Coronavirus, la vittoria italiana nel Consiglio europeo - QdS

Coronavirus, la vittoria italiana nel Consiglio europeo

redazione web

Coronavirus, la vittoria italiana nel Consiglio europeo

venerdì 24 Aprile 2020

Nuovo Mes, Sure e Bei da giugno e ok al Recovery Fund urgente come chiesto dal premier Conte. Determinante il quadro di Christine Lagarde. Strumenti esistenti e innovazioni. Lega in calo nei sondaggi, Pd a tre punti. GUARDA IL MESSAGGIO DI CONTE

Nuovo Mes, Sure e Bei operativi da giugno e ok al principio del Recovery Fund urgente, come chiesto dall’Italia: il vertice Ue (in teleconferenza) sulla crisi economica più profonda dal dopoguerra ha ritrovato un’unità d’intenti per definire una risposta all’altezza della situazione.

E ha accolto l’idea di creare uno strumento nuovo come il fondo per la ripresa.

Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, ha esultato: “Uno strumento del genere era impensabile fino adesso e renderà la risposta europea più solida e coordinata”.

“Grandi progressi – ha sottolineato – impensabili fino a poche settimane fa, all’esito del Consiglio Europeo appena terminato: i 27 Paesi riconoscono la necessità di introdurre uno strumento innovativo, da varare urgentemente, per assicurare una ripresa europea che non lasci indietro nessuno”.

il premier ha registrato un videomessaggio da Palazzo Chigi

“Un grande successo per il Paese”

“Un grande successo per il Paese – ha commentato il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo -, dal Consiglio europeo è stata accolta la linea del Recovery fund quale strumento necessario e urgente per la ripresa dell’Europa. Un risultato straordinario frutto del grande lavoro e della fermezza del Presidente Conte al tavolo delle trattative, soprattutto in un momento storico che vede l’Europa e il mondo intero alle prese con un’emergenza non solo sanitaria, ma anche economica. L’Italia si è fatta valere in Europa e di questo dobbiamo essere orgogliosi!”.

Certo, bisognerà ancora definire certi dettagli, ma la Commissione, fa saper il premier Conte “lavorerà in questi giorni per presentare già il prossimo sei maggio un Recovery Fund di ampiezza adeguata per consentire soprattutto ai Paesi più colpiti di proteggere il proprio tessuto socio-economico”.

Determinante il quadro di Christine Lagarde

Prima della riunione c’era stata un’illustrazione del drammatico quadro economico europeo da parte della presidente della Bce Christine Lagarde, in pressing sui leader europei.

Secondo Lagarde il Pil dell’Eurozona rischia una contrazione del 15% e finora è stato fatto troppo poco e troppo in ritardo per contrastare i danni economici.

“Ciò che occorre adesso sono misure per la ripresa rapide, risolute e flessibili”, avverte la Lagarde, perché non tutti i Paesi, colti dalla crisi, potrebbero essere in grado di agire nel modo necessario.

E determinante è stata una frase pronunciata durante il Consiglio dal presidente Conte: “L’emergenza coronavirus da sanitaria è diventata economica e sociale. E ora è anche politica”.

E questo ha dato la possibilità anche ai “falchi” di considerare come un atteggiamento ostile dell’Europa rischi di destabilizzare, pericolosamente, la politica interna degli Stati membri.

Strumenti esistenti e innovazioni

Dopo il vertice europeo l’accordo su come affrontare la fase della ripresa ancora non c’è, ma una base di lavoro sì, messa sul tavolo dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Si parte dagli strumenti esistenti, come il bilancio pluriennale, per passare a qualcosa di nuovo, mobilitando duemila miliardi di euro, cioè il doppio dell’attuale bilancio a 28.

La proposta è stata quella di aggiungere al prossimo bilancio Ue 2021-2027 un fondo temporaneo e mirato per la ripresa (Recovery fund) dotato di 320 miliardi di euro, raccolti grazie all’emissione di obbligazioni comuni.

La proposta italiana, insomma, passata nonostante partiti come la Lega Nord e Fratelli d’Italia abbiano votato contro.

La metà dei 320 miliardi di euro sarebbe distribuita sotto forma di prestiti ai Paesi, l’altra metà andrebbe a programmi specifici, nel quadro del bilancio pluriennale Ue, per i Paesi più colpiti dall’emergenza.

