Bancarotta fraudolenta, sequestro beni per un milione a 3 imprenditori alcamesi - QdS

Bancarotta fraudolenta, sequestro beni per un milione a 3 imprenditori alcamesi

redazione

Bancarotta fraudolenta, sequestro beni per un milione a 3 imprenditori alcamesi

giovedì 17 Dicembre 2020

A conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, finalizzate alla repressione di condotte delittuose in materia di reati societari e fallimentari, i finanzieri del Comando Provinciale di Trapani hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di 5 immobili del valore di oltre un milione di euro, nei confronti di tre imprenditori già rappresentanti legali, soci e amministratori di due imprese.

L’attività di indagine  eseguita dal Gruppo di Trapani ha riguardato
la società Agricoleasing Srl di
Alcamo operante nel settore finanziario che, nel corso della sua
ultraventennale attività, ha elargito numerosi finanziamenti a privati ed
imprenditori, mediante l’erogazione di prestiti, l’anticipo di fatture attive,
l’apertura di credito e la concessione di fidi, nonché la società Bizar Line Srl attiva nel settore
industriale (produzione di metalli) in Alcamo, riconducibili agli indagati,
entrambe dichiarate fallite dal Tribunale di Trapani, rispettivamente in data
4.11.2016 e 30.05.2017.

Le articolate evidenze
investigative, supportate dall’esame
analitico delle scritture contabili e della documentazione bancaria, da
attività tecnica di intercettazione telefonica ed ambientale e da sommarie
informazioni acquisite daoltre 100
risparmiatori, hanno permesso di rilevare, in capo alla stessa governance, la sussistenza dei reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale,
preferenziale e documentale
.

In
particolare, sono stati distratti dagli attivi fallimentari delle due società:

–  circa 5,6 milioni di euro dalle casse
sociali;

–  4
fabbricati e 1 terreno dal patrimonio del valore di circa 1,2 milioni
di euro
;

–  beni mobili (arredi, macchinari e
attrezzature) del valore di circa 50 mila euro;

–  3
veicoli del valore complessivo di 55 mila euro.

Sono state inoltre contestate le ulteriori ipotesi di reato di dichiarazione
fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti
per un
importo di circa 270 mila euro.

Nel corso degli anni, la
società operante nel settore finanziario, per mantenere la propria liquidità, è
ricorsa  in modo sistematico
all’anticipazione di ricevute bancarie concesse da diversi istituti di credito
nonchè all’emissione  di un prestito
obbligazionario. Tuttavia, la rilevante entità delle somme raccolte, invece di
essere utilizzata nell’ambito dell’attività finanziaria normalmente svolta, è
stata distratta nel tempo dagli indagati, attraverso  escamotage contabili, semplici, ma
funzionali allo scopo, consistiti nel mancato versamento sui conti delle
società  delle somme ricevute dai
risparmiatori
per la sottoscrizione dei certificati obbligazionari, o per
investimenti similari; oppure mediante 
l’annotazione in contabilità di fittizi contratti di “finanziamento”  intestati a terzi che sono risultati essere
del tutto ignari di dette operazioni; ovvero, infine,  attraverso delle  fittizie compensazioni
dare/avere tra 
società e soci.

Con specifico
riguardo alla società Bizar Line Srl, invece, il principale indagato ha
distratto più di 1 milione di euro
dalle casse sociali destinandoli
all’acquisto di beni strumentali (macchinari, impianti, ecc.)  di proprietà di una cantina vinicola, già
dichiarata fallita nel 2012, operazione di acquisto che non si è poi
concretizzata.  

La mala gestio delle due imprese si è
tradotta altresì  in un’attività di spoliazione dei beni (immobili, mobili ) facenti parte del
patrimonio delle società fallite, operazione finalizzata a sottrarre detti
cespiti dalle future pretese creditorie.

Tali comportamenti illeciti  hanno drenato notevoli risorse finanziare,
ammontanti a oltre  5,6 milioni di
euro
,alle società fallite quando, invece, dette disponibilità
dovevano essere destinate principalmente ad onorare i debiti contratti con il
prestito obbligazionario, attraverso il rimborso delle quote sottoscritte dagli
obbligazionisti (risparmiatori).

Il
fallimento delle due società di capitali ha determinato indubbi effetti
negativi in una realtà, quale quella di una piccola città di provincia come
Alcamo, nella quale numerosi cittadini(piccoli
imprenditori agricoli, impiegati, pensionati)hanno visto polverizzare i risparmi di una vita, frutto del
faticoso lavoro quotidiano.

L’odierna
operazione eseguita dalla Guardia di Finanza, sotto la direzione della Procura
di Trapani, si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione del
Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti più gravi
e pericolosi, integrando le funzioni di polizia economico-finanziaria con le
indagini di polizia giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi
di aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose
particolarmente insidiose, al fine di assicurare l’effettivo recupero delle somme
frutto, oggetto o provento delle condotte illecite.

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