Mafia, maxi sequestro alla famiglia del Villaggio Santa Rosalia

VIDEO e NOMI | Duro “colpo” per la mafia di Villaggio Santa Rosalia: sequestro da oltre 6 milioni

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VIDEO e NOMI | Duro “colpo” per la mafia di Villaggio Santa Rosalia: sequestro da oltre 6 milioni

Redazione  |
venerdì 01 Dicembre 2023

Traffico di droga e controllo illecito dell'economia, dalla vendita del pane agli affari immobiliari: ecco le accuse a carico degli 8 indagati, esponenti di Cosa nostra palermitana.

I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso nei confronti di 8 soggetti ritenuti appartenenti alla famiglia mafiosa del Villaggio Santa Rosalia, articolazione territoriale di “Cosa nostra” rientrante nel mandamento di Pagliarelli.

Le accuse per gli indagati, che hanno portato al provvedimento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo sono di traffico di droga e trasferimento fraudolento di valori aggravato dalla finalità mafiosa.

I nomi

I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di Francesco Maniscalco, 35 anni, Giovanni Cancemi, 53 anni, Andrea Ferrante, 48 anni, Rosaria Leale, 33 anni, Silvestre Maniscalco, 44 anni, Rosario Manno, 57 anni, Leonardo Marino, 34 anni, Salvatore Sorrentino, 58 anni.

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Mafia, sequestro alla famiglia del Villaggio Santa Rosalia

La ricostruzione operata dalla Procura della Repubblica – D.D.A., accolta dal Tribunale di Palermo, si basa sugli esiti delle indagini svolte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo – G.I.C.O. nell’ambito dell’operazione denominata “Villaggio di Famiglia”, che lo scorso 27 giugno ha permesso di emettere misure di custodia cautelare nei confronti di 33 soggetti.

In particolare, le indagini avrebbero delineato l’esistenza di consolidate e capillari dinamiche criminali legate all’esercizio di un penetrante potere di controllo economico del territorio esercitato nel quartiere Villaggio Santa Rosalia da parte dell’omonima famiglia mafiosa, a capo della quale ci sarebbe uno degli uomini d’onore più influenti all’interno di Cosa nostra palermitana.

Le indagini

Dalle indagini sulla mafia di Villaggio Santa Rosalia, infatti, sarebbe emersa l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico legale, attraverso:

  • l’esercizio di forme di controllo delle postazioni per la vendita ambulante del pane;
  • l’imposizione, di fatto, di un monopolio nella fornitura di fiori presso una rete di venditori palermitani ubicati in prossimità di aree cimiteriali;
  • la concessione di specifiche autorizzazioni per l’apertura di negozi o per il cambio della loro gestione;
  • pressanti ingerenze nella conclusione e realizzazioni di affari immobiliari a favore di soggetti inseriti o contigui alla consorteria mafiosa;
  • l’acquisizione di posizioni dominanti di aziende operanti nel settore edile e del movimento terra, direttamente riconducibili agli interessi della famiglia mafiosa.

Infine, le attività investigative avrebbero permesso di accertare che una delle figure apicali della famiglia del Villaggio Santa Rosalia avrebbe organizzato uno strutturato traffico di cocaina dalla Calabria, volto a rifornire le piazze di spaccio palermitane e del trapanese.

L’operazione odierna contro la mafia di Villaggio Santa Rosalia scaturisce da una sistematica attività di approfondimento economico – finanziario svolta dalle Fiamme gialle palermitane, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso alla Guardia di Finanza, accertando l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la loro capacità economica, circostanza che – unitamente alle altre evidenze investigative – ha portato il Tribunale a ritenere il patrimonio ricostruito quale frutto delle attività illecite o reimpiego dei relativi proventi.

Nello specifico, gli accertamenti hanno portato a dimostrare che gli indagati e i rispettivi nuclei familiari, nell’ultimo decennio, non avevano dichiarato redditi leciti o altre forme di finanziamento capaci di “giustificare” le spese e gli acquisti nel tempo sostenuti.

I beni sottoposti al provvedimento

Sulla base degli elementi acquisiti, il Tribunale di Palermo ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca “per sproporzione” dei seguenti beni:

  • 13 immobili, di cui 9 abitazioni, 3 magazzino e un terreno;
  • 7 attività economiche, con sede a Palermo, operanti nei settori del commercio di veicoli, del movimento terra, del trasporto merci su strada, della preparazione del cantiere edile, dei minimercati, della produzione di prodotti di panetteria, della ristorazione e del commercio di frutta e verdura;
  • 6 veicoli

per un valore complessivo di oltre 6 milioni di euro.

Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

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