Deprivazioni materiali per oltre il 50% delle famiglie siciliane - QdS

Deprivazioni materiali per oltre il 50% delle famiglie siciliane

Chiara Borzi

Deprivazioni materiali per oltre il 50% delle famiglie siciliane

mercoledì 08 Gennaio 2014

L’Isola detiene il record di indigenza con la percentuale più alta registrata in Italia negli ultimi otto anni. Istat, tra 2010 e 2011 impennata dei nuclei in difficoltà: sono cresciuti del 5,5%

PALERMO – A pochi giorni dalla conclusione del 2013 l’Istat ha diffuso il nuovo rapporto sulla coesione sociale.
Quel che emerge è la conferma di una situazione relativa alla Sicilia segnata dalla più alta presenza sul territorio di famiglie in stato di deprivazione. Un primato triste ma non nuovo, vecchio piuttosto di ormai otto anni, quando nel 2004 la Sicilia era leader di questa classifica con il 31,6 per cento di famiglie in forte difficoltà economica.
 
L’indice di deprivazione ha alternato nel tempo crescite (+3,5 per cento nel passaggio dal 2004 al 2005, + 2,9 per cento nel passaggio dal 2007 al 2008) e diminuzioni (-2,1 per cento dal passaggio dal 2005 al 2006, – 2,8 per cento nel passaggio dal 2006 al 2007, -1,4% nel passaggio dal 2009 al 2010), ma mai ha fatto riscontrare una crescita così esplosiva come nel passaggio dal 2010 al 2011, quando è stata rilevata una differenza di presenze di famiglie deprivate pari al +5,5 per cento.
Come definito dall’Istat, è da considerarsi famiglia deprivata quel nucleo in cui riscontrano almeno tre di queste caratteristiche: sono presenti arretrati di pagamento relativi ad affitti o mutuo, è impossibile prendere almeno una settimana di vacanza durante l’anno, non è possibile disporre di un pasto completo per almeno due volte la settimana, è impossibile riscaldare adeguatamente la propria abitazione, è impossibile disporre di elettrodomestici o di un auto.
Oggi, grazie alle rilevazioni Istat sappiamo che il tasso di deprivazione siciliano è il più alto fatto registrare in Italia negli ultimi otto anni, attualmente è il più alto su tutto il territorio nazionale, è il più alto tra tutte le regioni Meridionali. Il 53,2 per cento siciliano si avvicina al 49,3 per cento fatto registrare dalla Puglia, sia al 39 per cento della Calabria, ed è il 22,1 per cento più alto dell’indice di deprivazione fatto registrare dalla Basilicata. In confronto alla media meridionale complessiva, pari al 41 per cento, è più alto del 12 per cento. Per gli abitanti delle Isole sono scarsissime le probabilità di non cadere nella deprivazione se si dispone di un reddito basso; il rilevato 63,7 per cento di indice fa presumibilmente riferimento più alla popolazione siciliana che quella sarda, se consideriamo il neppure 30 per cento di famiglie deprivate fatte registrare in Sardegna. Nelle Isole alla deprivazione materiale segue anche una condizione di disagio abitativo.
Il 72,7 per cento di siciliani e sardi considera le spese per la casa un carico pesante. Una stima superiore alle rilevazioni di Nord e Centro (vicine al 50 per cento) e del 9 per cento superiore a quella del Sud. Negli stessi territori isolani il 12,1 per cento della popolazione è anche risultata in ritardo con il pagamento delle bollette, mentre nel resto d’Italia sono nella stessa condizione il 9,6 per cento di cittadini. Sono invece in ritardo con i pagamenti di affitto e mutuo il 20,6 per cento di siciliani e sardi insieme, mentre nel resto d’Italia lo sono appena il 12 per cento. Risulta infine abnorme il numero di cittadini residenti nelle Isole che non può permettersi di riscaldare adeguatamente la propria abitazione, sono il 46,3 per cento. Non compone nessuna scusante il relativo bisogno che potrebbe farsi del riscaldamento grazie al clima mite, nel resto d’Italia non possono soddisfare questa necessita il 21,6 per cento di cittadini.
Il rischio di deprivazione in Italia è altissimo, lo è tanto da aver inserito tra le fasce sociali a rischio di povertà anche le famiglie straniere o composte da almeno un coniuge non italiano. Anche in questo caso le zone Meridionali appaiono particolarmente svantaggiate; oggi sono il 43,9 per cento i nuclei con almeno un coniuge straniero ad essere considerati a rischio povertà, a Sud costituiscono ben il 64,2 per cento dei casi. Tale numero aumenta se consideriamo le famiglie composte da entrambi i coniugi stranieri, la media italiana supera in questo caso il 49,1 per cento, per arrotondarsi sino al 70 per cento nei casi in cui queste famiglie risiedono nel Meridione.

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