"SU DI NOI …la nostra storia" in Sicilia, l'intervista a Pupo

“SU DI NOI …la nostra storia”, Pupo presto anche in Sicilia: l’intervista

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“SU DI NOI …la nostra storia”, Pupo presto anche in Sicilia: l’intervista

Sandy Sciuto  |
martedì 26 Marzo 2024

Dopo il trionfo del tour europeo, Pupo riprende il giro dell'Italia con il suo spettacolo teatrale: ecco le date in Sicilia e le parole dell'artista.

SU DI NOI …la nostra storia” è lo spettacolo teatrale con il quale Pupo, all’anagrafe Enzo Ghinazzi, è in tour per l’Italia. Dopo il trionfo del tour europeo, Pupo sta raccogliendo consensi anche dal pubblico italiano.

Oltre a essere uno straordinario tuffo nel mare dei leggendari successi di Pupo, è un viaggio seducente e affascinante, nella vita di Enzo Ghinazzi. La nuova versione dello spettacolo ha in serbo sorprese e si arricchisce di nuovi racconti, nuove immagini e video inediti ma, le assolute protagoniste, restano sempre le canzoni.

“SU DI NOI…la nostra storia” farà tappa in Sicilia con due date. Sarà il 18 aprile 2024 a Catania al Teatro Metropolitan e il 19 aprile 2024 a Palermo al Teatro Golden. In occasione del ritorno nell’Isola, abbiamo intervistato Pupo che ci ha raccontato dello spettacolo, della carriera e dei progetti futuri.

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“SU DI NOI… la nostra storia”, l’intervista a Pupo

“SU DI NOI…la nostra storia” arriverà in Sicilia con due date a Catania e a Palermo ad aprile. Qual è il suo rapporto con l’isola?

“Con l’Isola ho un rapporto storico, da quando ho cominciato a fare questo mestiere. Quasi cinquant’anni fa. Per me la Sicilia è un po’ una seconda Patria perché nel ’76 ho debuttato dal vivo ad Acireale nello spettacolo ‘Canta Sud’ di Daniele Piombi con il mio nome d’arte Pupo, cantando la mia prima canzone ‘Ti scriverò’. Anche prima consideravo la Sicilia una terra affascinante per la letteratura, la cultura e l’arte siciliana, ma da lì in poi professionalmente è stato un andirivieni di collaborazioni e di emozioni. Ho girato tutte le feste, le sagre popolari e le piazze in lungo e in largo. Ho avuto amici importanti e qualche bella fidanzata. La Sicilia è davvero nel mio cuore!”.

Al centro dello spettacolo c’è la sua vita con un viaggio attraverso le sue canzoni. Come descriverebbe la sua vita?

“In poche parole, un andirivieni sulle montagne russe di emozioni. Una vita fatta di alti e bassi con la fortuna che adesso mi trovo in una condizione di alti livelli. Sono stato molto fortunato. Mi è stata data la possibilità di rialzarmi. Ho avuto fortuna, anche qualche intuizione giusta. Una vita molto interessante. Se tornassi indietro, con la garanzia di questo finale, rifarei tutto”.

“SU DI NOI…la nostra storia” cosa rivela in più di Enzo Ghinazzi persona e di Pupo artista?

“’SU DI NOI…la nostra storia’ non è un concerto, ma il racconto di una vita particolare. È un’esperienza teatrale unica. Chi viene al mio spettacolo, deve sapere che ci saranno video e foto inediti con la mia regia. Saranno tre ore di intrattenimento e divertimento, ma anche di riflessione e malinconia con la valutazione di dipendenze angoscianti come quella del gioco d’azzardo o esperienze di vita come mia madre con l’Alzheimer. Si scopre da un lato una persona che non si è mai nascosta nelle sue debolezze e fragilità e dall’altro un autore che ha scritto canzoni di spessore musicale, oltre a quelle conosciute”.

La storia di Pupo

Quando si è sentito all’apice del successo e quando ha temuto di aver rovinato tutto?

“Non mi sono mai sentito all’apice del successo. Ne parlavo con Gianni Morandi con il quale siamo come fratelli. Ho maturato che avrei fatto questo mestiere per tutta la vita pochi anni fa. Negli anni ’80 ero miliardario quando andai al Festival di Sanremo con ‘Su di noi’. Non devo il successo a Sanremo perché arrivai al Festival già molto strutturato. Da fuori si potrebbe identificare quello come il momento del successo e, invece, proprio in quegli anni mi sentivo precario. Sentivo che quella non sarebbe stata la mia vita, che avrei cambiato. Invece, non è andata così. Sono caduto. Ho perso tutto. C’è stato un tracollo di carriera nell’83. Anno orribile: ultimo posto a Sanremo, avevo fatto investimenti economici fallimentari, mi separai da mia moglie. Lì invece di cambiare mestiere, ho difeso le mie posizioni e cominciò il mio processo di maturità. Tutto quello che ho costruito è molto più solido. Lì mi accorsi che stavo perdendo tutto, ma anche che avevo una forza per ricostruire”.

C’è qualcosa di cui si pente?

“Il pentimento è orribile nella vita. Sembrerò arrogante, ma non mi pento di niente pur avendo fatto cose orribili. Ho tradito continuamente le donne, ho fatto mancare la mia presenza alle mie figlie quando ne avevano bisogno. Ho trattato male degli amici. Non ho mantenuto la parola qualche volta. Tutto ciò non mi consente di cadere in pentimento. Se oggi io sono la persona che sono, ossia una persona discretamente onesta, leale e vera, non mi pento di niente”.

Lo spettacolo “Su di noi… la nostra storia” di Pupo ha gran successo di pubblico sia all’estero sia in Italia. Come spiega questo legame intenso con il suo pubblico?

