Palermo, scoperto spaccio di crack al quartiere Brancaccio

Palermo, scoperto spaccio di crack al quartiere Brancaccio: due giovani in manette

Daniele D'Alessandro

Palermo, scoperto spaccio di crack al quartiere Brancaccio: due giovani in manette

Redazione  |
venerdì 12 Gennaio 2024

Due ragazzi di 32 e 22 anni sono finiti in manette con l'accusa di spaccio di crack all'interno del noto quartiere

I Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, all’esito di un’articolata attività di indagine, hanno dato
esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.i.p. della locale Procura della
Repubblica, nei confronti di due giovani palermitani, rispettivamente di 32 e 22 anni.
I predetti, sfruttando la favorevole posizione e la struttura dell’abitazione del più giovane dei due, avrebbero gestito una fiorente piazza di spaccio nel noto quartiere popolare di Brancaccio.

Le indagini

L’attività investigativa deve il proprio input all’incisività dei servizi di controllo del territorio mediante i quali i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego riuscivano a intercettare un insolito andirivieni di giovani da un appartamento su Corso dei Mille, importante arteria stradale della città metropolitana. I militari, insospettiti dall’insolito afflusso di ragazzi anche di giovanissima età, soprattutto in orario serale e ravvisata la mancanza di luoghi di ritrovo quali pub, pizzerie et similia, decidevano di approntare un servizio di osservazione e controllo più incisivo. Grazie anche ad appositi dispositivi di videosorveglianza, installati nelle immediate adiacenze dello stabile, i finanzieri riuscivano dapprima a raccogliere chiari indizi a conferma dell’ipotesi investigativa e poi a ricostruire un vero e proprio business di assoluto rilievo individuando un’attività di spaccio di sostanza stupefacente, di tipo crack, che sarebbe stata condotta dai due consociati quotidianamente.

Ipotizzato un guadagno netto pro capite di 5000 euro al mese

L’attività di osservazione e i successivi controlli consentivano di ipotizzare prima e stimare poi in circa 1800 le cessioni mensili, con un guadagno netto pro capite pari ad almeno 5000 euro al mese.
Nel corso delle indagini si procedeva, infatti, a effettuare una serie di necessari e importanti riscontri nei riguardi degli acquirenti, volti a corroborare la tesi dello spaccio perpetrato all’interno delle mura dell’abitazione dai due, non nuovi ad analoghe condotte, tanto che, il più giovane, residente all’interno della casa, risultava già essere sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora, da scontare all’interno del comune di residenza con rientro serale previsto dalle ore 21.00 alle ore 07.00.
Tuttavia, nonostante tale misura, gli “affari”, anche in orario serale, sarebbero proceduti spediti con decine di cessioni di dosi di crack effettuate nei riguardi degli avventori e puntuali rifornimenti di stupefacente proveniente da locali adibiti allo stoccaggio.

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