Mafia, rinviato a giudizio ex deputato regionale Ruggirello - QdS

Mafia, rinviato a giudizio ex deputato regionale Ruggirello

Mafia, rinviato a giudizio ex deputato regionale Ruggirello

lunedì 17 Febbraio 2020

Eletto all'Ars nel 2012 con il Mpa di Raffaele Lombardo era stato tre volte deputato regionale prima di approdare all'Articolo 4 di Lino Leanza e infine al Pd, area renziana. Era in carcere dal marzo scorso

L’ex deputato regionale Paolo Ruggirello è stato rinviato a giudizio dal gip di Palermo Filippo Serio con l’accusa di associazione mafiosa e il processo comincerà l’8 aprile davanti al tribunale di Trapani.

L’ex parlamentare regionale – eletto all’Ars nel 2012 con il Mpa di Raffaele Lombardo era stato tre volte deputato regionale prima di approdare all’Articolo 4 di Lino Leanza e infine al Pd, area renziana – è in carcere da marzo scorso.

E’ stato arrestato nel’ambito di una indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e dal pm Gianluca De Leo, insieme ad altre 24 persone ritenute organiche ai clan trapanesi legati al boss latitante Matteo Messina Denaro.

I Ruggirello sono una famiglia nota a Trapani: il padre, Giuseppe, piccolo imprenditore edile, era stato presidente della squadra di calcio trapanese ed esponente della locale Banca industriale e il suo nome era stato inserito in un rapporto della Guardia di finanza per sospette relazioni con la mafia locale. Nonostante ciò arrivò, prima di morire nel 1995, alla vice presidenza della Fondazione Banco di Sicilia.

Oltre a Paolo Ruggirello sono stati rinviati a giudizio, a vario titolo imputati di associazione mafiosa favoreggiamento, estorsione e voto di scambio: Antonino Buzzitta Giuseppa Grignani Vito Gucciardi Vito Mannina Alessabndro e Luigi Manuguerra Marcello Pollara.

Saranno processati con rito abbreviato, invece, Michele Alcamo, Maria Stella Cardella,Pietro Cusenza, Antonino D’Aguanno,Tommasa Di Genova, Vincenzo Ferrara, Stelica Jacob, Ivana Annamaria Inferrera, Mario Letizia, Michele Martines, Francesco Orlando, Francesco Peralta, Giuseppe Piccione, Francesco Salvatore Russo,Carmelo Salerno, Francesco Todaro, Filippo Tosto e i boss Francesco e Pietro Virga.

“Dobbiamo raccogliere voti… Tu lo sai che se le cose vanno bene a me vanno bene a tutti. Mi pare che è stato sempre così qua”, diceva il boss Virga non sapendo di essere intercettato.

Dall’inchiesta emerse che la mafia offriva voti e i politici ricambiavano pagando oppure sostenendo gli affari dei boss.

Ruggirello, accusato di essere “a disposizione” di Cosa nostra non è l’unico politico coinvolto nell’inchiesta. Di voto di scambio è stata accusata anche Ivana Inferrera dell’Udc, già assessore comunale a Trapani.
Per loro le cosche trapanesi, legate a Matteo Messina Denaro, si sarebbero spese in almeno due occasioni elettorali: alle regionali del 2017 alle quali erano entrambi candidati ma in liste diverse e alle politiche del 2018 alle quali Ruggirello si era presentato per il Senato senza essere però eletto né in un caso né nell’altro.

L’ex parlamentare ha ammesso di aver incontrato il boss trapanese Piero Virga, ma ha sostenuto di non aver saputo, prima dell’incontro, che il capomafia sarebbe stato presente.

Dopo l’interrogatorio di garanzia ha chiesto al gip la revoca del carcere e la sostituzione coi domiciliari, ma il giudice ha respinto l’istanza, definendo “inverosimili” le spiegazioni fornite.

Ruggirello è accusato di aver cercato il sostegno elettorale della “famiglia mafiosa” di Trapani, di essere stato punto di riferimento delle cosche nella politica regionale, di aver fatto vincere appalti ai clan e di avere incontrato il capomafia in diverse occasioni.

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