Piano di bacino, progetti sotto esame in Sicilia - QdS

Piani di bacino, progetti siciliani sotto esame: ecco perché e gli interventi previsti

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Piani di bacino, progetti siciliani sotto esame: ecco perché e gli interventi previsti

Vincenza Grimaudo  |
martedì 17 Ottobre 2023

Al via una verifica per controllare che i progetti proposti garantiscano il miglioramento o mantenimento dei corpi idrici.

Ogni documento relativo alla difesa del suolo, alla lotta alla desertificazione, alla tutela delle acque e alla gestione delle risorse idriche, presentato e preparato da un ente che sia nazionale, regionale o locale, dovrà contenere una scheda, da sottoporre all’Autorità di bacino, per la raccolta delle informazioni propedeutiche alla verifica di coerenza con il Piano di bacino distrettuale e i suoi Piani di stralcio.

Questa la sostanza delle “direttive tecniche per la verifica di coerenza di piani e programmi dell’Unione europea, nazionali, regionali e locali con gli obiettivi della pianificazione del distretto idrografico della Sicilia”, appena pubblicate dalla presidenza dell’Autorità di bacino siciliana.

Piano di bacino, progetti sotto esame in Sicilia

È infatti fondamentale che tutti i progetti, le richieste, le proposte siano in linea con quanto disposto dal Piano di bacino idrografico, il principale strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso per la conservazione, la difesa e la valorizzazione del suolo e il corretto uso delle acque, i cui contenuti specifici e obiettivi sono definiti dall’articolo 65 del decreto legislativo numero 152 del 2006.

Il Piano di bacino del distretto idrografico della Regione Siciliana si compone di tante parti: il Piano di gestione del distretto idrografico, il Piano di assetto idrogeologico, il Piano di gestione del rischio di alluvioni e il Piano regionale di lotta alla siccità. Fanno parte della pianificazione distrettuale di bacino della Regione Siciliana anche il Piano di tutela delle acque, il Piano regolatore generale degli acquedotti e, quale strumento di indirizzo, la Strategia per la lotta alla desertificazione.

Cosa devono prevede gli interventi

“In linea generale – si legge nelle direttive – le pianificazioni e gli interventi proposti dovranno migliorare o non peggiorare lo stato di qualità dei corpi idrici (fluviali, lacuali, di transizione, ecc.), la qualità idromorfologica dei fiumi, la disponibilità di risorse idriche (superficiali e sotterranee), la pericolosità e il rischio geomorfologico ed idraulico del territorio, l’erosione costiera, il rischio di desertificazione, il consumo di suolo e la sua impermeabilizzazione”.

La scheda di coerenza agli obiettivi del piano di bacino, presentata in fase di progettazione, andrà accompagnata da una sintetica relazione che riassume i contenuti della pre-verifica di coerenza, eseguita dall’ente proponente. In riferimento al Piano di gestione del distretto idrografico, o del piano di tutela delle acque, i proponenti dovranno indicare la presenza di corpi idrici e di aree protette nell’area interessata, lo stato chimico e quantitativo del corpo idrico e l’impatto che l’intervento ha sul corpo idrico.

Da indicare le aree a rischio

In riferimento al Piano di assetto idrogeologico, va indicata la presenza di aree a rischio o siti di attenzione; in termini documentali, va descritto come il piano rispetti le norme di attuazione del Pai, attraverso la presenza dello “studio di compatibilità idraulica” e gli “studi geologici per la redazione di strumenti urbanistici”. I programmi che hanno come riferimento il Piano di gestione del rischio alluvioni, devono indicare la presenza di aree a rischio, con livello di impatto climatico alto o molto alto. Va indicato anche se il piano contiene lo “studio di compatibilità idraulica”.

Nel caso del piano regolatore generale degli acquedotti, la scheda di coerenza prevede l’indicazione di risorse vincolate, e la descrizione dell’analisi effettuata delle disponibilità idriche attuali e i fabbisogni, in relazione all’azione proposta. Nel caso in cui sia richiesta la coerenza con il piano regionale di lotta alla siccità, si indicherà se il piano possa determinare il depauperamento delle risorse idriche, descrivendo le possibili soluzioni per evitare situazioni di carenza idrica, attraverso l’esecuzione dell’analisi di coerenza con la “strategia regionale per la lotta alla desertificazione”.

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