“Non c’è una spiegazione! Il mio pubblico, che nel tempo si è evoluto ed è cresciuto assieme a me, ha capito che faccio questo lavoro non solo per mantenere me e le persone che ho intorno, ma soprattutto perché ne ho un bisogno reale, vitale. Molti si ritrovano nelle cose che canto o racconto. Non ho numeri di successo in Italia (magari all’estero la mia posizione è avvantaggiata rispetto ad altri artisti italiani) però ho un pubblico, uno zoccolo duro, di persone che credono in me e che mi seguono e sono una garanzia. C’è reciproca stima, rispetto e fiducia”.

Ha raccontato di essere stato scartato dalla recente edizione del Festival di Sanremo. Dopo aver sentito le canzoni in gara, pensa sia stata ingiusta la sua esclusione?

“Se dovessi fare io il Direttore artistico del Festival di Sanremo, sarei inguaiato. Mi rendo conto che ognuno deve fare delle scelte. Sono molto amico di Amadeus e lo stimo a dei livelli professionali pazzeschi perché ha fatto le ultime edizioni del Festival in maniera ineccepibile. È stato molto molto bravo. Ascoltando le canzoni, poteva starci anche la mia, ma non la ritengo una cosa ingiusta. Entrare in una rassegna in cui ci sono 27/30 posti e si presentano in 300, ci sta che 270 non vengano presi. Io sono un giocatore d’azzardo e per me queste cose sono normali. Non ho alcun sentimento di angoscia né di rivalsa o dolore. È la vita”.

L’egemonia di Amadeus sul Festival di Sanremo è ufficialmente giunta al termine. In cosa dovrebbe migliorare la nuova edizione?

“Sarà molto dura fare un Festival di Sanremo per chi verrà dopo Amadeus. A livello nazionale, Amadeus ha rilanciato tutti i brand e l’interesse economico che c’era stato intorno al Festival e si era un po’ perso. Secondo me, dovrebbe esserci qualche brano in più della tradizione italiana per fare breccia sul mercato estero. Amadeus ha scelto canzoni moderne, privilegia di più il ritmo e la radiofonia che l’aspetto classico. Migliorerei in questo”.

Avrà seguito le dichiarazioni di Sangiovanni dopo il Festival di Sanremo. Lei, Pupo, ha una carriera lunga quasi cinquant’anni. Qual è la sua posizione?

“Capisco benissimo Sangiovanni. In casa ho mio nipote, figlio di mia figlia, che scrive canzoni. Si chiama Capaleo. È un ragazzo straordinario, molto bravo. Non tanto artisticamente, ma come persona. Conosco le angosce perché le vivo tutti i giorni attraverso lui. La competitività che oggi c’è non solo nel mondo dello spettacolo è snervante. Ai nostri tempi era oro. Guardo questi ragazzi con grande affetto e preoccupazione. Mi rendo conto che ci può stare che ad un certo punto non ci si senta più. C’è una tale ignoranza, mancanza di rispetto e volgarità in giro che tutti sono legittimati a dire la propria opinione anche su argomenti che non conoscono. Se sei una persona più equilibrata, ti diventa difficile sopportare continuamente gli stimoli e le provocazioni di questo mondo. Questi ragazzi hanno tutti la mia comprensione, però devo dire loro che, se vogliono fare questo mestiere, devono ripensarci e mai più mollare. Dove molti si fermano perché convinti di avere dato tutto, ricominciare perché è lì che la sfida diventa davvero dura e impossibile, ma inevitabile”.

La carriera tra presente e futuro

Non la vediamo da tanto in tv da protagonista. Come mai?

“La verità: non voglio più andare in televisione da qualche anno. Mi invitano tutte le settimane a fare l’ospite in tutte le trasmissioni Rai o Mediaset. Finché non mi proporranno un programma televisivo come conduttore o protagonista in cui possa essere creativo e mettere la parte autorale, starò ben volentieri in giro per il mondo a cantare e non mi manca per niente la televisione”.

Che programma ha in mente per lei?

“Non ce l’ho in mente. Me lo devono proporre. Non ho alcuna idea. Ho fatto l’opinionista al Grande Fratello per due edizioni contro la mia natura. Ne sono venuto fuori con un’esperienza in più, ma convinto ancora di più che la televisione di oggi non mi interessa. In maniera presuntuosa, dico che non ho bisogno di andare in tv né per soldi né per popolarità. Se devo andarci, faccio solo le cose che mi divertono”.

“Se dovessero propormi di condurre il Festival di Sanremo direi di no. Non sono all’altezza di fare il Direttore artistico perché non ho una conoscenza ed esperienza della musica moderna. Dei cantanti presenti a Sanremo quest’anno, ne conoscevo cinque”.

Un programma sulla sua carriera, magari?

“Questo mi sa che lo faremo. È l’unica cosa concreta che potrei far accadere il prossimo anno. Hanno visto ‘SU DI NOI…La nostra storia’ e c’è chi è convinto sia un grandissimo spettacolo di prima serata. Sono interessati a fare dello spettacolo teatrale due prime serate. Devo decidere io se darlo alla Rai o a Mediaset, ma non mi sono ancora espresso, però.

Ha una rubrica da venticinque anni sul Quotidiano Nazionale, Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno. Tra i progetti futuri di Pupo c’è un romanzo?

“Sì! Ho già scritto quattro libri. C’è in lavorazione un romanzo ispirato alla mia vita dove racconterò come si fa a vivere per quarant’anni insieme a due donne”.

Teme di essere dimenticato?

“Non me ne frega niente. È l’ultimo dei miei pensieri. Faccio il mio lavoro perché diverte me. Non ho alcun interesse ad essere dimenticato né ricordato”.

Foto di Angelo Redaelli

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