Forestali, braccio di ferro con la Regione siciliana - QdS

Forestali, braccio di ferro con la Regione siciliana

redazione

Forestali, braccio di ferro con la Regione siciliana

Simone Olivelli  |
giovedì 04 Aprile 2024

Il Sifus manifesta a Palermo e manda un aut aut: o stabilizzazione o richieste milionarie di risarcimento

CATANIA – “Il nostro segnale lo abbiamo mandato. Se questo governo non vuole comprendere che l’unica strada è la stabilizzazione, vorrà dire che accetta di andare incontro a una lunghissima richiesta di risarcimenti danni. Abbiamo dimostrato che abbiamo la forza e il sostegno per farcela”. Maurizio Grosso, leader nazionale del Sifus Confali, assicura l’intenzione di non indietreggiare di un passo rispetto alle richieste fatte al presidente della Regione Renato Schifani e all’assessore Luca Sammartino. Le dichiarazioni arrivano a margine della manifestazione svoltasi ieri all’esterno dell’assessorato all’Agricoltura. “C’è stata un’importante partecipazione da parte degli operai, eravamo circa seicento. Spiace non aver visto anche tutte le forze di opposizione”, dichiara Grosso al Quotidiano di Sicilia.

Mancavano alla manifestazione Pd e M5s

Il riferimento va al Partito Democratico e al Movimento 5 Stelle: “Il Pd ci aveva dato rassicurazioni sull’adesione alla manifestazione, ma alla fine il capogruppo all’Ars (Michele Catanzaro, ndr) ci ha comunicato di essere rimasto bloccato in prima commissione e che dunque non avrebbe potuto partecipare – prosegue il segretario di Sifus Confali –. Per quanto riguarda i cinquestelle, invece, indirettamente ci era arrivata voce di una loro condivisione dell’iniziativa ma alla fine non si è fatto vivo nessuno”.

Presente Sud chiama Nord

A essere presente è stato il gruppo Sud chiama Nord, il partito di Cateno De Luca, che in questi mesi ha fatto proprie le istanze portate avanti da Sifus. “Il deputato Ismaele La Vardera era accanto a noi”, sottolinea Grosso. A conferma di come il rapporto con i deluchiani vada avanti al momento in piena sintonia: proprio De Luca, il cui obiettivo rimane quello di diventare il nuovo governatore, a dicembre scorso ha depositato un disegno di legge contenente nuove norme per la salvaguardia del patrimonio boschivo e il superamento del precariato nel comparto agro-forestale. “Per noi – continua Grosso – è l’unica riforma possibile, le risorse finanziarie ci sono, quella che manca è la volontà politica”.

Stanchi delle eterne promesse della politica

Nel mirino del sindacato più oltranzista del settore, c’è l’attuale maggioranza di centrodestra, ma più in generale le eterne promesse della politica che in questi anni ha a più riprese annunciato interventi sul fronte della gestione dei circa 15mila operai a tempo determinato, senza però mai approdare a nulla di concreto. “Questo governo da qualche mese parla di un allungamento dei contratti con l’integrazione di poco più di venti giornate per gli stagionali, ma non è altro che l’ennesima trovata da spendere sotto campagna elettorale”, attacca Grosso.

Una promessa (o “trovata”, per dirla con Grosso) che è stata mantenuta. La Regione nel primo pomeriggio di ieri ha annunciato un decreto che incrementa di 23 il numero delle giornate di lavoro per gli operai forestali “settantottisti”, portandole da 78 a un totale di 101.

“Mettiamo in campo una risposta concreta per prevenire gli incendi e contestualmente migliorare le condizioni di lavoro degli operatori della forestale – dice Sammartino – Un primo passo per la salvaguardia di un intero comparto. L’intervento è adottato nelle more della riforma complessiva del settore forestale che approderà all’esame della giunta di governo entro un paio di settimane. Una riforma attesa da anni, fortemente voluta dal presidente Schifani e già condivisa con le organizzazioni sindacali, che presto vedrà la luce”.

La battaglia giudiziaria

Il sindacato, però, sembra intenzionato a muoversi lo stesso all’interno delle aule giudiziarie. “Faremo una campagna di sensibilizzazione in tutta la Sicilia, con assemblee pubbliche che avranno lo scopo di rendere nota ai lavoratori la possibilità di fare causa alla Regione e ottenere un indennizzo fino a 12 mensilità, così come disposto di recente dalla Cassazione”, spiega il segretario nazionale di Sifus, facendo riferimento a un pronunciamento della Suprema Corte che ha riconosciuto l’abuso di reiterazione dei contratti a termine nei confronti dei forestali.

I tribunali, tuttavia, potrebbero essere investiti anche di un’altra questione: “Siamo intenzionati a presentare un esposto in tutte le procure per denunciare la Regione per il reato di disastro ambientale – attacca Grosso –. Sono le politiche del governo Schifani che stanno portando a questi risultati, a danno di tutti i siciliani”. In questo caso, la contestazione riguarda le lentezze con cui gli assessorati all’Agricoltura e al Territorio stanno gestendo l’avvio della campagna di manutenzione dei boschi. “Quest’anno l’alibi dell’esercizio provvisorio non c’è, le risorse erano disponibili già a gennaio e invece finora non c’è stato un solo forestale a occuparsi delle aree demaniali, in compenso – è l’affondo di Grosso – gli incendi da settimane danneggiano l’isola e da qui in avanti sarà sempre peggio”.

L’emergenza incendi

Proprio in questi giorni, la Regione attende di sapere se per la prossima campagna antincendio il Corpo forestale potrà avvalersi, oltre che dei tradizionali elicotteri che da anni vengono noleggiati, anche di due mezzi pesanti capaci di stare in volo nei giorni in cui il vento è più forte. “Senza manutenzione, ci troveremo ad affrontare nuovamente i roghi in emergenza affidando tutto ai mezzi aerei ma questo non farà altro che causare ulteriori danni in quanto – sostiene Grosso – con la penuria di risorse idriche che c’è attualmente negli invasi finirà che l’acqua sarà prelevata dal mare. E questo inciderà in negativo sul fronte della desertificazione, perché lì dove viene gettata acqua salata la vegetazione ne risente per anni”.

L’allungamento delle giornate

Tornando al decreto della Regione, gli operai saranno impegnati in lavori di pulizia nelle aree private incolte e abbandonate che spesso diventano “veicolo” di propagazione degli incendi verso aree boschive e centri abitati. Toccherà ai Comuni, attraverso proprie ordinanze, individuare le aree oggetto di intervento, dando priorità a quelle più sensibili e a rischio. Il provvedimento garantisce, inoltre, un rafforzamento dell’azione di spegnimento, destinando i lavoratori in possesso delle qualifiche richieste al completamento delle squadre antincendio del Corpo forestale.

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