Neet in Sicilia sempre più numerosi, l'indagine Openpolis - QdS

Il dramma dei Neet, in cinque province siciliane il 35% dei giovani non studia e non lavora

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Il dramma dei Neet, in cinque province siciliane il 35% dei giovani non studia e non lavora

Marianna Strano  |
giovedì 13 Luglio 2023

Non studiano, non lavorano, non credono nel futuro: un triste quadro quello emerso da una recente indagine Openpolis. Caltanissetta "città regina" dei Neet.

Le nove province italiane in cui la percentuale di Neet – giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano – supera il 35% si trovano al Sud e ben cinque sono in Sicilia. È un record triste, devastante, portato alla luce da una recente indagine di Openpolis.

“Serve un piano straordinario per contrastare il dilagare di questo fenomeno. Senza l’apporto dei nostri figli non possiamo guardare al futuro”: è questa la reazione del deputato questore dell’Ars Vincenzo Figuccia. Purtroppo non c’è nulla di nuovo sotto il sole, diversi rapporti hanno già messo in evidenza il problema (non ultimo il report annuale 2023 dell’Istat, che parla di oltre un terzo di Neet in Sicilia). I dati allarmanti di Openpolis, però, restituiscono l’immagine di una popolazione giovane sempre più preoccupata del futuro e di istituzioni sempre più “inermi” di fronte a uno scoglio apparentemente insuperabile.

Neet in Sicilia, “maglia nera” per Caltanissetta

Secondo Openpolis, è Caltanissetta la “città regina” dei Neet (Not in education, employment or training). Il 46,3% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studiano e non lavorano. Si tratta del dato peggiore in Italia. Seguono, nella lista delle città con il maggior numero di Neet: Taranto (38,3%), Catania (38,1%), Napoli (37,4%), Messina (37,3%), Palermo (36,8%), Siracusa (36,5%), Foggia (35,8%) e Catanzaro (35,6%). Tutte queste città – che comprendono anche le sedi delle maggiori università siciliane, Palermo e Catania – presentano più del 35% della popolazione giovane inattiva. Anche la decima città con più Neet è siciliana: si tratta di Agrigento (34,7%).

FONTE: elaborazione Openpolis - Con i Bambini su dati Istat (Bes dei territori)

Le dieci province con il tasso più alto di Neet si trovano tutte nel Mezzogiorno. Un dato di fatto, l'ennesima conferma dell'esistenza di un gap Nord-Sud mai colmato, soprattutto sul fronte lavorativo. E, altro elemento che non va trascurato, le province con più Neet sono anche quelle dove le competenze scolastiche risultano più spesso inadeguate. E ancora una volta in questo campo la provincia "regina" è Caltanissetta (51,9% di studenti di terza media con competenze inadeguate).

FONTE: elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati Istat e Invalsi

"Serve un piano nazionale"

Openpolis - con questi dati - ha lanciato l'allarme: bisogna contrastare il fenomeno Neet per il bene dei giovani e dell'economia nazionale.

"Investire sulla qualità degli apprendimenti e sulle competenze è la principale strategia per ridurre l’incidenza dei neet sul medio e lungo termine. Nell’immediato è comunque cruciale anche intervenire a supporto di chi si trova in questa condizione", si legge nel report.

Cosa non sta funzionando? In questo momento, per Openpolis, il piano nazionale Neet avrebbe due criticità: l'emersione del fenomeno (è difficile individuare quanti davvero non siano attivamente alla ricerca di occupazione o circuiti formativi e di avviamento al lavoro) e la "frammentazione dei servizi e l’incapacità di offrire una risposta unitaria".

La sfida, quindi, è quella di attivare "percorsi di co-progettazione tra il dipartimento per le politiche giovanili, i comuni (attraverso Anci), le organizzazioni attive e i loro partner istituzionali (Comuni e altri enti pubblici)". Il 2023 è l’anno europeo delle competenze e lo shock dei dati appena divulgati - per Openpolis - potrebbe essere l'occasione per entrare in azione e porre fine a un dramma sociale.

Immagine di repertorio

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