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Migranti, 68 messi in salvo, ma 367 ancora senza porto

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Migranti, 68 messi in salvo, ma 367 ancora senza porto

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lunedì 25 Ottobre 2021

Hanno trovato finalmente un posto sicuro dove dimenticare i giorni dispersi in mare e coltivare la speranza di un futuro nuovo. Sono stati soccorsi e tratti in salvo dalla motovedetta della Guardia di Finanza i 68 migranti che erano a bordo di un barcone al largo di Lampedusa e per il quale ieri era scattato l’alert. I militari si sono presi cura dei naufraghi che sono stati trasferiti sull’isola per le cure del caso.

Buone notizie anche per i 105 migranti a bordo dell’Aita Mari, la nave del progetto di salvataggio marittimo Maydayterraneo che ha attraccato questa mattina a Trapani, dopo essere restata in attesa del via libera per quattro giorni. Chi, invece, resta ancora col fiato sospeso sono le 367 persone a bordo della GeoBarents di Medici Senza Frontiere. “Non possiamo aspettare ancora oltre. Abbiamo bisogno di un porto sicuro”, è l’ennesimo appello che l’ong affida a Twitter. Tra i migranti a bordo, secondo le informazioni fornite dagli attivisti, ci sono anche 172 minori e molte donne, quando le previsioni meteo non promettono nulla di buono.

“Nelle prossime 48 ore – spiega l’ong Mediterranea, citando un allerta meteo – il Mediterraneo centrale e le isole ioniche saranno interessate da perturbazioni cicloniche molto forti con condizioni proibitive per la navigazione”. Tragedia, infine, in Spagna dove un bambino è morto a bordo di un’imbarcazione che si trovava al largo delle Isole Canarie. Il piccolo è stato poi caricato su un elicottero del servizio di salvataggio marittimo spagnolo insieme ad altri cinque minori, tra cui due neonati, e due adulti, in quanto tutti sono stati considerati in condizioni di salute preoccupanti. Sul dramma dei migranti è tornato a parlare oggi anche papa Francesco, dopo le parole di ieri all’Angelus. “Sentiamoci tutti responsabili di questi nostri fratelli e sorelle che da troppi anni sono vittime di questa gravissima situazione”, recita il tweet odierno. Parole che hanno ispirato anche l’intervento della Cei, che ha lanciato un appello ai governi dell’Unione Europea “affinché siano posti in atto interventi efficaci, capaci di garantire il rispetto dei diritti umani e la tutela della persona”. I vescovi chiedono di “trovare soluzioni adeguate a un dramma che continua a mietere vittime e infliggere sofferenze”. “Si tratta – si legge in una nota – di una situazione che non può essere più ignorata”. Il flusso migratorio nel Mediterraneo resta dunque un tema caldo, con il leader della Lega, Matteo Salvini, che ieri è tornato alla carica contro il suo successore al Viminale, Luciana Lamorgese. Oggi, a rincarare la dose, ci ha pensato il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli. “Tutti questi 50mila immigrati arrivati resteranno in Italia e a breve saranno un problema sociale – ha tuonato -. Dove li metteremo? Come li manterremo? Come possono sperare di inserirsi a livello lavorativo se abbiamo una disoccupazione generale al 10%? Facile fare i Richard Gere che fanno passerella sulle navi delle Ong, ma poi i Gere tornano a Hollywood e questi 50mila immigrati restano qui in Italia, a spese degli italiani, mica nella sua villa a Hollywood…”. (ANSA).

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