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Ex Colombaia di Trapani, un libro in soccorso del Castello

Vito Manca

Ex Colombaia di Trapani, un libro in soccorso del Castello

venerdì 01 Marzo 2024

È questo l’obiettivo dell’autore Giovanni Vultaggio, il quale racconta nel suo volume il sito storico che non è ancora stato recuperato e restaurato: “Straordinario contenitore di arte e architettura”

TRAPANI – Un simbolo, esaltato ma anche vilipeso. Un libro di pietra, ora di carta, che continua a raccontare. Un architetto con un’ossessione: “Spazzare via quell’insopportabile vuoto di indagine, di ricerca storica e archeologica che ha avvolto finora questo monumento”. È la Colombaia, ex fortezza, ex carcere, ex quasi tutto. Tre anni di studio, intensi, tesi, anche polemici di Giovanni Vultaggio, che ha voluto scavare a fondo per cancellare tanta superficialità, a volte indifferenza, per un sito che dovrebbe essere recuperato dalla Regione per fare le fortune culturali e turistiche della città di Trapani. Sito che è stato messo in sicurezza più di una volta; che ha una parte “nobile”, quella che affonda le sue radici nella notte dei tempi (prima guerra punica) e dei secoli (fortezza medievale) ed un’altra “moderna” (magazzini e aree deposito), che perde il confronto con la prima per rozzezza, per assenza di storia, di tradizione. Vultaggio – il libro sta per uscire (edizioni Kalos) – ha voluto ascoltare le parole delle pietre della Colombaia.

“Il testo – sottolinea l’architetto – prende il via dalle mie prime ricerche sul manufatto, condotte nel biennio 1992-93, in seguito ai miei primi studi di archeologia dell’architettura avviati in terra toscana grazie al professore Marco Milanese, oggi ordinario all’Università di Sassari. Con un approccio multidisciplinare cerca di coniugare l’analisi stratigrafico-muraria del costruito con quella che è la sua interpretazione storica, provando a compiere una identificazione prima e una successiva analisi dopo, delle diverse tecniche costruttive riscontrate nelle strutture del Castello e in particolare nelle due torri, quella ottagonale che tutti conoscono e quella orientale, più piccola, ignota ai più, la cui importanza misi in luce già nel 1992 in alcuni articoli redatti al termine dei lavori di restauro condotti dal professore Filippo Terranova”.

I lettori possono mettersi comodi: “Con circa 170 pagine, oltre 100 schemi, foto, illustrazioni e decine di note critiche e citazioni bibliografiche, basandomi su un ampio ventaglio di fonti documentarie di natura diversa, d’archivio, iconografiche e stratigrafiche, ho potuto identificare sulla struttura monumentale, una complessa successione di trasformazioni”. Vultaggio spiega, argomenta ma non abbandona la sua vis polemica, che l’ha accompagnato in questi anni quando si è aperto il dibattito sul Castello: “Per riempire il vuoto di cultura e di cura locale che quasi sempre avvolge il nostro patrimonio, per indagare e comprendere l’architettura del grande mastio ottagonale che domina il complesso, mi sono prodigato nella ricerca, individuazione e studio comparato, di oltre 170 torri ottagonali individuate in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo – oggi elencate e localizzate in appendice -, attraverso un confronto globale che permette di comprendere non solo la genesi ma persino lo sforzo che dovette costituire l’edificazione di quella che fu una delle torri ottagonali più possenti del tempo e di sempre, realizzata tra la fine del XIII e i primi del XIV secolo e quale impatto possa avere avuto già allora”.

Non è soltanto un libro per appassionati, un soccorso rosso ad una città che spesso si gira dall’altra parte quando c’è in discussione la sua stessa storia. È anche un campanello d’allarme. L’architetto mette i paletti sul restauro che doveva esserci e che non c’è stato ma che ci sarà, prima o poi: “Almeno per il Castello della Colombaia si colma, in parte, quella gravissima assenza di analisi, studi e ricerche che sempre avrebbero potuto effettuarsi, ma che quasi nessuno ha mai richiesto o reclamato, al contrario della stucchevole ed incolta frenesia nel pretendere un restauro, che qualora condotto su un edificio storico senza approfonditi studi preliminari, può invece rappresentare un vero e proprio crimine contro la storia e la cultura”.

Da qui l’affondo finale di Vultaggio: “Posso affermare che la Colombaia si rivela, davvero, come uno straordinario contenitore di storia, arte e architettura, capace di gettare nuova luce anche sulle vicende storiche e politiche di questa nostra città”. Ed ancora: “Anche se so bene che il plagio di questo lavoro scorrerà come la peste, mi consolo pensando che ai predoni delle opere altrui, stavolta, sarà necessario uno sforzo maggiore e che forse non vedremo più, almeno spero, imponenti torri medievali attribuite ai cartaginesi o finestre ad arco acuto realizzate in pieno revival gotico, spacciate come arabe”.

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