Come il ghiaccio può spiegarci i cambiamenti climatici - QdS

Come il ghiaccio può spiegarci i cambiamenti climatici

redazione

Come il ghiaccio può spiegarci i cambiamenti climatici

domenica 09 Giugno 2019

Il progetto australiano “Homeward Bound” ha coinvolto lo scorso anno 76 scienziate con l’obiettivo di studiare il pianeta. La fisica teorica Elena Joli ha raccontato la spedizione che l’ha portata a scoprire l’Antartide

ROMA – Nei ghiacci profondi dell’Antartide si celano le tracce del passato climatico del nostro pianeta, le orme intrappolate dell’atmosfera di centinaia di migliaia di anni fa, che possono aiutarci a capire i cambiamenti climatici.

Di tutto ciò e delle ricerche che si stanno svolgendo in quest’ambito ha parlato Elena Joli, fisica teorica ospitata nei giorni scorsi al convegno organizzato da Confagricoltura Donna su “Cambiamenti climatici: le donne guardano al futuro”, che ha segnato l’avvio di un’alleanza tra agricoltrici, scienziate, ricercatrici e parlamentari per elaborare strategie innovative nella lotta ai cambiamenti climatici.

Elena Joli ha raccontato la sua esperienza sul campo: l’anno scorso, infatti, insieme a 76 scienziate provenienti da tutto il mondo (come unica italiana) ha partecipato a una spedizione in Antartide grazie al progetto australiano “Homeward Bound”, proprio per studiare il clima.

“La Terra – ha spiegato la studiosa, che dopo essersi dedicata per anni ai buchi neri oggi insegna fisica in una scuola superiore di Cesena e scrive testi scientifici – è davvero un sistema globale e dinamico, in cui ciò che accade ai Poli ha ripercussioni anche alle nostre latitudini. Lo studio delle regioni continentali antartiche dell’oceano australe offre informazioni preziose perché sono luoghi particolarmente sensibili agli effetti del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. Quindi un piccolo effetto che viene registrato in Antartide sappiamo che avrà ripercussioni sul resto del pianeta. Per non parlare poi del fatto che attraverso i carotaggi nel ghiaccio andiamo indietro nel tempo, sono come capsule del tempo che mantengono le informazioni dell’atmosfera di 200 mila anni fa, siamo arrivati fino a 850 mila anni fa”.

Tornerà in quei luoghi? “Il mal d’Antartide mi ha già contagiata. Ho intenzione di tornarci, ma non so quando. Nell’attesa mantengo viva questa esperienza indimenticabile raccontandola nelle scuole e nelle Università”.

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