Lavoro sottopagato: per i siciliani i salari sono inadeguati

Sottopagati e in attesa di un aumento: per i siciliani i salari sono inadeguati

Antonino Lo Re

Sottopagati e in attesa di un aumento: per i siciliani i salari sono inadeguati

Antonio Giordano  |
domenica 25 Giugno 2023

I dati emergono dall’ultima edizione di People at Work, un osservatorio dell’Adp Research Institute

Tra inflazione e caro vita anche i salari percepiti dai siciliani vengono visti come “non adeguati”. E’ un dato che emerge dall’ultima edizione di People at Work, un osservatorio dell’Adp Research Institute. Secondo l’analisi in Sicilia la metà dei lavoratori (il 47%) pensa di essere sottopagato mentre il 48% si aspetta un aumento di stipendio nel corso del 2023. Aumento auspicato del 6,5% che possa (almeno in parte) compensare l’aumento dei prezzi e dell’inflazione dell’ultimo anno (all’8,2% nel Mezzogiorno).

Salari in Sicilia, i dati

Dalla ricerca emerge anche che il 55,8% dei dipendenti dell’Isola ha comunque ricevuto un aumento di salario l’anno scorso, con incrementi medi pari al 6,2%. Ma secondo il 37% dei lavoratori siciliani, le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti per consentire loro di affrontare il complesso periodo economico che fonde insieme le incertezze del post Covid e del conflitto russo-ucraino in corso. Oltre a un aumento di stipendio, il 26% dei lavoratori siciliani prevede di ottenere un bonus e il 26% una promozione.

In ogni caso il 42,6% dei lavoratori siciliani afferma che la retribuzione è il fattore più importante in ambito lavorativo, seguito dall’avere piacere a lavorare nella propria azienda (41,1%) e dalla stabilità (33,3%). Dati che potrebbero anche essere correlati sia al tasso di insoddisfazione (45%) concernente il salario ricevuto, sia al percepito sull’adeguatezza del proprio stipendio rispetto al lavoro svolto: il 47,3% dei siciliani pensa in ogni caso di essere pagato meno di quanto meriterebbe. Il campione utilizzato è di circa 32 mila dipendenti in 17 paesi del mondo, 2 mila in Italia.

Cosa accade in Italia

Le cifre che riguardano la Sicilia non si discostano tanto da quello che accade in Italia dove il 44,3% vuole ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, sia dal loro attuale datore di lavoro sia cambiando lavoro. In media, si aspettano un aumento dell’6%.

Questo nonostante lo scorso anno in Italia il 44% dei dipendenti abbia ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,5%. Oltre a un aumento di stipendio, il 28% dei lavoratori italiani prevede di ottenere un bonus e il 19% una promozione. Tuttavia, secondo il 44% di essi, le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti e il 45,6% pensa di essere sottopagato.

Uribe “ancora tempo per riduzione inflazione”

“Il riconoscimento di un aumento salariale sia un tema di estrema rilevanza. Qualsiasi somma sia stata concessa ai lavoratori in passato è improbabile che freni le nuove richieste di un aumento”, commenta Marcela Uribe, general manager di Adp Southern Europe, “con l’impennata del costo della vita, i lavoratori delle fasce di reddito medio-basse hanno riscontrato una forte riduzione del loro reddito disponibile, e anche alcuni lavoratori con redditi più elevati ne risentono”.

“La spesa per i beni di prima necessità, e non solo per i beni di lusso, è stata fortemente compressa a causa dell’impennata delle bollette energetiche, dell’aumento degli affitti, dell’incremento dei tassi di interesse e dell’aumento delle spese alimentari. Anche se l’inflazione ha raggiunto il suo picco, sembra che ci vorrà del tempo per tornare a livelli più sostenibili”.

Per la Uribe, “i datori di lavoro hanno il difficile compito di soppesare le richieste di aumento di stipendio con le sfide poste dall’aumento dei costi e dal restringimento dei margini di profitto. I lavoratori sono fiduciosi di ottenere un aumento di stipendio dalla loro attuale azienda, ma in caso contrario è forte la sensazione di potersi assicurare un aumento cambiando lavoro. Le implicazioni per l’acquisizione e la fidelizzazione dei talenti sono enormi“.

“Come dimostra la recente ondata di scioperi in molti Paesi e in diversi settori industriali, molti lavoratori ritengono che non si stia facendo abbastanza e sono disposti ad adottare misure sempre più drastiche, organizzando scioperi per far valere le proprie ragioni e raggiungere un accordo adeguato. I datori di lavoro che non sono in grado di concedere aumenti di stipendio adeguati devono pensare in modo creativo a come soddisfare il personale in altri modi, a esempio offrendo maggiore flessibilità o altri vantaggi”.

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017