Non posso impedirti di... ma posso impedirmi di... - QdS

Non posso impedirti di… ma posso impedirmi di…

Carlo Alberto Tregua

Non posso impedirti di… ma posso impedirmi di…

martedì 23 Ottobre 2012
C’è tanta gente che, con pervicacia ed insistenza, cerca di far fare agli altri cose che non vogliono fare. Per contro, altra gente, subisce pressioni da terzi, per la stessa finalità.
Non ci riferiamo ad attività professionali o imprenditoriali, ove vi sono le Regole che vanno osservate da tutti. Ovviamente le Regole devono essere oggettive e mettere in moto meccanismi e percorsi efficienti. Esattamente il contrario di quello che accade nella Pubblica Amministrazione, uno dei peggiori cancri della società italiana ove procedure e percorsi sono volutamente tortuosi, per rallentare l’iter che porta al rilascio dei provvedimenti richiesti.
Ribadiamo che questo perverso meccanismo è messo in opera ad hoc per attivare la corruzione, materiale ed immateriale, mediante la richiesta del favore.
È difficile fare il proprio dovere, perché comporta sacrificio, privazioni, posposizioni dell’esaudimento di piaceri. Tuttavia, non si può prescindere dal suo assolvimento.

Non posso impedirti di… ma posso impedirmi di… Quando si hanno rapporti con amici e parenti, la Regola che intercorre deve essere quella basata su libertà e rispetto. La libertà di agire secondo i propri intendimenti e la propria cultura. Il rispetto nel non imporre ai terzi il nostro modo di pensare ed operare.
Tuttavia, la maggior parte delle persone, non tiene conto di tale Regola, e ritiene che con l’insistenza, con la ripetizione, possa ottenere ciò che vuole. Non è così. Una cosa è spiegare, esprimere un ragionamento, mettere in luce aspetti positivi e negativi di un’azione, altra cosa è imporre tutto ciò.
Dovremmo avere la consapevolezza che non tutti possono pensarla allo stesso modo e che occorre una linea di equità che consenta di fare valutazioni obiettive.
Sorge la domanda: come fare valutazioni obiettive? è difficile rispondere, eppure si può, perché è una questione di metodo (René Descartes 1596-1650). Basti raffrontare gli obiettivi di una discussione o di un’azione con i mezzi che si propongono di raggiungerli: più sono efficienti e più diventano efficaci. La migliore combinazione dei diversi fattori di un percorso porta a più elevati risultati.

 
Dunque, si tratta di fare valutazioni oggettive degli strumenti necessari per arrivare ad un bersaglio che sia il migliore possibile. Ricordiamo che fra due punti, il percorso più breve è una e una sola retta. è incredibile come molti di noi, che hanno studiato questo teorema, poi non lo applichino nella vita. Preferiscono usare le sinusoidi, che allungano fortemente i percorsi e, quindi, fanno scadere la qualità degli obiettivi, quando eventualmente si raggiungono. 
La qualità, ecco un altro elemento fondamentale dei rapporti fra le persone. Ma la qualità non è insita nei meccanismi e nelle azioni umane. Si conquista con grande fatica perché è frutto di innumerevoli letture (almeno mille libri) e di acquisizioni di conoscenza attraverso qualunque canale e, soprattutto tratta dagli insegnamenti dei Maestri.
Non è facile vivere in questo modo, ma si può fare se si ha una cognizione della ragione per cui noi siamo vivi. La vita è un dono prezioso che va onorato con i nostri comportamenti per evitare di sprecarla.

Vi sarà capitato, come è capitato a me, di subire comportamenti che ci vogliono far fare delle cose sulle quali non conveniamo. Che fare? Tenuto conto che non possiamo impedire ai terzi di farci pressioni, di indurci a muoverci secondo i loro intendimenti, di costringerci psicologicamente, che possiamo fare? Non possiamo impedire agli altri di fare tutto ciò. Ma possiamo impedirci di subirlo e, persino, di ascoltare, chiudendo la tromba di Eustachio, dopo la prima volta, alle indicazioni che non condividiamo.
Con altra metafora (hai voluto la bicicletta, ora pedala), possiamo affermare che quando uno non vuol più pedalare restituisce la bicicletta.
Il ragionamento che precede non significa che bisogna essere nichilisti, ma sempre aperti al miglior modo di vivere la vita. Il pessimista pensa alla fine del percorso come una tragedia. Io accetto volentieri di pagare il biglietto per continuare a godermi lo spettacolo, ma sono pronto ad andarmene nel momento in cui la Natura deciderà di staccarmi la spina.

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