Decreto Sostegni, richieste dal 30 marzo, come fare e il modulo - QdS

Decreto Sostegni, richieste dal 30 marzo, come fare e il modulo

Ivana Zimbone

Decreto Sostegni, richieste dal 30 marzo, come fare e il modulo

domenica 28 Marzo 2021

Decreto Sostegni, tutto quello che c'è da sapere: come calcolare il proprio indennizzo, come richiederlo e quali sono i requisiti per fare domanda.

Il decreto Sostegni è stato già approvato dal governo Draghi. Adesso, con i suoi 11 miliardi di euro messi in campo, è pronto a supportare imprese e liberi professionisti in questo difficile momento, con indennizzi a fondo perduto o con il credito d’imposta equivalente. Secondo le previsioni, coinvolgerà circa 3 milioni di imprese e lavoratori autonomi (partite Iva), ma sono già arrivate le critiche delle associazioni di categoria che ritengono la misura messa in campo del tutto irrisoria. Il presidente Mario Draghi chiederà nelle prossime settimane un ulteriore scostamento di bilancio per l’erogazione di altri sussidi, ma intanto i contribuenti potranno far richiesta delle somme previste dal decreto Sostegni a partire dal 30 marzo, ecco come.

Come fare richiesta

Da martedì 30 marzo al prossimo 28 maggio imprese e partite Iva potranno richiedere online il proprio indennizzo attraverso i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate che – secondo le stime – dovrebbe inviare il contributo entro due settimane dalla presentazione della domanda attraverso bonifico bancario sul conto corrente. Si tratta dunque dello stesso meccanismo adottato in precedenza dal governo Conte.

Anche la piattaforma Sogei – nell’area “Fatture e Corrispettivi” – potrà essere utilizzata per lo stesso scopo. Chiunque fosse impossibilitato, potrà avvalersi di un intermediario, purché in possesso delle credenziali Spid, della carta d’identità elettronica, della carta nazionale dei servizi, dell’Entratel dell’Agenzia delle Entrate.

SCARICA QUI IL MODULO PER LA RICHIESTA

Requisiti d’accesso

Per accedere alla misura, non occorre più il requisito del codice Ateco previsto dal decreto Rilancio. Adesso possono fare richiesta coloro che hanno un fatturato massimo di 10 milioni di euro l’anno e che riescono a dimostrare una perdita di almeno il 30% dell’incasso medio mensile nel 2020 rispetto al 2019.

L’Agenzia delle Entrate verifica, prima dell’erogazione, tutti i requisiti e le dichiarazioni del richiedente, compresa la correttezza del codice fiscale e dell’Iban (che dev’essere intestato o cointestato a chi ha presentato domanda).
Qualora – nei controlli successivi all’emissione – l’indennizzo risultasse non spettante, l’Agenzia richiederà immediatamente il rimborso e l’applicazione delle relative sanzioni, oltre che segnalare tutti i dati alla Guardia di Finanza.

Come calcolare l’indennizzo

L’indennizzo – che può essere sostituito, su richiesta, dal credito d’imposta corrispondente – è suddiviso in cinque fasce in funzione dell’ammontare della perdita del fatturato: ai soggetti con ricavi fino a 100 mila euro, sarà rimborsato il 60% della perdita verificatasi; a coloro che avranno incassato tra i 100 e i 400 mila euro spetterà il 50% della perdita; per quelli con un fatturato tra i 400 mila euro e il milione è previsto il 50% del ricavo perso; l’indennizzo si riduce al 30% per i soggetti con un fatturato tra 1 e 5 milioni e al 20% per quelli con un fatturato nel range tra 5 e 10 milioni.

È bene sottolineare ulteriormente che l’indennizzo spettante non è calcolato in funzione del fatturato abituale dell’azienda o del professionista, ma solo in funzione della perdita dei ricavi rispetto all’anno 2019.

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