Bankitalia, bruciati 15mila posti lavoro in Sicilia nel 2020 - QdS

Bankitalia, bruciati 15mila posti lavoro in Sicilia nel 2020

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Bankitalia, bruciati 15mila posti lavoro in Sicilia nel 2020

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mercoledì 16 Giugno 2021

A soffrire di più il comparto i servizi, col numero degli occupati che è diminuito in particolare per alberghi e ristoranti

Sono stati 15 mila i posti di lavoro andati in fumo in Sicilia nel 2020, con l’occupazione che è diminuita dell’1,1%.

A soffrire di più il comparto i servizi, col numero degli occupati che è diminuito in particolare per alberghi e ristoranti, tra i più colpiti dagli effetti della crisi pandemica.

Il numero di ore lavorate ha registrato un eccezionale calo (-10,2 per cento) e il calo degli occupati è stato controbilanciato dalla riduzione della popolazione residente in età lavorativa.

E’ quanto emerge d rapporto di Bankitalia sull’economia in Sicilia. L’offerta di lavoro si è notevolmente contratta per l’aumento dei flussi di individui passati dalle condizioni di occupato e di disoccupato a quella di inattivo, causato dalle restrizioni alla mobilità e dal deterioramento delle prospettive di trovare un lavoro.

Il tasso di attività per la popolazione tra i 15 e i 64 anni, tra i più bassi nel confronto con le altre regioni italiane, è sceso di 1,5 punti percentuali al 50,1 per cento In connessione con la più scarsa partecipazione al mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione si è ridotto di 2,1 punti percentuali, al 17,9 per cento.

La crescita dell’inattività ha interessato maggiormente gli individui di età inferiore ai 35 anni ed è tornata a coinvolgere le donne, che rappresentano poco meno dei due terzi del totale. Massiccio il ricorso a sussidi e ammortizzatori sociali. I lavoratori autonomi che hanno beneficiato dell’indennità di 600 euro, introdotta dal decreto “cura Italia” e rinnovata nei mesi successivi con condizionalità e rimodulazione degli importi, sono stati circa 178.000, il 6,3 per cento del totale italiano. E’ cresciuto il ricorso al reddito e alla pensione di cittadinanza (RdC e PdC): ne hanno beneficiato 225 mila persone, in aumento del 24,1 per cento rispetto alla fine del 2019 (20,0 per cento in Italia). Le famiglie beneficiarie delle misure rappresentano l’11,2 per cento di quelle residenti in regione, una quota superiore sia a quella del Mezzogiorno sia alla media nazionale (rispettivamente 9,2 e 4,8 per cento).

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