Piccole e medie imprese, la Sicilia oltre la media nazionale

Boom di piccole e medie imprese, la Sicilia oltre la media nazionale

Antonino Lo Re

Boom di piccole e medie imprese, la Sicilia oltre la media nazionale

Michele Giuliano  |
sabato 26 Agosto 2023

L’analisi di Cerved, nel 2021 sono cresciute di oltre il 5%

Il mercato delle piccole e medie imprese siciliane sembra vivere un momento positivo e florido. Secondo il rapporto regionale Pmi 2023, realizzato da Confindustria e Cerved in collaborazione con UniCredit, in Sicilia tra il 2021 e il 2019 le imprese di piccole e medie dimensioni sono cresciute del 5,6%, per un totale di 6.184. Ad essere analizzate imprese dai 10 ai 250 dipendenti, con un fatturato dai 2 ai 43 milioni di euro. In un solo anno, tra 2020 e 2021, sono cresciute del 7,2%. Con questi numeri, la Sicilia si pone al settimo posto nella classifica nazionale in riferimento alla variazione biennale, e addirittura al terzo posto se si guardano ai numeri registrati in soli dodici mesi, superata soltanto dal Molise, che arriva al 10,6% di crescita, e dalla Calabria, al 7,4%. In termini assoluti, invece, la Sicilia si trova al nono posto nazionale per numero di pmi presenti sul proprio territorio.

La Sicilia in crescita più della media nazionale

I dati sono ancora più rassicuranti se si confrontano con la media nazionale, che si ferma al 2,3% di crescita tra 2019 e 2021, e al 4,2% tra 2020 e 2021. Per macroarea territoriale, è proprio il Mezzogiorno a segnare la crescita maggiore, con un andamento che ha visto toccare il picco in negativo nel 2014, ma che da allora ha ricominciato a salire verso l’alto in maniera sicura e costante, nonostante la stretta pandemica del 2021. È proprio il Sud della penisola a guidare la crescita, con il 4,8% dal 2019 al 2021 e il 5,3% dal 2020 al 2021. A seguire, il Centro, che ha recuperato moltissimo negli ultimi dodici mesi considerati, con una percentuale del 4,4%, considerato che nel biennio aveva registrato una crescita di appena lo 0,4%. Il Nord, invece, si ferma intorno al 4%, con risultati migliori nel Nord Est rispetto al Nord Ovest.

Il giovane Mezzogiorno insegue la stabilità del Nord

Si tratta anche, però, di mercati con numeri molto diversi di partenza, per cui, se al Sud si tratta di un ambito ancora in divenire, giovane, i numeri assoluti delle regioni del Nord presentano cifre ben più alte, che vengono da un passato imprenditoriale già consolidato. Sul totale italiano, al 2021, di 163.551 imprese che vanno dai 10 ai 250 dipendenti, con un fatturato dai 2 ai 43 milioni di euro, quasi 100 mila si trovano al Nord Italia, mentre il Centro e il Mezzogiorno ne contano ciascuna circa 33 mila. Proprio la compattezza del mercato economico fa si che il numero delle pmi del Nord Italia subisca sistematicamente variazioni contenute e segua una tendenza stabile, contrariamente a ciò che si osserva invece nel Mezzogiorno; al Sud le pmi risentono maggiormente dei periodi di crisi ma, al tempo stesso, reagiscono in maniera più rapida rispetto alle altre aree nei momenti di ripresa.

Le piccole imprese sono dinamiche in tempo di crisi

Un altro elemento che contribuisce a spiegare il maggior dinamismo in entrata e in uscita delle pmi del Mezzogiorno è l’elevata quota di piccole imprese nella macroarea. La percentuale di piccole imprese tocca il livello più elevato nel Mezzogiorno: nel 2020 l’82,6% delle pmi italiane è rappresentato da imprese di piccola dimensione, e nel Mezzogiorno sale all’85,7%. Si tratta, molto spesso, di imprese che nascono nell’ambito familiare o da giovani che tentano nuove strade per trovare una propria collocazione economica, che hanno bisogno di anni per trovare una stabilità tale da superare i continui momenti di crisi che si stanno abbattendo sul mercato negli ultimi anni.  Il Nord-Ovest (19,5%) e il Nord-Est (18,5%) hanno una percentuale di medie imprese maggiore rispetto alla media nazionale (17,4%). Al Centro, infine, il 15,6% delle Pmi sono di medie dimensioni, con il restante 84,4% costituito da piccole imprese.

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