Olanda, Germania e Austria contro tutti

Resta da definire un non trascurabile particolare: se saranno prestiti o sovvenzioni a fondo perduto.

E gli schieramenti restano i soliti: Olanda, Germania e Austria contro tutti.

La Germania in realta non si è schierata apertamente nella battaglia ma la cancelliera Merkel ha ammesso un “disaccordo” su come finanziare il fondo, assicurando però che Berlino è disponibile a versare di più al bilancio europeo.
Conte, nelle prossime settimane sarà chiamato ad illustrare il piano Ue in Parlamento. A quel punto è possibile che alle sue comunicazioni seguano delle risoluzioni. E, proprio sulla risoluzione di maggioranza, potrebbero confluire le tensioni tra Pd e Iv (pro-Mes) e M5S. Con lo spettro di una spaccatura del Movimento e della formazione, in Parlamento, di una maggioranza pro-fondo salva Stati costruita da Pd, Iv, FI e un pezzo di Cinque Stelle. A questo, però, i vertici del Movimento non vogliono arrivare, consapevoli che, senza il paracadute europeo, potrebbero affarci soluzioni ancora meno digeribili. “Chi non vuole l’Ue sceglie la patrimoniale”, spiegava, questa mattina, l’ex premier Enrico Letta.

Ok di Zingaretti, Grillo diventa europeista

“I governi Ue hanno compreso l’importanza della proposta del Governo Conte per un fondo europeo a sostegno di famiglie e imprese. Quello che chiedevamo”, ha commentato il leader del Pd, Nicola Zingaretti.
E persino Beppe Grillo ha plaudito alla vittoria italiana: “Forse l’Europa comincia a diventare una Comunità. ‘Giuseppi’ sta aprendo la strada a qualcosa di nuovo. Continuiamo così!”.

Conte, nelle prossime settimane sarà chiamato a illustrare il piano Ue in Parlamento ed è possibile che alle sue comunicazioni seguano delle risoluzioni. Anche perché, come sottolineato l’ex premier Enrico Letta, “Chi non vuole l’Ue sceglie la patrimoniale”.

Da Meloni e Salvini no su tutti i fronti

Una risposta a Matteo Salvini e Giorgia Meloni che dicono di no a tutto. Il capo della Lega Nord preconizza “una dipendenza perenne da Berlino e Bruxelles” e quella del partito di destra annuncia un odg alla Camera contro l’uso del Mes. Senza specificare che si tratterebbe di quello senza condizionalità che deve ancora essere messo a punto. Si voterebbe cioè, su uno strumento che non esiste ancora. Ma questo fa parte della confusione che si vuole spargere ad arte su certi argomenti.

Crimi, “valuteremo il Mes senza condizioni”

“Valuteremmo il Mes senza condizioni, ma per ora non c’è” ha infatti dichiarato stamattina il leader politico del M5s Vito Crimi, rilevando la necessità di remare tutti, Stato ed enti locali, nella stessa direzione.

E definendo “fake news” quelle di Fdi sul fondo salva stati.

Di certo c’è che quella di Conte in Europa è stata una vittoria che molti non solo non si aspettavano, ma non si auguravano. E che certamente peserà anche sul giudizio degli italiani sulla politica, che è già considerevolmente mutato nelle ultime settimane.

Lega in calo nei sondaggi, Pd a tre punti

Per via del cosiddetto “effetto coronavirus”, secondo il sondaggio Ixè per Cartabianca, ci sono ormai soltanto tre punti percentuali tra la Lega Nord, che è ancora il primo partito ma è scesa a una percentuale del 25,9, e il Pd che ha con una crescita lenta ma continua ha raggiunto il 22,9%. E cresce anche il M5s, passato dal 16 al 16,4%, mentre tiene Fratelli d’Italia (12,5%) e sale Forza Italia dello 0,2% (7,7%), con Italia Viva che passa dal 2% all’1,9%.

Il nodo Sanità lombarda

Sul banco degli imputati, in questo periodo, è d’altronde proprio Salvini, anche per i toni trionfalistici con i quali ha parlato della “meravigliosa” Sanità lombarda prima del flop di quest’ultima (dopo aver superato la boa delle settantacinquemila firme la petizione on line su change.org proposta da Milano 2030 per commissariarla, su punta adesso a quota centomila https://www.change.org/p/commissariare-la-sanit%C3%A0-lombarda-va-fatto-ora ) e le polemiche seguite proprio alle votazioni “antiitaliane” in Europa.

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