Palermo, troppi locali movida: "Causano desertificazione centro"

A Palermo ma non solo troppi locali della movida: “Causano desertificazione centri storici”

alfredominutoli

A Palermo ma non solo troppi locali della movida: “Causano desertificazione centri storici”

Redazione  |
lunedì 12 Febbraio 2024

A sostenerlo è la sezione palermitana di Confimprese

Continua a fare “rumore” la movida di Palermo, ma questa volta per un problema che, soltanto in apparenza, poco ha che fare con la violenza degli ultimi tempi. Messa sotta gli occhi del Comune ma anche del Governo è l’eccessiva presenza di locali che, a detta di Confimprese favorirebbe la “desertificazione dei centri storici”. Tramite un documento presentato in parallelo con la presidenza nazionale, la sezione palermitana dell’organizzazione del commercio precisa che “una delle conseguenze dell’abbandono dei centri storici da parte delle microimprese commerciali e degli artigiani è il proliferare dei pubblici esercizi. Ciò finisce per provocare almeno tre effetti negativi: la modifica morfologica dei centri storici, il nascere spontaneo di una sorta di cittadella del divertimento con la conseguenza dei fatti di violenza generati dalla malamovida”.

Affitti troppo alti

“Mantenere la presenza nei centri storici è una necessità sociale e non più una questione di carattere solo economico. Se per legge si fa una specie di appello ai sindaci per mediare sui prezzi degli affitti, vuol dire almeno due cose: l’abbandono dei centri storici da parte di commercianti ed artigiani va evitato e gli affitti troppo alti sono una causa del loro abbandono”. Così  il Presidente di Confimprese Italia Guido D’Amico.

Un pò di numeri

A fargli eco sulla spinosa questione è il vicepresidente vicario di Confimprese Italia, il palermitano Giovanni Felice: “Il prezzo degli affitti – dichiara – è una delle principali cause dell’abbandono del centro storico da parte di piccoli artigiani e delle micro attività commerciali. Nel conto economico il “peso” degli affitti non può superare il 10% del fatturato, in realtà a volte l’incidenza dell’affitto supera il 30%. Da qui la chiusura degli esercizi commerciali”.

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Le proposte

Tra le possibili soluzioni, “una cedolare fissa molto bassa limitata a queste attività – afferma Giovanni Felice, riduzione dell’Irpef sulla parte derivante da affitti commerciali di piccole attività nei centri storici, crediti d’imposta sugli affitti delle piccole attività commerciali ed artigianali che aprono o già svolgono la loro attività nei centri storici, azzeramento Tari e riduzione Imu, per questa tipologia di locali”. Ad accogliere la proposta di Confimprese Palermo, di volere convocare a breve una consulta per lo sviluppo con le associazioni di categoria è il sindaco di Palermo Roberto Lagalla. “Tra i primi punti in discussione – conclude Felice – porteremo in consulta proprio il problema del caro affitti”.

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