Nessuna delle città italiane monitorate da Legambiente nei primi sei mesi 2022 ha rispettato i limiti. Nei centri siciliani si prova a cambiare rotta puntando su mobilità sostenibile e aree pedonali
L’aria che si respira in città è avvelenata. E lo è sempre di più. Particelle tossiche come Pm10, Pm2.5 e NO2 riempiono l’aria dei centri urbani superando, nella maggior parte dei casi, i parametri dati dall’Organizzazione mondiale della sanità (15 microgrammi/metro cubo per il Pm, 10,5 microgrammi/ metro cuboper il Pm2.5 e 10 microgrammi/metro cuboper l’NO2). A confermare l’aumento di queste tossine è il dossier “Mal’Aria” di Legambiente. “Purtroppo – dichiara al Quotidiano di Sicilia Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – anno dopo anno non ci sono sostanziali cambiamenti. Qualcosa si è cominciato a fare, soprattutto a Palermo, ma è insufficiente. Ci sono alcune situazioni strutturali incancrenite che ancora non sono state affrontate e che sono realmente responsabili di queste situazioni”.
2021 ANNUS HORRIBILIS
Lo scorso anno, su 102 città analizzate dall’associazione del Cigno, solo cinque risultano dentro i parametri che l’Oms stabilisce per la presenza di Pm10 in atmosfera. Tutte le altre città dovrebbero ridurre la presenza delle polveri sottili del 33% per rientrare in questi parametri. La situazione è più critica se si analizza la presenza di Pm2.5… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI