La festa è finita andate in pace - QdS

La festa è finita andate in pace

Carlo Alberto Tregua

La festa è finita andate in pace

sabato 27 Ottobre 2012

Senza soldi clientelismo asfissiato

Siamo alla resa dei conti: domani i siciliani decideranno il prossimo futuro di quest’Isola, eleggendo 80 deputati su 90 ed il presidente della Regione.
Non si può dire che la campagna elettorale sia stata dura, anzi si è manifestato un certo bon ton fra i candidati alla leadership regionale, senza per questo evitare colpi bassi.
Abbiamo l’impressione che questi toni non elevati siano conseguenza del diffuso disinteresse dei siciliani alla competizione elettorale, perché vi è la convinzione che non essendoci la possibilità per il presidente eletto di avere una sua maggioranza all’Assemblea regionale, questa XVI Legislatura nasce morta.
Altro che crisi finita, la traversata del deserto dei siciliani è ancora lunga perché difficilmente ci sarà qualcuno in condizione di accelerare il passo e per completare il percorso della gravissima crisi in un tempo ragionevolmente breve. E proprio questo scoramento diffuso nell’opinione pubblica che accentua la sfiducia nel futuro.

Vi è un’altra causa importante che impedirà il buon funzionamento dell’Assemblea: l’abitudine degli eletti a ragionare in termini di interessi personali, anziché di interessi generali. Beninteso, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Riteniamo che 20-25 consiglieri regionali (deputati) saranno persone perbene e politicamente capaci, ma come minoranza non potranno influenzare le decisioni dell’Assemblea.
Quest’ultima avrà ancora la tentazione lombardiana di approvare leggi di spesa, ma la ferma vigilanza del prefetto Aronica, Commissario dello Stato, boccerà senza rimedio tali tentazioni.
Invece, l’Ars dovrebbe tentare di far quadrare i conti, rimettendo in equilibrio le entrate con le uscite, attraverso la Legge di stabilità 2013 da approvare tassativamente entro il 30 aprile del prossimo anno, con l’eliminazione di quella voce falsa denominata avanzo di amministrazione.
è stata pubblicata, martedì scorso, una bozza di bilancio elaborata dal Qds, che riproporremo prossimamente. Tale bozza prevede un taglio di 3,6 mld di spesa improduttiva e l’inserimento di una spesa in conto capitale, cioè per investimenti, di 4,6 mld, mantenendo ferme le entrate.

 
Siamo convinti che saranno pochi i deputati disposti a sostenere questa linea di rigore e di sviluppo. Di rigore, perché elimina delle spese clientelari per cui non vi sono più risorse. Di sviluppo, perché prevede una buona quantità di risorse finanziarie per investimenti e l’apertura dei cantieri, anche co-finanziando i progetti approvati dall’Unione europea.
E ciò per la semplice ragione che il ribaltamento della linea fin qui seguita da giunte e consiglieri regionali non è entrato nella testa di coloro che domani sera risulteranno eletti, sia nell’esecutivo che nel legislativo.
Perché si possa attuare questa linea di rigore e di sviluppo sarebbe necessario tagliare in radice tutti i rapporti clientelari che hanno rovinato la Sicilia, a cominciare da tutti i precari, per pasasare ai consulenti, agli imprenditori disonesti, ai professionisti parassiti, ai sindacati conservatori.
Non saranno certamente i consiglieri del Movimento a Cinque stelle che potranno determinare questo cambiamento di rotta, sia perché non avranno i numeri e sia perché non hanno l’abitudine alla gestione delle amministrazioni a tutti i livelli (Parma docet).

La festa è finita, andate in pace. Perché la festa è finita? Perché sono finiti i soldi usati per accontentare i vampiri che hanno succhiato il sangue alla stragrande maggioranza dei siciliani. Nel passato, i consiglieri regionali si mettevanmo d’accordo per risolvere i loro problemi interni. L’accordo era possibile perché c’erano i soldi da spartire. Finiti i quali, non avendo più nulla da spartire, non potranno alimentare le illusioni di tanti creduloni che ancora li ritengono persone di buona fede.
Abbiamo visto dipendenti della Gesip, forestali e formatori strappare il certificato elettorale, dimostrando la volontà di non andare a votare perché stanno comprendendo, seppure lentamente, che nessun candidato potrà mantenere quanto ha comunicato.
Di conseguenza, sarà probabile che queste elezioni saranno vinte dal simbolo dei siciliani che vogliono cambiare totalmente questo disastroso andazzo. Risorgimento Sicilia rappresenta idealmente tutti gli astenuti, schede bianche e nulle e potrebbe superare il 50% degli aventi diritto al voto.

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