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Messina, maggiori servizi e meno vincoli per valorizzare le Zes

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Messina, maggiori servizi e meno vincoli per valorizzare le Zes

Lina Bruno  |
giovedì 07 Luglio 2022

I processi virtuosi che le Zone economiche speciali possono innescare, rischiano di risultare vani se non si rafforzano infrastrutture e servizi e non si snelliscono iter autorizzativi

Grande opportunità ma anche tante incognite su cui lavorare. Il confronto tra il commissario della Zes Sicilia orientale, Alessandro Di Graziano, e i rappresentanti delle istituzioni e delle forze economiche messinesi, ha messo in luce che i processi virtuosi che le Zone economiche speciali possono innescare, rischiano di risultare vani se non si rafforzano infrastrutture e servizi e non si snelliscono iter autorizzativi legati a eccessivi vincoli.

E poi c’è l’Irsap, che ha un ruolo di primo piano nella gestione ma che, come ha rilevato Pietro Franza, presidente di Sicindustria Messina, deve affrontare in alcune aree industriali problemi complessi che vengono dal passato. Il direttore Gaetano Collura ha ricordato alcuni interventi effettuati, per esempio nell’area di Larderia, ma altri ne servono per risolvere le numerose criticità segnalate dagli imprenditori.

Ha dato la sua disponibilità il neo sindaco Federico Basile, che punta molto su una città capace di attrarre investimenti. Larderia è l’unica area industriale in Zes del comune di Messina, le altre sono a Giammoro, Milazzo e Villafranca Tirrena, tutte in condizioni di degrado.

L’intera Valle del Mela in questi anni è stata emblema di uno sviluppo industriale che non si è trasformato in sviluppo dei territori coinvolti. Ci sono complessi produttivi storici come Ram e A2A che hanno in previsione oltre un miliardo di investimenti per l’ammodernamento, come sottolineato da Franza, ma sono fuori dalle agevolazioni previste per le zone economiche speciali perché i settori di raffinazione ed energia sono esclusi, secondo un indirizzo normativo. Di Graziano ha ricordato però che ci sono dei comparti affini che possono essere sviluppati, come quello della ricerca e della tecnologia avanzata e a cui anche i settori esclusi si possono collegare traendo vantaggio.

Altro annoso nodo da sciogliere per Franza è quello delle autorizzazioni ambientali, che “continuano a tenere bloccati investimenti importanti. Il rischio è quindi che oggi si parli delle Zes, ma poi nel momento in cui una impresa vuole investire, non ci sono le condizioni per accogliere l’investimento”.

Un elemento che anche Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio, ha rilevato insieme alla mancata perimetrazione Sin, che rende ancora problematica l’individuazione dei siti da bonificare e le modalità di intervento. La Camera di Commercio ha messo a disposizione una piattaforma informativa sulle aziende del territorio.

“È importante – ha detto il presidente della Cciaa – strutturare un unico ufficio dove gli imprenditori che vogliono investire possano incontrare tutti i soggetti istituzionali coinvolti, in una logica di sinergia”.

Dei 60 milioni di investimenti messi in campo per le Zes della Sicilia orientale dal Pnrr 10 milioni di euro sono destinati al territorio messinese, ha specificato Di Graziano e serviranno per collegare il Porto di Sant’Agata Militello all’autostrada, ma se ne potranno ottenere altri dalla programmazione regionale e nazionale.

“Tutti i territori, pur nella loro diversità, avranno le stesse preziose opportunità” ha assicurato l’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano. C’è una “lista di cose da fare” propedeutica a rendere le Zes, insieme a quel 45% di credito di imposta, appetibili non solo ad investitori locali ma anche e soprattutto a quelli esteri e del nord Italia. Ci sono interlocuzioni con le banche per protocolli d’intesa a favore soprattutto delle piccole e medie imprese.

Ma “dei 3.627 ettari individuati come area Zes in Sicilia orientale, 604 si trovano in provincia di Messina, per lo più nella zona tirrenica e in parte inutilizzabili perché occupati da capannoni o strutture soggetti a sequestri o fallimenti”, ha sottolineato Mario Mega presidente Adsp che fa parte insieme a rappresentanti di Irsap e di alcuni ministeri del Comitato di indirizzo della struttura commissariale Zes Sicilia orientale. Le zone economiche speciali infatti nascono per migliorare la logistica e le infrastrutture di collegamento tra porto, aree retroportuali e territorio. Mega ha quindi chiesto la riperimetrazione per riposizionare quegli ettari inutilizzabili in altre aree disponibili ascoltando i Comuni. Di Graziano si è detto disponibile ma si è dato sei mesi di tempo per monitorare tutte le esigenze e valutare complessivamente come muoversi.

Lina Bruno

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