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Ragusa – Modica: dissesto dietro l’angolo

Stefania Zaccaria

Ragusa – Modica: dissesto dietro l’angolo

giovedì 08 Novembre 2012

Ultima chiamata per l’amministrazione: la possibilità di salvataggio deriva dal decreto legge 174/12. Il Comune ha 60 giorni per predisporre un piano di riequilibrio pluriennale

MODICA (RG) – Ha avuto a disposizione quasi cinque anni l’Amministrazione Buscema per risanare il conto economico della città di Modica ma, nonostante gli sforzi profusi, la situazione è rimasta allarmante tanto da portare la Giunta a una decisione più o meno drastica. Prima di intraprendere il lungo e dolente percorso del dissesto finanziario, i Comuni possono infatti ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, opportunità data agli enti locali dal cosiddetto decreto “salva comuni” (decreto legge 174 del 10 ottobre scorso).
Questa normativa dà modo ai Comuni di risanare i propri conti, programmando, in modo regolato, l’applicazione di misure correttive ai propri bilanci, in linea con quelle che si stanno imponendo a livello nazionale e con la possibilità di accedere al nuovo “Fondo di rotazione per assicurare la stabilità finanziaria degli enti locali”. Per molti enti rappresenta l’unica via percorribile per non incorrere nello stato di dissesto finanziario: è proprio il caso di Modica, dove la Giunta municipale e il Consiglio comunale, proprio qualche giorno fa, hanno approvato tale soluzione.
La situazione finanziaria del Comune di Modica era già alquanto precaria qualche anno fa. Dopo una gestione non molto chiara della passata Amministrazione, infatti, la Giunta Buscema ha cercato di risanare i conti, riducendo senz’altro il disavanzo, senza però riuscire, con i pesanti tagli alle risorse regionali e statali, a garantire il prosieguo delle normali attività ordinarie.
Adesso, però, ci sono 60 giorni di tempo per adottare un piano di riequilibrio della durata massima di 5 anni – proprio per questo motivo l’Amministrazione ha varato un crono programma in sei step – che sarà poi approvato dalla Corte dei Conti.
“Il decreto è un provvedimento governativo – ha dichiarato il presidente del Consiglio comunale, Carmelo Scarso, durante un incontro – per riparare al taglio ai trasferimenti statali. I Comuni sono entrati in crisi e malgrado gli sforzi compiuti questa appare una soluzione che arriva come una sorta di ciambella di salvataggio. Ritengo necessario che, nelle viarie fasi di formazione del piano di riequilibrio, possa essere presente la conferenza dei capigruppo perché ci si possa rendere conto delle problematiche in corso”.
Nonostante il lavoro dell’ente, in quest’ultimi anni, la procedura si è resa necessaria perché “le politiche di risanamento sin qui seguite sono state contrassegnate dalla volontà di non incrementare le aliquote impositive – ha sottolineato l’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Sammito – di evitare più profondi tagli nel livello dei servizi resi ai cittadini e di non intaccare oltre misura il reddito, e persino l’occupazione, di personale a vario titolo dipendente del Comune”.
Come ha evidenziato lo stesso sindaco di Modica , Antonello Buscema, “malgrado il lavoro di risanamento compiuto, tutto ciò non è stato sufficiente ad uscire dal tunnel della crisi. Nei dati ufficiali – ha aggiunto – il disavanzo è passato da 21.815.472 euro del 2008 agli 8.809.302 del 2011. Sono stati pagati, con risorse del bilancio comunale, debiti fuori bilancio pari a 16.367.219 euro (dal 2008 ad oggi) e tutto questo senza aumentare le aliquote impositive, senza tagliare i servizi, e non riuscendo ad alienare gli immobili per assenza di acquirenti. La soluzione del decreto legge salva enti è sembrata la soluzione possibile oltre la quale il verdetto sarebbe stato senza appello. Ovvero la dichiarazione di disseto dell’ente”.

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