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Cosa succede in Sicilia se non arriva più gas dalla Russia? Tutti gli scenari

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Cosa succede in Sicilia se non arriva più gas dalla Russia? Tutti gli scenari

Luigi Ansaloni  |
sabato 02 Aprile 2022

L'Italia per ora è nel primo dei tre stati di allarme, quello di "pre-allerta". Si monitora la situazione ma non ci sono sostanziali cambiamenti. Ma dopo il diktat di Putin, la preoccupazione sale

L’ultimatum di Putin sul pagamento in gas ha inevitabilmente messo in allarme tutta l’Unione Europea. Cosa succederà ora? Non è facile prevederlo. Tutto o niente, ma sicuramente bisogna essere preparati e tutti si stanno preparando. Vediamo gli scenari, anche quelli in Sicilia. Che ricordiamo, ha un ruolo importantissimo per tutto il Paese, per il ruolo di Gela.

I livelli di allarme

L’Italia per ora è nel primo dei tre stati di allarme, quello di “pre-allerta”. Si monitora la situazione ma non ci sono sostanziali cambiamenti. Gli altri due livelli di crisi previsti dal “Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale” sono l’allarme (“alert”) e l’emergenza (“emergency”).

L’allerta scatta quando c’è un calo degli approvigionamenti, ad esempio in caso di eventi climatici sfavorevoli ma anche per problemi negli approvigionamenti. In questo caso scatterebbero una serie di contromisure: intanto la riduzione della domanda di gas, poi l’aumento delle importazioni da altre fonti, e infine impiego di combustibili alternativi negli impianti industriali (l’Italia potrebbe riattivare le centrali a carbone?).

Infine c’è un terzo livello, quello emergenziale, che si verifica quando c’è “un’alterazione significativa dell’approvvigionamento o interruzione delle forniture”. In questo scenario il governo sarebbe libero di adottare misure più drastiche: definizione di nuove soglie di temperatura per il riscaldamento domestico, riduzione obbligatoria del prelievo di gas dei clienti industriali, ricorso agli stoccaggi, sospensione della tutela dei prezzi stabiliti da Arera. Uno scenario che per ora è lontano. Ma non può essere escluso del tutto. 

La smentita del Governo

“Da parte del Governo non è in corso alcuna valutazione sull’attivazione dello ‘stato di allarme’ relativo alla crisi energetica. Ogni notizia in merito riportata sugli organi di informazione è destituita di fondamento. Permane lo stato di preallerta che comporta il costante monitoraggio della situazione”. E’ quanto filtra da fonti di Palazzo Chigi, in merito alle notizie circolate nelle ultime ore, dopo la decisione del Cremlino di insistere sul pagamento in rubli del gas.

La mancata conferma del pagamento del gas in rubli “non significherà” che le forniture di gas saranno interrotte da oggi, ha spiegato in giornata il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Il decreto firmato ieri dal Presidente non lo prevede. Il pagamento delle forniture in corso non viene effettuato oggi, è effettuato alla fine della seconda metà del mese, aprile, o anche all’inizio di maggio”, ha aggiunto, citato dall’agenzia Tass.

L’ambasciatore russo

”Abbiamo avanzato la richiesta di far pagare il nostro gas in rubli. Durante il colloquio telefonico, il presidente Putin ha dato delle spiegazioni molto esaustive al presidente Draghi, su come possano essere effettuati tecnicamente questi pagamenti. Siamo pronti a effettuare le nostre forniture secondo i volumi precedentemente concordati”, ha detto l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov in un’intervista a ‘Quarto grado’ su Retequattro.

”Ci dicono che queste sono violazioni delle clausole contrattuali di pagamento. Ma, secondo voi, il blocco di quasi 300 miliardi in valute estere delle riserve della nostra Banca Centrale non è una violazione degli obblighi dei Paesi che hanno preso queste decisioni?”.

Gazprom, colosso russo dell’energia, ha reso noto che le “notifiche sulle nuove procedure per il pagamento in rubli sono state inviate oggi ufficialmente alle controparti” ma anche -scrive l’agenzia Tass- che la Commissione governativa per il controllo degli investimenti stranieri in Russia si riserva il diritto di emettere eccezioni a queste regole per singoli acquirenti. “Gazprom rispetta incondizionatamente e pienamente le richieste della legge russa”, precisa un comunicato dell’azienda, in cui si ricorda che le nuove procedure per i Paesi ostili sono entrate in vigore oggi. A tali acquirenti, si ribadisce, si richiede di aprire “conti speciali” in rubli e in valuta presso Gazprombank. “La conversione dalla valuta straniera ai rubli sarà effettuata sui mercati russi. In caso di pagamento incompleto, i russi sono autorizzati a chiudere le consegne.

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