronte ad una crisi irreversibile? Lo abbiamo chiesto al presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia

Che la malagiustizia continui a mietere vittime non è purtroppo una novità: personaggi più o meno noti vengono quasi quotidianamente sbattuti in prima pagina, condannati dai media per reati ancora da accertare nelle aule dei tribunali e che spesso, dopo mesi di indagini e anni di processi, vengono prosciolti o archiviati.

Errori giudiziari e ingiuste detenzioni, costano caro allo Stato

A fronte dei “mostri” che riempiono le pagine dei giornali e che poi si rivelano innocenti, degli errori giudiziari e delle ingiuste detenzioni – lo Stato ha sborsato per le eque riparazioni dal 2017 al 2020 quasi 180 milioni, di cui ben 48,8 milioni nel 2019 e 43,9 milioni nel 2020 – quello che inizia a delinearsi nel sentimento popolare è una sempre più marcata mancanza di fiducia nella magistratura.

Gravissima perdita di credibilità della magistratura nei confronti dei cittadini

Se negli anni Novanta i giudici godevano di un consenso plebiscitario di oltre 9 cittadini su 10, secondo il sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera oggi a dichiarare fiducia nella categoria è solo un cittadino su tre: è il livello più basso di sempre.

Basti pensare che nel 2010 la percentuale di cittadini che si esprimeva in positivo raggiungeva quota 68 per cento.

Le storture del sistema giustizia stanno quindi minando la credibilità della Magistratura.

C’è speranza di recuperarla o siamo di fronte ad una crisi irreversibile?

Lo abbiamo chiesto al presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia.

“Una crisi irreversibile – ha sottolineato – non ce la possiamo permettere: se va in crisi la Magistratura e la credibilità nella giurisdizione, va in crisi il sistema democratico che ne è un tassello essenziale.

Dunque, una crisi irreversibile non ce la possiamo permettere e sicuramente non ci sarà. Certo, però, alla malagiustizia bisogna tassativamente porre rimedio. Noi vorremmo una giustizia migliore, di qualità, più servizi, più risorse, più persone”.

Una riforma della giustizia? Santalucia: “La legge c’è già ma va implementata”

“La riforma dovrebbe dare una risposta a chi è ormai è in servizio da tempo. I magistrati onorari? Tre anni e poi via. Non devono stabilizzarsi. Sicuramente la magistratura onoraria può essere un’ottima ‘palestra’, ma non a vita. Tutt’al più, possiamo pensare a una stabilizzazione solo per coloro i quali sono in servizio da tempo. Ma per i nuovi dovrebbe diventare solo un modo per fare esperienza. La legge già c’è (è stata emanata quando Guardasigilli era Orlando) ma va implementata”, conclude.

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