Qualità Pa, per 6 italiani su 10 nessun miglioramento - QdS

Qualità Pa, per 6 italiani su 10 nessun miglioramento

redazione

Qualità Pa, per 6 italiani su 10 nessun miglioramento

sabato 24 Aprile 2021

Pubblicato il 1° Rapporto Cida-Censis dal titolo “Il valore dei manager per tornare a crescere nel benessere”. In Sicilia percezione ancora più “drammatica”. “Servono buoni manager, non assunzioni"

ROMA – Fiducia nelle professioni, meno nella Pa in generale. È quello che esprimono gli italiani, come evidenziato dal 1° Rapporto Cida-Censis “Il valore dei manager per tornare a crescere nel benessere – Perché con più manager la Pa sarebbe subito pronta per la buona gestione dei fondi Ngeu e non solo” presentato ieri mattina in streaming.

Il 78% degli italiani ha molta o abbastanza fiducia nei medici di medicina generale, l’87% nei medici ospedalieri, l’89,6% negli infermieri, il 78,3% nelle forze dell’ordine, il 74,7% negli insegnanti e il 59,2% nei presidi
Gli italiani dunque esprimono apprezzamento per professioni che hanno giocato un ruolo decisivo nell’emergenza Covid-19. Diverso, invece, il sentiment per la Pa in generale, con il 32% che ha molto o abbastanza fiducia, il 51,8% ne ha poca, il 14,3% per niente e l’1,9% non ha una opinione precisa.

“Alla elevata fiducia nei confronti di sue figure emblematiche si contrappone la ridotta fiducia nella Pa come sistema, esito anche della percezione che non ci sono stati miglioramenti negli ultimi due anni: lo dichiara il 60,7% degli italiani (ed è il 66,6% nel Sud e Isole, il 77,3% tra gli over 65), mentre per il 28% la Pa è migliorata almeno un po’ (ed è il 32,3% nel Nord Est, il 34,3% tra i laureati) e l’11,3% è incerto”, si legge nel rapporto.

SSN EMBLEMA FRAGILITÀ DEL PUBBLICO

“Il Servizio sanitario è l’emblema del pubblico fragilizzato e ora gli italiani si attendono che i medici, veri garanti del primato della salute, si vedano riconosciuta una nuova centralità anche nelle funzioni dirigenziali, affinché mai più nel Servizio sanitario prevalgano logiche ragionieristiche o extrasanitarie. La professione medica è ad alto valore sociale ed è urgente dare a questo piena espressione anche nel Servizio sanitario, riconoscendo ai gli opportuni ruoli direttivi e relativi riconoscimenti economici”.

Il Rapporto dice che occorre “più spazio ai dirigenti nella Pa non per moltiplicare logiche di controllo o di verifica puntuale della conformità dei processi, ma come motore di una più alta capacità operativa per ottenere risultati”.
Una Pa con dirigenti di eccellente capacità manageriale e quindi efficiente non significa un Pa invasiva, che tutto vuol fare e tutto vuol controllare fino a riportare ogni attività in se. È invece un sistema complesso finalmente capace di operare in modo maturo e proattivo, senza carenze di competenze o inferiorità tecnico-culturale nei rapporti con imprese e famiglie, facendosi apprezzare come risorsa e non come costo. Inoltre, una Pa apprezzata sarebbe per una parte importante del lavoro italiano motivo per ritrovare motivazione e orgoglio di appartenenza, e la Pa come sistema otterrebbe la fiducia e l’apprezzamento di cui oggi beneficiano tante figure professionali che ne sono l’anima”.

A SCUOLA PRESIDI SOMMERSI DALLE INCOMBENZE

“La condizione dei presidi nelle scuole è emblematica: troppo soli, intasati da mille incombenze quotidiane, esposti nel colmare i deficit, costretti ad una governance confusa. Occorrono una matrice chiara di poteri e responsabilità dirigenziali e la costituzione di un middle management composto da figure intermedie tra presidi e docenti per portare a compimento l’autonomia scolastica e i risultati che potrà garantire. Indispensabile sarà aprirsi alla valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti e di altri ambiti significativi di valutazione interna, presupposto per miglioramenti dinamici”.

COSA PUBBLICA, COSA FARE PER FARLA FUNZIONARE

Quali cose secondo gli italiani servirebbero per far funzionare meglio la Pa? In primis, la semplificazione di leggi, regole e procedure (49,8%), poi assunzioni di persone capaci con metodi non clientelari (41,6%), più digitale (26,7%), assunzioni di figure professionali con competenze specialistiche come ingegneri, esperti, tecnici di sostenibilità e del digitale (24,9%) e più giovani (21,8%).
Risposte ed idee, spiega il Rapporto, condivise trasversalmente ai territori e ai gruppi sociali che indicano due esigenze prioritarie: “Semplificare, rendendo i processi veloci, efficaci ed efficienti, e investire sul fattore umano, valorizzando le risorse interne a cominciare da quelle più manageriali, e immettendo persone capaci, competenti e con un know-how adeguato”.

LA MANAGERIALITÀ COME RISORSA

La managerialità, insomma, è un valore per gli italiani. Infatti, il 63,8% (67,8% tra chi ha una laurea) ritiene che in un ente pubblico, ministero o ospedale è indispensabile per fare bene incentivare i capi e i dirigenti con competenze e capacità da manager.
La managerialità per gli italiani è risorsa decisiva per far funzionare meglio strutture e servizi della macchina pubblica.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017