In Sicilia una famiglia su sette vive in povertà energetica - QdS

In Sicilia una famiglia su sette vive in povertà energetica

Michele Giuliano

In Sicilia una famiglia su sette vive in povertà energetica

Michele Giuliano  |
sabato 30 Settembre 2023

I dati del rapporto Oipe 2023 elaborati dall’Ufficio studi Cgia sui nuclei familiari che non riescono a pagare le bollette di luce e gas

PALERMO – Una famiglia su sette in Sicilia, nel 2021, era in condizioni di povertà energetica. Una famiglia su sette, quindi, non ha avuto la possibilità di riscaldarsi a dovere, o di rinfrescare la casa nei giorni di caldo torrido, perché non è stata in grado di pagare la bolletta della luce o del gas.

I dati sono quelli del rapporto Oipe 2023, l’Osservatorio italiano sulla povertà energetica, elaborati dall’Ufficio studi della Cgia: il 14,6% delle famiglie siciliane si trova in condizione di disagio economico tale da non potersi permettere di accendere i riscaldamenti in inverno o i condizionatori in estate. In termini assoluti, si tratta di oltre 300 mila famiglie, per quasi 700 mila individui.

Una cifra imponente e preoccupante, che porta la regione al quinto posto tra quelle italiane, e ben più alto della media nazionale, che si ferma, in termini di incidenza sul totale, all’8,5%. Peggio della Sicilia, solo la Calabria, al 16,7%, la Puglia, al 16,4%, il Molise al 16% e la Basilicata al 15%. Dalla parte opposta della classifica, le Marche, ad appena il 4,6%, e la Liguria, al 4,8%.

In Italia sono 2,2 milioni le famiglie italiane in povertà energetica

Per macroterritori, è il Mezzogiorno a segnalare i risultati peggiori, al 13,9%, mentre si scende nettamente al Nord Est, al 6%, seguito dal Nord Ovest al 6% e il Centro al 5,8%. In Italia sono 2,2 milioni le famiglie italiane in povertà energetica: persone che nel 2021 vivevano in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici bianchi.

I nuclei familiari più a rischio sono costituiti da un elevato numero di persone, si trovano in condizioni di disagio economico e le abitazioni in cui vivono sono in cattivo stato di conservazione. E sicuramente la situazione dal 2021 non è migliorata: sebbene la spesa delle famiglie e delle imprese per le bollette di luce e del gas sia in calo da parecchi mesi, l’incremento dei costi energetici rispetto al periodo pre-Covid rimane ancora molto elevato. Se il prezzo medio del gas naturale nel 2019 era pari a 16 euro/MWh, ad agosto di quest’anno ha toccato i 34 euro/MWh (+112%). L’energia elettrica, invece, nel 2019 costava mediamente poco più di 52 euro/MWh, mentre il mese scorso ha raggiunto i 112 euro/MWh (+115%). Dopo i picchi raggiunti nell’agosto del 2022, i prezzi del gas e dell’energia elettrica sono tornati a scendere, e sono praticamente in linea con quelli tra luglio e agosto del 2021.

Dal prossimo mese di ottobre ci sarà un deciso aumento delle bollette

Le prospettive non sono positive: nel biennio 2022-2023 i governi Draghi e Meloni hanno introdotto alcune misure di contenimento della spesa per le bollette di luce e gas per famiglie e imprese di oltre 91 miliardi di euro, ma i provvedimenti ancora in vigore sono destinati a scadere il prossimo 30 settembre. Se non verranno prorogati gli aiuti messi in campo dal governo Meloni con la legge di bilancio 2023, dal prossimo mese di ottobre ci sarà un deciso aumento delle bollette, tra il 7 e 10%, secondo Nomisma Energia, e a pagarne il conto saranno soprattutto le famiglie dei lavoratori autonomi.

“Sebbene il rischio povertà o esclusione sociale delle famiglie presenti in Italia in questi ultimi anni sia diminuito – scrivono dalla Cgia – anche nel 2022 quelle con un reddito principale da lavoro autonomo presentavano un rischio povertà pari al 19,9% del totale, contro il 17,2% delle famiglie con fonte di reddito principale da lavoro dipendente. Purtroppo, anche dopo il Covid, la crisi energetica e il boom dell’inflazione i nuclei in cui il capofamiglia è un lavoratore autonomo continuano ad avere maggiori fragilità economiche e sociali di quelle dei lavoratori dipendenti”.

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